I cambiamenti climatici causati dalle attività antropiche influenzano la frequenza e l’intensità di eventi estremi.
Fenomeni come ondate di calore, siccità, inondazioni e incendi hanno potenziali conseguenze sulla salute delle persone. Sono, inoltre, collegati a un rischio più elevato di mortalità, di lesioni acute e di ricoveri ospedalieri nei giorni e anche nelle settimane successive al loro verificarsi.
Sulla rivista scientifica “Environment International” è stata pubblicata una nuova ricerca dell’Epidemiologia della Città della Salute di Torino. Lo studio evidenzia i possibili effetti cronici sulla salute respiratoria nella prima infanzia derivanti dall’esposizione a eventi estremi legati al cambiamento climatico.
L’impatto sulla salute dei cambiamenti climatici
Indice dei contenuti
I risultati dello studio suggeriscono che il cambiamento climatico ha un impatto sulla salute sin dalle primissime fasi della crescita. Mettono anche in evidenza la necessità di misure di mitigazione e adattamento al clima per proteggere le future generazioni. Non solo, si deve altresì tutelare la salute delle attuali fasce di popolazione più fragili, come i bambini nei primi anni di vita.
La ricerca “Exposure to climate change-related extreme events in the first year of life and occurrence of infant wheezing” è stata condotta nell’ambito del progetto NINFEA. Quest’ultima è la più grande coorte italiana arruolata tramite Internet che raccoglie dati su oltre 7000 coppie di mamme e bambini sull’intero territorio italiano.
La ricerca ha riscontrato un aumento del rischio di fischi e sibili al torace associato all’esposizione a siccità estrema. Ed anche all’esposizione di ondate di calore durante il primo anno di vita.
Lo studio ha messo in rilievo gli effetti estremi
A differenza di studi precedenti, focalizzati sugli effetti acuti degli eventi estremi, questo lavoro mette in rilievo gli effetti cronici. Effetti che si manifestano già nelle prime fasi dello sviluppo e sono associati all’esposizione ripetuta durante il primo anno di vita.
Il campione della ricerca è composto da circa 6000 bambini. Di essi si dispone di informazioni sull’insorgenza di fischi e sibili al torace tra 6 e 18 mesi. La comparsa di questi episodi durante l’infanzia è considerata un indicatore di alterata salute respiratoria in età successive.
Per completare la ricerca, gli esperti hanno ricavato informazioni sulla loro esposizione, durante il primo anno di vita, a diversi tipi di eventi estremi. Sono stati, così, combinati, gli indirizzi di residenza geocodificati dei partecipanti allo studio con i dati climatici.
I ricercatori hanno messo in relazione l’esposizione agli eventi estremi con la salute respiratoria, tenendo conto di diversi fattori (socioeconomici, ambientali).
Clima che cambia e patologie croniche
I risultati di questo studio sottolineano l’importanza di considerare le conseguenze del cambiamento climatico come potenziali determinanti di patologie croniche in ottica longitudinale.
«Questo lavoro apre la strada a nuove ricerche sui rischi a lungo termine del cambiamento climatico». Lo spiega Silvia Maritano, prima autrice dell’articolo e ricercatrice presso l’Epidemiologia della Città della Salute e dell’Università di Torino. «Mette poi in luce l’urgente necessità di politiche congiunte di mitigazione e prevenzione. Queste sono indirizzate a ridurre l’esposizione ai fenomeni meteorologici estremi fin dalle prime fasi di vita delle persone».