La bronchiolite è un’infiammazione delle piccole vie aeree (bronchioli) che colpisce principalmente i bambini sotto i due anni, causando difficoltà respiratorie. È spesso causata dal virus respiratorio sinciziale (VRS).
Un recente studio ha accertato che una singola somministrazione dell’anticorpo nirsevimab ai neonati può dimezzare i ricoveri per bronchiolite. Il nirsevimab è un anticorpo a lunga durata sviluppato per prevenire le infezioni da virus respiratorio sinciziale. L’approvazione del farmaco a livello europeo ha inteso proteggere i bambini nella loro prima stagione di esposizione al virus.
L’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma, e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS hanno condotto lo studio. Con il coordinamento di: Universitat Politècnica de Catalunya, Children’s Emergency Department, Leicester Royal Infirmary, University of Edinburgh, il primo ad analizzare una casistica ‘real world’.
Confronto tra Paesi europei con diverse politiche sanitarie
La rivista Lancet Regional Health-Europeed ha pubblicato l’importante lavoro che Danilo Buonsenso, ricercatore in Pediatria generale e specialistica dell’Università Cattolica, ha coordinato.
«Ora, per la prima volta, uno studio real-world ha analizzato l’impatto concreto del nirsevimab confrontando Paesi europei con politiche sanitarie differenti. E cioè la Catalogna (Spagna), dove il farmaco è stato introdotto nella stagione 2023-2024 e alcune aree del Regno Unito. Infine Roma – spiega Buonsenso – dove invece non era ancora stato adottato».
Cos’è la bronchiolite e come si manifesta
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La bronchiolite è un’infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio dei bambini di età inferiore ad un anno. La malattia si manifesta soprattutto nei primi 6 mesi di vita, con maggiore frequenza tra novembre e marzo.
Il microrganismo infettivo più coinvolto, in 3 casi su 4 circa, è il virus respiratorio sinciziale (VRS). Possono esserne la causa anche altri virus come il metapneumovirus, coronavirus, rinovirus, adenovirus, virus influenzali e parainfluenzali.
L’infezione è conseguenza di una trasmissione che avviene primariamente per contatto diretto con le secrezioni infette.
Ricoveri per bronchiolite quasi dimezzati rispetto alla media
Lo studio europeo ha attestato l’efficacia della profilassi preventiva con il nirsevimab.
I dati, raccolti da 68 ospedali catalani e da cinque ospedali nel Regno Unito e in Italia, mostrano un risultato chiaro. Ovvero, nei bambini sotto i 6 mesi, in Catalogna, i ricoveri per bronchiolite si sono quasi dimezzati rispetto alla media delle stagioni precedenti. Anche gli accessi in pronto soccorso per la stessa fascia d’età si sono ridotti sensibilmente. Al contrario, nessuna riduzione significativa è stata registrata negli altri centri europei dove il nirsevimab non era stato somministrato.
L’effetto del farmaco è stato meno evidente nei bambini più grandi (tra 6 e 23 mesi). Il dato ha suggerito che l’efficacia maggiore dell’anticorpo si concentra nei primi mesi di vita.
Necessari studi più ampi a livello internazionale
I risultati ottenuti hanno indotto gli autori dello studio a ribadire la necessità di studi più ampi e coordinati a livello internazionale. Questo anche per valutare la sostenibilità economica dell’introduzione del nirsevimab su larga scala.
«Lo studio – conclude Buonsenso – rappresenta senza dubbio un passo importante per valutare l’efficacia reale di nuove strategie preventive contro il virus respiratorio sinciziale. Valutazione ottenuta mettendo a confronto per la prima volta Paesi con approcci diversi alla sua implementazione».