Uno studio clinico internazionale denominato “ASPEN” ha dimostrato l’efficacia di un farmaco innovativo, il Brensocatib, sull’infiammazione delle vie aeree, elemento chiave nella progressione delle bronchiectasie. Quest’ultima è una malattia polmonare cronica ancora senza cure specifiche approvate, ma, negli ultimi anni, l’interesse scientifico è cresciuto notevolmente.

All’inizio la ricerca si è concentrata sulla prevenzione e sul trattamento delle infezioni. In seguito, l’attenzione si è estesa anche al ruolo cruciale dell’infiammazione nella progressione della patologia. Si è così compreso come l’accumulo nelle vie aeree di neutrofili – la popolazione più numerosa dei globuli bianchi – comporti un eccessivo rilascio di mediatori infiammatori. Mediatori che sono in grado di peggiorare la condizione.

I dati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The New England Journal of Medicine.

I risultati sono stati raggiunti con il contributo del team di Pneumologia e Fibrosi Cistica del Policlinico di Milano, diretta da Francesco Blasi.

Brensocatib, due studi hanno dimostrato la sua efficacia

Lo studio internazionale ASPEN insieme al precedente studio WILLOW richiamano nei nomi rispettivamente il pioppo e il salice, quasi a evocare l’albero bronchiale colpito dalla malattia. Entrambi hanno dimostrato come il nuovo farmaco orale Brensocatib sia in grado di modulare l’infiammazione con una riduzione delle riacutizzazioni e del declino della funzionalità polmonare. Si tratta di dati solidi che saranno ora sottoposti alla valutazione dell’agenzia regolatoria statunitense, la Food and Drug Administration (FDA). Ciò per l’eventuale autorizzazione come primo farmaco specifico per la prevenzione delle riacutizzazioni nelle bronchiectasie, la terza malattia polmonare cronica più diffusa dopo l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva.

Il traguardo rappresenterebbe una nuova speranza per i pazienti e offrirebbe prospettive concrete per una migliore qualità e durata di vita. Rilevante per i risultati raggiunti il ruolo dei medici in formazione specialistica in Malattie dell’Apparato Respiratorio della Scuola dell’Università Statale di Milano diretta da Marco Mantero.

Bronchiectasie, cos’è e come si manifesta   

La bronchiectasie è una malattia infiammatoria respiratoria cronica, a volte difficile da diagnosticare e orfana di farmaci specifici. Si manifesta con tosse cronica, presenza di abbondante muco, frequenti bronchiti o polmoniti, infiammazione cronica e dilatazione irreversibile dei bronchi.

Periodicamente, i pazienti presentano peggioramenti clinici acuti (chiamati anche riacutizzazioni) che, se diventano ricorrenti, possono accelerare il declino della funzionalità polmonare. Ciò può compromettere la qualità della vita e perfino ridurne l’aspettativa.

La malattia può avere diverse cause e si sviluppa con una alterazione del meccanismo di “pulizia” delle vie respiratorie. Ma anche con ripetute infezioni, eccessiva infiammazione e danno tissutale che si autoalimentano, rappresentando ognuno un potenziale bersaglio terapeutico.

Il nuovo farmaco ha potenzialmente un ampio spettro di utilizzo

Lo studio ha coinvolto oltre 1700 pazienti e ha aperto nuove prospettive di cura per le bronchiectasie e per altre patologie infiammatorie. Il Brensocatib si è dimostrato efficace indipendentemente dal tipo di infezione cronica presente nelle vie aeree.

«A differenza degli antibiotici che sono batterio-sensibili – dichiara Francesco Blasi – il farmaco ha potenzialmente un ampio spettro di utilizzo. Potrebbe quindi rappresentare anche una valida alternativa per i pazienti che non possono assumere antibiotici a lungo termine. Consentendoci di personalizzare sempre di più le terapie in base alle condizioni cliniche di ciascun paziente. È un risultato importante», conclude Blasi.

Fonte: Università Statale di Milano