La breakdance, disciplina nata per strada e affermatasi a livello mondiale come una delle forme più iconiche di danza urbana, ha guadagnato l’attenzione non solo per la sua spettacolarità, ma anche per i rischi fisici che comporta. Oltre a infortuni muscolari e articolari, nuovi studi hanno esaminato un problema specifico legato a una delle mosse più rappresentative di questa danza: l’headspin, o giro di testa. Un caso riportato dalla rivista medica britannica BMJ Case Reports ha evidenziato che i ballerini di breakdance possono sviluppare una condizione particolare, chiamata “headspin hole” o “breakdance bulge”, una deformazione del cuoio capelluto causata dalla ripetizione costante di questa manovra
Le origini della breakdance: dalle strade al mondo intero
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La breakdance, conosciuta anche come b-boying o breaking, nasce nei primi anni ’70 nel Bronx, uno dei quartieri più difficili di New York. Si sviluppa come parte integrante della cultura hip-hop, insieme al rap, al DJing e al graffiti writing, diventando presto una forma d’espressione per i giovani che vivevano in ambienti difficili, dove povertà e violenza erano all’ordine del giorno. Attraverso la breakdance, questi ragazzi trovarono un modo per esprimere sé stessi, sfidare i coetanei e guadagnare rispetto, non con la forza, ma con l’abilità fisica e creativa.
La disciplina è una combinazione di danza e acrobazie, caratterizzata da movimenti a terra (floorwork) e figure che richiedono forza, coordinazione e velocità. Tra le mosse più spettacolari ci sono i giri su una mano, i salti mortali e, appunto, il giro di testa.
Una disciplina olimpionica: ma solo per un anno
Piccola curiosità: la breakdance ha compiuto un viaggio straordinario dalle strade di New York agli eventi sportivi di tutto il mondo, tanto che nel 2024 ha fatto il suo debutto ufficiale come disciplina olimpica ai Giochi di Parigi con due categorie principali: B-Boy (uomini) e B-Girl (donne).
Nel B-Boy, il canadese Phil Wizard ha vinto la medaglia d’oro, battendo il francese Dany Dann in finale. Il bronzo è andato all’americano Victor. Phil Wizard ha già conquistato titoli mondiali e continentali, quindi la sua vittoria alle Olimpiadi completa un percorso incredibile nella scena del breaking Olympics.
Per la categoria B-Girl, la giapponese B-Girl Ami ha trionfato, sconfiggendo la campionessa mondiale in carica, Nicka, della Lituania. Il bronzo è andato alla cinese chiamata “671”.
Alla competizione hanno partecipato trentatré breakdancer da sedici Paesi, tra cui Giappone, Canada, Francia, Stati Uniti e Cina.
Un aspetto interessante è che il breaking non farà parte del programma dei Giochi di Los Angeles 2028. Cosa che rende ancora più storica la tappa parigina.
La spettacolarità dell’headspin e i suoi rischi
Ebbene, l’headspin, una delle mosse più iconiche della breakdance, richiede una combinazione di forza, equilibrio e resistenza. Consiste nel far ruotare il corpo poggiandosi esclusivamente sulla testa, mentre le gambe si sollevano e si muovono in aria per mantenere l’equilibrio. Tuttavia, questa mossa, se eseguita ripetutamente, può causare danni significativi al cuoio capelluto e al cranio.
Il caso riportato nella rivista BMJ Case Reports descrive un uomo di poco più di 30 anni che, dopo aver praticato il breakdance per oltre diciannove anni, si è rivolto ai medici a causa di una protuberanza sulla sommità della testa. Il ballerino aveva eseguito giri di testa circa cinque volte a settimana, per sessioni che duravano fino a un’ora e mezza. Durante ogni allenamento, applicava pressione diretta sulla sua testa per un tempo che variava dai due ai sette minuti. Nonostante avesse notato la comparsa di un nodulo e la perdita di capelli, aveva continuato a praticare la mossa, finché il dolore e l’espansione dello stesso non lo avevano costretto a chiedere aiuto medico.
Gli esami hanno rivelato un ispessimento dei tessuti cutanei e del cranio, ma fortunatamente non c’erano segni di cancro. Il nodulo è stato rimosso chirurgicamente, e sebbene il cuoio capelluto sia rimasto ispessito, l’uomo ha potuto riprendere una vita normale senza dover nascondere la testa con un cappello.
Infortuni comuni nella breakdance
Il caso dell’headspin hole mette in evidenza un problema unico legato alla pratica del breakdance, ma non è l’unico rischio cui i ballerini sono esposti. Le mosse acrobatiche e le posizioni estreme, spesso eseguite su superfici dure come il cemento, rendono i breakdancer particolarmente inclini a lesioni muscolari, articolari e tendinee. I medici parlano di una “sindrome da uso eccessivo del breakdancer”, che include condizioni come la sindrome del tunnel carpale, infiammazioni tendinee e lesioni da stress ripetitivo.
Altri infortuni possono riguardare la testa e il cervello. Alcuni breakdancer hanno riportato ematomi subdurali, accumuli di sangue tra il cervello e il cranio, che possono derivare dai ripetuti impatti della testa sul pavimento durante le esibizioni. Questo tipo di lesione è particolarmente grave e può portare a conseguenze neurologiche permanenti se non trattata in tempo.
Controindicazioni e precauzioni
Sebbene la breakdance possa sembrare una disciplina affascinante e spettacolare, è essenziale prendere in considerazione i rischi per la salute. L’uso di protezioni adeguate, come cappucci imbottiti o supporti per il collo, può ridurre la pressione sulla testa durante i giri. Inoltre, è importante che i breakdancer seguano un allenamento mirato a rafforzare i muscoli del collo e della schiena, che sono essenziali per sostenere il peso del corpo durante le acrobazie.
Anche la frequenza e la durata dell’allenamento devono essere monitorate con attenzione. Come dimostra il caso riportato, l’esecuzione ripetuta e prolungata di una mossa può portare a danni permanenti. È consigliabile pertanto alternare le mosse, evitando di concentrarsi troppo a lungo su una singola tecnica.
Fonti
BMJ Case Reports. (2024). “Headspin hole: un infortunio da uso eccessivo tra i breakdancer”.