Il biorisanamento si usa per ripristinare o migliorare un ambiente contaminato da sostanze inquinanti attraverso la natura stessa. In pratica si promuove l’uso di organismi come batteri, funghi, piante o enzimi, oppure si usano processi biologici che con la loro azione naturale eliminano o riducono la contaminazione ambientale.
Con l’amianto l’opera di biorisanamento potrebbe avvenire usando dei funghi. Finora le specie testate, che hanno dato buoni risultati, sono Fusarium oxysporum, Mortierella hyalina e Oidiodendron maiu. Gli esperimenti sono stati condotti dall’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR.
Si è visto, infatti, che alcuni funghi del suolo estraggono il ferro anche dalla crocidolite, uno dei sei minerali di amianto, grazie all’azione dei chelanti. Si crea, in pratica, una rete filamentosa molto fine che è in grado di fermare la dispersione delle fibre di amianto.
Biorisanamento: in Europa 650mila siti contaminati
Indice dei contenuti
In Europa sono circa 650.000 i siti contaminati registrati, ma solo il 10% di essi ha ricevuto un intervento di bonifica integrale. Nella maggioranza dei casi si procede ancora con lo scavo e la bonifica fuori sito, ma con il biorisanamento è possibile farlo in loco. Tale tecnica è considerata una soluzione non solo ecologica, ma anche sostenibile contro l’inquinamento ambientale.
L’azione di biorisanamento contro l’amianto potrebbe sfruttare la capacità dei funghi di estrarre il ferro dai materiali. Non solo quindi potrebbe limitare la capacità dispersiva della sostanza, potrebbe dare anche un secondo vantaggio: la progressiva estrazione del ferro, infatti, modificherebbe la superficie dell’amianto stesso e potrebbe dunque ridurre il potenziale cancerogeno delle fibre di amianto. Si tratta però di un terreno tutto da sondare con nuove ricerche.
Inquinamento ambientale da amianto, serve bonificare
L’amianto è un minerale fibroso usato, fino a 30 anni fa circa, in molte applicazioni industriali ed edili. Negli anni però ha rivelato sempre di più la sua natura cancerogena ed è stato associato a numerose patologie, dette malattie asbesto correlate tra cui spiccano il tumore al polmone, il mesotelioma (il più diffuso è il mesotelioma pleurico) e l’asbestosi.
I danni dell’amianto su ambiente e salute sono evidenziati nel Libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed.2022 dall’avv. Ezio Bonanni.
Molti luoghi però purtroppo ancora contengono amianto: scuole, ospedali, palazzi, navi e siti militari, discariche abusive. L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e l’Osservatorio Vittime del Dovere mettono a disposizione l’App Amianto per segnalazioni e per consultare la mappa aggiornata dei siti contaminati.
L’ONA e l’OVD tutelano ed assitono le vittime dell’amianto e di tutte le altre patologie correlare all’asbesto causate da esposizioni nocive sul lavoro e nell’ambiente. Chiamando il numero verde 80.034.294 si possono ottenere consulenze personalizzate gratuite.