La biodiversità, in ecologia, è la varietà di organismi viventi nelle loro diverse forme e nei rispettivi ecosistemi. Essa comprende l’intera variabilità biologica di geni, specie, nicchie ecologiche ed ecosistemi con le relative risorse genetiche.
La scienza conta in totale 1,74 milioni di specie ma il valore di quelle stimate va da 4 a più di 100 milioni. Entrambe le stime, però, risultano incomplete se comparate con la ricchezza di specie realmente presenti sulla Terra; nuove specie, infatti, vengono scoperte e aggiunte continuamente al totale generale.
L’estinzione delle specie è la minaccia principale alla biodiversità.
Origine e significato del termine biodiversità
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Il termine biodiversità deriva dal greco bios che significa vita, e dal latino diversitas che significa differenza o diversità, ed è stato coniato nel 1988 dall’entomologo americano Edward O. Wilson. Il concetto, dunque, si riferisce alla varietà della vita presente sul pianeta: i milioni di piante, animali, i microrganismi e gli ecosistemi che essi costituiscono nella biosfera.
La biodiversità ha a che fare con l’abbondanza, la distribuzione e l’interazione tra le diverse componenti del pianeta Terra. In altre parole, all’interno degli ecosistemi convivono ed interagiscono fra loro sia gli esseri viventi sia le componenti fisiche ed inorganiche, influenzandosi reciprocamente. La biodiversità, quindi, è data dal numero degli organismi viventi e da come questi interagiscono tra di loro e con l’ambiente nel corso del tempo.
La parola biodiversità si è consolidata in ambito scientifico e culturale.
I livelli di biodiversità: ecosistema, specie, genetica
Secondo la Convenzione ONU sulla Diversità Biologica, la biodiversità include diversi livelli: la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema.
La diversità di ecosistema fa riferimento al numero e all’abbondanza degli habitat, delle comunità viventi e degli ecosistemi dove vivono e si evolvono gli organismi. Indica l’insieme di tutti gli ambienti naturali presenti sul nostro pianeta.
La diversità di specie indica l’abbondanza e la diversità di specie presenti sulla Terra. Si riferisce al numero delle stesse specie presenti in una determinata zona, o alla frequenza delle specie, cioè la loro rarità o abbondanza in un determinato territorio o habitat.
La diversità genetica corrisponde alla totalità del patrimonio genetico a cui contribuiscono tutti gli organismi che vivono sulla Terra. In altre parole consiste nella somma complessiva degli esseri viventi che abitano il pianeta.
La ricchezza della biodiversità nel mondo
La biodiversità non è un valore fisso e stabile. In un dato ambiente, ad esempio, la biodiversità delle specie presenti può aumentare o diminuire nel tempo a causa di diversi fattori, sia naturali che antropici.
Degli oltre 100 milioni di specie presenti sulla Terra solo una minuscola parte è attualmente conosciuta. Le scoperte recenti, infatti, dimostrano che la possibilità che ci siano ancora specie animali non note agli zoologi è molto alta. Molte specie vegetali e di ambienti tropicali o marini, poi, non siano mai state osservate e lo stesso vale per invertebrati e funghi. Per quanto riguarda i batteri, infatti, si osserva che meno dell’1% degli stessi sia stato catalogato.
La biodiversità in Italia: flora e fauna
L’Italia è caratterizzata da un patrimonio di biodiversità tra i più elevati in Europa, sia per il numero totale di specie animali e vegetali, sia per l’alto tasso di endemismo. Tale ricchezza è dovuta alla grande varietà territoriale e climatica che caratterizza il nostro Paese. L’Italia è sede di importanti aree “ad alta densità” di biodiversità ed endemismo, come ad esempio le isole tirreniche, alcuni settori della catena appenninica, o le Alpi Marittime e Liguri.
La flora italiana è costituita da un numero consistente di entità, con 1000 briofite, quasi 3000 licheni e oltre 8000 piante vascolari.
La fauna in Italia conta oltre 60000 specie, di cui circa il 98% è costituito da invertebrati e il rimanente da vertebrati. A spiccare sono gli Artropodi, con quasi 50000 specie, in buona parte appartenenti alla classe degli insetti.
Di fondamentale importanza è anche la a componente marina: la flora presente nei mari italiani ammonta a quasi 2.800 specie.
Sempre più specie a rischio estinzione
Se molte specie che potrebbero contribuire ad aumentare la biodiversità restano ancora sconosciute, si attesta una sua drastica diminuzione nel corso degli anni: le stime ci dicono che ogni giorno scompaiono circa 50 specie. Nonostante l’estinzione sia un fatto naturale, che si è sempre verificato nella storia della Terra, la riduzione di biodiversità attuale è allarmante. In media una specie vive un milione di anni ma oggi la biodiversità si riduce a un ritmo da 100 a 1000 volte più elevato rispetto a quello ‘naturale’. Questo dato evidenzia come l’estinzione di specie che ci troviamo di fronte sia superiore a quella vissuta dal pianeta negli ultimi 65 milioni di anni, persino superiore a quella che ha portato alla fine dei dinosauri.
Come riportato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), un’indagine condotta negli ultimi anni sul territorio di 16 Paesi che vanno dal Sud America all’Indonesia, afferma che il 25% delle 625 specie di primati oggi conosciute è in pericolo di estinzione. Tra le principali cause vi sono la caccia, il commercio illegale, la distruzione degli habitat e i cambiamenti climatici. Alcune di queste specie sono molto vicine all’estinzione totale: la loro popolazione si è ridotta a qualche dozzina di individui. È il caso dell’orangotango di Sumatra e del gorilla di Cross River, al confine tra Camerun e Nigeria.
Quali sono le minacce alla biodiversità
Sono diversi i fattori che minacciano la biodiversità. La diminuzione di biodiversità vegetale e animale è causata principalmente dalla distruzione, la degradazione e la frammentazione degli habitat naturali. Queste ultime si verificano a causa di calamità naturali come incendi, alluvioni, eruzioni vulcaniche ma anche – e soprattutto – da profondi cambiamenti del territorio condotti ad opera dell’uomo.
Molte aree naturali sono state convertite in coltivazioni controllate dall’uomo e nei Paesi più industrializzati continua la perdita di biodiversità a causa della distruzione di habitat naturali per costruire aeroporti, centri commerciali, parcheggi, abitazioni.
La FAO riporta che vengono distrutti in media 13 milioni di ettari di foreste l’anno. Le foreste vengono continuamente degradate dal prelievo di legname, dalla costruzione di miniere, dighe, strade. La maggior parte della deforestazione si concentra nei paesi tropicali.
Riscaldamento globale, cambiamento climatico, inquinamento
La distruzione delle foreste non implica solo una diminuzione della biodiversità. A causa della deforestazione si liberano nell’atmosfera enormi quantità di gas-serra, responsabili del riscaldamento globale. Secondo gli scienziati dell’IPCC circa il 20% dei gas-serra che ogni anno finiscono nell’atmosfera derivano proprio dalla distruzione delle foreste e degli habitat. Il riscaldamento globale e il conseguente cambiamento climatico sono a loro volta fattori che impattano negativamente sulla biodiversità.
Il cambiamento climatico su scala globale, infatti, produce significativi effetti sulla biodiversità in termini di distribuzione delle specie e di mutamento dei cicli biologici.
Un’altra minaccia alla biodiversità è rappresentata dall’inquinamento: oltre alle industrie e gli scarichi civili, anche le attività agricole con l’impiego di insetticidi, pesticidi e diserbanti, alterano profondamente i suoli, impattando sui cicli vitali fondamentali per il funzionamento globale dell’ecosistema.
Introduzione di specie alloctone, caccia e pesca
Per quanto riguarda la fauna, l’introduzione da parte dell’uomo di specie alloctone, ovvero originarie di altre aree geografiche, in un determinato territorio rappresenta un pericolo. In molti casi i “nuovi abitanti” riescono ad adattarsi e a sfruttare al meglio le risorse a disposizione, a discapito delle specie autoctone. La competizione per le risorse limitate, la predazione da parte della specie introdotta e la diffusione di nuove malattie causate da queste ultime può portare all’estinzione delle specie originarie di un territorio. Circa il 20% dei casi di estinzione di uccelli e mammiferi, infatti, è da attribuirsi all’azione di animali introdotti dall’uomo.
L’uomo influisce negativamente sulla biodiversità anche attraverso attività quali la caccia e la pesca eccessive e indiscriminate. Queste ultime possono gravare su specie in situazioni già a rischio per la degradazione degli habitat. Le specie più minacciate in questi casi sono quelle la cui carne è commestibile: la selvaggina e il pesce, anche se in Africa e Asia troviamo tra queste anche scimmie e scimpanzé. A queste specie si aggiungono anche quelle la cui pelle e le cui corna, tessuti e organi hanno un alto valore commerciale: tigri, elefanti, rinoceronti, balene, ecc.
Perché la biodiversità è importante
Si può dire che la biodiversità garantisce la vita stessa sulla Terra. Ciascuna specie, piccola o grande che sia, ricopre e svolge un ruolo specifico nell’ecosistema in cui vive e proprio alla luce di questo ruolo contribuisce al mantenimento degli equilibri vitali dell’ecosistema. La diminuzione della biodiversità impatta, dunque, sulla stabilità dell’habitat. Una vasta varietà di specie, infatti, porta ad una vasta varietà di colture assicurando la naturale sostenibilità di tutte le forme di vita. Un ecosistema in salute reagisce meglio a una malattia o a un’intemperie.
È dimostrato che la perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta le possibilità che si verifichino disastri naturali, come inondazioni o tempeste tropicali, diminuisce il livello della salute all’interno della società e riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche.
La biodiversità, di conseguenza, è importante perché è fonte di beni, risorse e servizi: i cosiddetti servizi eco-sistemici. Di questi servizi beneficiano direttamente o indirettamente tutte le comunità umane, animali e vegetali del pianeta Terra.
L’uomo è il primo a beneficiare – ed a necessitare – della biodiversità; quella vegetale, ad esempio, sia nelle piante coltivate che in quelle selvatiche, costituisce la base dell’agricoltura, consentendo la produzione di cibo e contribuendo alla salute e alla nutrizione della popolazione mondiale.
Perdita di biodiversità e di salute e benessere
Più di un terzo degli alimenti verrebbe meno senza il lavoro degli insetti impollinatori. Questi ultimi trasportano il polline tra i fiori, rendendo possibile la fertilizzazione. Circa 130 mila piante dipendono da insetti come le api per l’impollinazione. Il numero delle api, però è in grave declino negli ultimi anni, a causa dell’utilizzo di pesticidi da parte dell’uomo e per l’influenza delle onde elettromagnetiche che le disorientano, impedendo loro di rintracciare la via dell’arnia e spingendole a morire altrove. Questo caso mette in evidenza come la minaccia alla sopravvivenza di una specie animale si rifletta su quella di una specie vegetale. Fauna e flora insieme caratterizzano la biodiversità e una drastica diminuzione delle stesse porterebbe a risultati catastrofici per l’intero pianeta.
La biodiversità, infatti, fornisce nutrimento, materie prime per la produzione di energia ed è la base per i medicinali. La perdita e l’impoverimento della stessa, di conseguenza, ha impatti pesanti sull’economia e sulla salute perché porta ad una diminuzione della disponibilità di risorse alimentari, energetiche e medicinali.
I provvedimenti per tutelare la biodiversità
La Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) è un trattato internazionale, elaborato durante la Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro nel 1992, al quale fino ad oggi hanno aderito 193 Paesi.
La CBD ha come obiettivo quello di tutelare la biodiversità. Gli Stati firmatari si sono impegnati a raggiungere 3 obiettivi primari: conservare la diversità biologica; favorire un uso sostenibile delle sue componenti; distribuire in modo equo i benefici economici che derivano dall’utilizzo di queste risorse.
L’obiettivo viene perseguito attivamente attraverso una Conferenza delle Parti (COP), ovvero un’assemblea di tutti i Paesi firmatari della Convenzione, che si riunisce ogni due anni ed è responsabile della sua attuazione attraverso le decisioni prese di volta in volta in maniera condivisa. La Conferenza delle Parti ha redatto un Piano strategico di azioni per arrestare la perdita di biodiversità. Resta comunque ancora molto da fare per raggiungere l’obiettivo.
Salvaguardare l’ambiente per garantire la salute
Se in un ecosistema naturale c’è una scarsa biodiversità lo stesso diventa fragile. Un ecosistema fragile soccombe più facilmente ad eventi quali disastri naturali e malattie. Di conseguenza tutelare la biodiversità ambientale è fondamentale per garantire la salute e la sopravvivenza dell’uomo.
La creazione di riserve naturali e di aree protette di qualunque genere ha un ruolo fondamentale nella protezione della biodiversità e di interi ecosistemi. Tale protezione garantisce la sopravvivenza dell’ecosistema.
Le politiche di contenimento di inquinamento, uso della plastica, corretto smaltimento dei rifiuti pericolosi e riciclo sono necessarie a mantenere intatto il delicato equilibrio degli ecosistemi e la ricca varietà di specie. L’Osservatorio Nazionale Amianto e il suo Presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, insistono da anni sulla necessità di fare prevenzione primaria. Quest’ultima ha come obiettivo proprio quello di evitare di inquinare i territori, e così salvaguardare la natura per tutelare la salute.
Tutela della natura e sportello legale
Nella IX Edizione del Premio Eccellenza Italiana, l’Avv. Ezio Bonanni è stato premiato proprio perché “punto di riferimento per tutti coloro che sognano un ambiente rispettoso dell’uomo ma pure di un Uomo consapevole e responsabile dell’ambiente”.
L’ambiente va tutelato da agenti pericolosi e cancerogeni, come l’amianto, il terribile cancerogeno del terzo millennio che continua ad uccidere in Italia e nel mondo.
La tutela della salute allora non può prescindere dalla salvaguardia della natura e dell’ambiente. L’Ona e l’Osservatorio Vittime del Dovere, con la testata Diritto alla salute, si impegnano a fornire corretta informazione e assistenza medica e legale a chi si è ammalato a causa di sostanze cancerogene. Per saperne di più è possibile compilare il form per fare richiesta per una consulenza gratuita oppure contattare il numero verde 800 034 294.