È allarme insufficienza respiratoria acuta per gli anziani, patologia sempre più frequente tra gli anziani. Colpisce, infatti, fino al 40% di pazienti con più di 75 anni ricoverati in reparti per acuti ospedalieri. Il rischio di mortalità arriva fino al 20-25% circa, come risulta da uno studio recentemente pubblicato nella rivista internazionale “Internal and Emergency Medicine” e condotto nella UOC di Geriatria dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.
I dati riportati confermano l’appropriatezza dell’accesso degli anziani in Pronto Soccorso. Ciò nonostante nel 2022 uno studio italiano avesse smentito il luogo comune secondo cui gli accessi in PS degli anziani fossero più inappropriati di quelli dei giovani. Adesso è stato dimostrato esattamente il contrario.
Il 38° Congresso Nazionale della SIGOT
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I suddetti temi sono stati al centro del 38° Congresso Nazionale della Società Italiana Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT), svoltosi di recente a Roma.
«L’insufficienza respiratoria acuta (carenza di ossigeno nel sangue arterioso) è la prima diagnosi di dimissione dei pazienti con più di 75 anni. In alcuni reparti coinvolge fino al 40% dei pazienti». Lo afferma Filippo Luca Fimognari, Direttore Scientifico SIGOT e Direttore della UOC di Geriatria e del Dipartimento Medico dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. «Uno studio appena pubblicato e basato su 2024 ospedalizzazioni nella Geriatria della nostra Azienda Ospedaliera, ha rilevato che ne era affetto ben il 48% dei pazienti. Può essere provocata da varie patologie acute, in primis lo scompenso cardiaco, ma anche da Bpco riacutizzata, polmoniti, embolia polmonare, sepsi, versamenti pleurici».
Fimognari: appropriato il ricorso in PS per questa patologia
È un vero allarme quello che la comunità dei geriatri lancia per l’insufficienza respiratoria acuta.
«È necessario identificare subito le cause per definire la prognosi – continua Fimognari – che spesso è negativa. Con una mortalità intra-ospedaliera del 20-25% (rispetto al 4% di mortalità dei pazienti senza insufficienza respiratoria), e per poter trattare le patologie sottostanti. Per fronteggiare l’insufficienza respiratoria acuta serve anche un impegno del territorio per i pazienti dimessi che spesso necessitano di una ossigeno-terapia a domicilio. Soprattutto rimane centrale il ruolo dell’ospedale, poiché i pazienti che arrivano in Pronto Soccorso con questa patologia costituiscono una percentuale consistente di codici ad alta gravità. Devono essere accolti senza pregiudizi e ricoverati tutte le volte in cui il ricovero sia ritenuto clinicamente opportuno. Il ricorso in PS è appropriato, perché pur essendo una patologia sotto diagnosticata e di cui si parla poco, è una vera e propria epidemia».
Carenza reparti di geriatria per acuti e affollamento dei PS
La patologia pone l’esigenza di nuovi posti letto in area medica.
Particolare attenzione deve prestarsi «ai reparti di geriatria per acuti – aggiunge Fimognari – la cui carenza spiega anche l’affollamento dei Pronto Soccorso. Spesso sono intasati da pazienti già arruolati per essere ricoverati, ma che non possono essere trasferiti in reparto per la mancanza di posti letto. Questa realtà conferma quanto già rilevato dallo studio pubblicato sulla rivista scientifica Geriatrics & Gerontology International nel 2022. Si riscontrava come gli accessi degli anziani in PS, ed i successivi ricoveri nei reparti, fossero quattro volte più appropriati negli anziani che nei giovani. La diffusione dell’insufficienza respiratoria acuta conferma che le condizioni di cronicità e fragilità rendono gli anziani clinicamente instabili, maggiormente vulnerabili. Pertanto più a rischio di quadri clinici acuti e gravi, che richiedono l’accesso in Pronto Soccorso e spesso il successivo ricovero», conclude l’esperto.
Ricoveri anziani, evitare la perdita dell’autonomia
Tra i dati evidenziati dai geriatri emerge l’importanza della gestione territoriale del paziente anziano con cronicità e disabilità. Ma anche la necessità di un rafforzamento degli ospedali, che spesso sono causa di disabilità nelle persone anziane.
«Bisogna ribadire che l’idea che gli anziani accedano in Pronto Soccorso per motivi inappropriati sia un mero pregiudizio, come certificato da importanti studi». Così Alberto Ferrari, presidente Onorario SIGOT e geriatra presso il 3C Salute di Reggio Emilia. «Evitare che il ricovero provochi nel paziente anziano la perdita dell’autonomia. Un esito che si può verificare se il paziente anziano non è approcciato correttamente. Se è approcciato con il Comprehensive Geriatric Assesment effettuato in Unità Operativa di Geriatria per acuti (Uga) ha meno rischio di perdere abilità. Si permette al paziente di rimanere a domicilio, di recuperare più velocemente da un intervento, di ridurre il rischio di essere istituzionalizzato. E di andare incontro a decesso».