L’amianto detto asbesto comprende un gruppo di sei minerali fibrosi. Il termine amianto comunemente si usa per indicare l’asbesto: le due parole sono sinonimi ed identificano sei tipi di sostanze minerali che appartengono alla famiglia dei silicati. Si tratta di materiali molto pericolosi per la salute umana, si tratta infatti di sostanze cancerogene che possono dare luogo a numerose malattie, dette asbesto correlate, che possono essere di natura infiammatoria o tumorale.
Sono ancora tantissimi, a distanza di decenni dalla messa al bando dell’amianto come materiale di costruzione e commercializzabile (L. 257/92), le persone che soffrono le conseguenze derivanti dalla sua esposizione. L’Italia nel 2021 ha contato almeno 7000 morti per la presenza di amianto in edifici pubblici e privati, a causa di ormai inaccettabili ritardi nella bonifica. La prevenzione è lo strumento fondamentale per la tutela della salute e dell’ambiente, e la bonifica è lo strumento di prevenzione per eccellenza perché rimuove il problema delle esposizioni alla radice. Esistono diverse tecniche di bonifica, che vengono applicate da ditte specializzate.
I vari tipi di minerali di amianto sono:
La caratteristica che hanno in comune è la loro natura fibrosa, detta anche asbestiforme.
Dove si trova e come si ottiene l’amianto
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L’amianto si trova in natura ed è presente in diverse parti del mondo. Ad esempio in Italia si trova sulle Alpi (antofillite è presente in Val Passiria, Merano, Alto Adige) e in misura minore sull’isola dell’Elba. Per quanto riguarda gli altri Paesi, troveremo amianto in Svizzera sempre lungo l’arco alpino, in Canada, in Russia sulla catena montuosa degli Urali, in Finlandia, in Sudafrica (amosite e crocidolite).
Il materiale di amianto utilizzabile a scopo industriale, si realizza a seguito dell’estrazione dalla roccia madre attraverso la macinazione. Dalla roccia macinata si asportano le fibre: esse sono di minuscole dimensioni. Per diventare amianto, i minerali vengono sottoposti a processi idrotermali a bassa temperatura e a bassa pressione.
Asbesto, perché è così diffuso: i principali usi
La rapida diffusione dell’asbesto nel settore dell’edilizia e nei trasporti si deve al fatto che si lega con facilità a calce, cemento, gesso, nonché a polimeri come la gomma e il pvc. Tutti materiali di uso comune nel settore industriale ed edilizio.
Dal punto di vista commerciale, i minerali di amianto di maggiore interesse sono la crocidolite e la amosite, mentre il più usato in assoluto è il crisotilo (circa il 93 per cento) per il suo basso costo e per le sue caratteristiche di lunghezza e flessibilità, con una importante resistenza al calore e alla tensione.
L’amianto è quasi indistruttibile: lo dice la parola stessa. “Amiantos” significa cioè incorruttibile, mentre il suo sinonimo asbesto (“asbestos”), vuol dire inestinguibile.
Una delle sue caratteristiche è infatti la resistenza:
- alle alte temperature, fino ai 2000 gradi
- ad agenti esogeni come gli acidi
- alla trazione, è infatti estremamente flessibile
Altre caratteristiche dell’asbesto:
- si tratta di una sostanza abbondante in natura ed economica;
- è fonoassorbente, motivo per il quale veniva spesso spruzzato sulle pareti e sui soffitti degli edifici pubblici come ad esempio le scuole e gli ambienti delle metropolitane per attutire i rumori;
- ha capacità termoisolante, veniva quindi usato nelle tubazioni, per isolare forni e caldaie, per trasportare vapore;
- è compatto quando si lega a matrici resistenti e stabili (come nel caso dell’eternit), altrimenti è molto friabile
Le caratteristiche dei sei minerali di amianto
I minerali di amianto si classificano in anfiboli e serpentini. Questi ultimi sono contenuti nelle rocce metamorfiche: l’unico ad appartenervi è il crisotilo. Tutti gli altri invece sono anfiboli: comuni nelle rocce metamorfiche e magmatiche, sono di vari colori e spesso usati a scopo collezionistico.
- Crisotilo: dal greco, “fibra d’oro”. La composizione chimica è Mg3Si2O5(OH). N. CAS 12001-29-5). È l’unico minerale di amianto di derivazione serpentina. Il crisotilo è detto amianto bianco: è un silicato di magnesio e si trova nelle rocce in forma di grandi aggregati fibrosi, con una lunghezza di 2-3 metri.
- Actinolite: dal greco, “pietra raggiata”. È un silicato idrato di calcio, ferro e magnesio: composizione chimica (Ca2(Mg,Fe)5Si8O22(OH)2. N. CAS 77536-66-4. Il suo colore è verde-nero. Si presenta in forma granulare o massiva. Pericoloso nella sua forma fibrosa (Byssolite), compatto è innocuo e ha funzione ornamentale in molti Paesi.
- Amosite o “amianto bruno”, il suo nome deriva dall’acronimo di “Asbestos Mines Of South Africa” che ricorda la zona di provenienza che è il Sudafrica. Amosite è il nome commerciale dei minerali grunerite e communigtonite. È un silicato idrato di ferro e di magnesio; la composizione chimica è (Mg,Fe)7Si8O22(OH)2. N. CAS 12172-73-5).
- Antofillite: dal greco, “garofano”. La composizione chimica è (Mg,Fe)7Si8O22(OH)2, n. CAS 77536-67-5. Frequente in Italia, sulle Alpi (Alto Adige) e in misura minore sull’Isola d’Elba. Si tratta di un minerale molto fragile, perché resiste bene al calore ma non alla trazione.
- Crocidolite o “amianto blu”; dal greco, “fiocco di lana”. È una varietà di tipo fibroso del minerale riebeckite e la composizione chimica è Na2(Mg,Fe)7Si8O22(OH). N. CAS 12001-78-4).
- Tremolite: il nome ricorda il luogo di estrazione, la Val Tremola in Svizzera. La composizione chimica è (Ca2Mg5Si8O22(OH)2. N. CAS 77536-68-6. Era usato nel settore edile, in prodotti a base di calcestruzzo, gesso, latero-gesso e cemento.
I rischi per la salute
L’amianto o asbesto è stato un materiale molto usato in edilizia e nei trasporti, soprattutto negli anni Settanta. Dal 1992 in Italia sono vietate la produzione e l’installazione di materiali contenenti amianto, mentre dal 1994 ne sono vietate anche l’importazione e la vendita. La legge 257/92 non ne ha imposto però la rimozione, dunque tale sostanza è ancora presente in numerosi edifici pubblici e privati; l’obbligo riguarda invece la comunicazione all’autorità sanitaria della sua presenza.
L’amianto è un materiale molto pericoloso per la salute perché può sfibrarsi in numerose microparticelle altamente cancerogene, che possono essere facilmente inalate o ingerite, se sciolte nell’acqua. Questo perché ogni fibra di amianto, comunemente considerata in modo singolo, è invece un agglomerato di migliaia di fibre scomponibile a seguito di sollecitazioni. Le fibrille – così si chiamano le fibre di amianto che si sfaldano ulteriormente – hanno uno spessore molto più piccolo di un capello (fino a 1300 volte) e del nylon: in un centimetro lineare se ne possono contare centinaia di migliaia e possono restare a lungo sospese negli ambienti: possono impiegare anche fino a 48 ore per toccare il suolo. Dunque il rischio da esposizione è molto alto.
L’amianto si respira e si ingerisce
Se inalate, a seconda della loro dimensione le particelle di amianto possono fermarsi alle vie aeree superiori ed essere eliminate, oppure possono penetrare più a fondo: le fibrille inalabili hanno un diametro fino a 0,015 millimetri e sono lunghe tra 0,08 e 0,2 millimetri. Quando le particelle arrivano ai polmoni, possono incastrarsi al livello dei bronchi e della pleura.
Le malattie asbesto correlate sono molte e sono di natura infiammatoria e tumorale. Si è detto infatti che le particelle di asbesto sono cancerogene come confermato dalla monografia IARC e le conseguenze dell’esposizione possono comparire anche a distanza di molti anni.
All’amianto sono correlati i vari tipi di mesotelioma, tumore del polmone, neoplasie della laringe, dell’ovaio, dello stomaco, del colon retto, della faringe e dell’esofago.
Quando invece l’asbesto viene ingerito attraverso l’acqua, non provoca patologie legate all’accumulo, ma può favorire la formazione di polipi benigni nell’intestino.
Difendersi dalle conseguenze dei minerali di amianto
Come si è visto, le conseguenze dell’esposizione all’amianto possono essere molto gravi e sono purtroppo davvero tanti i luoghi dove ancora si rischia, mentre si vive normalmente in città ed anche mentre si è al lavoro. Esistono diversi livelli di prevenzione: primaria, secondaria, terziaria, per difendersi dalle conseguenze dell’asbesto. La primaria consiste nella bonifica dei siti contaminati per eliminare del tutto il problema; la secondaria riguarda il monitoraggio della salute; la terziaria consiste nella tutela legale.
L’Osservatorio Vittime del Dovere ha questo compito: fare da guida e supporto, assistere dal punto di vista legale chi ha subìto danni e chi teme per la propria salute a causa dell’amianto, attraverso l’avv. Ezio Bonanni che nel “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022” ha denunciato i ritardi nella messa in sicurezza dalla sostanza killer di edifici pubblici, privati e stabilimenti produttivi.