Anni di battaglie nelle aule dei tribunali e finalmente giunge una sentenza di risarcimento ai parenti di una ex dipendente civile del Policlinico Militare di Anzio morta nel 2009 a causa di un mesotelioma pleurico per amianto.
La donna aveva lavorato per quasi trent’anni nella struttura nelle struttura dove all’epoca era presente la pericolosa sostanza che ha causato la malattia asbesto correlata.
Un caso che si unisce agli oltre 7mila casi di morti da amianto solo in Italia.
Risarcimento di 750.000 ma la ferita della famiglia sarà sempre aperta
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La sentenza del Tribunale di Roma è definitiva e passata in giudicato. Una decisione che condanna del ministero della Difesa a indennizzare i familiari della donna, ossia madre, sorella e nipoti, per un totale di oltre 750 mila euro. L’azione legale è stata portata avanti grazie all’impegno dell’ONA e adegli Avv.ti Ezio Bonanni e Ciro Palumbo.
Già nel 2016 era stata riconosciuta la presenza di amianto che portò alla successiva bonifica.
Le dichiarazioni dell’Avv. Ezio Bonanni
“Questa decisione restituisce dignità alla vittima e alla sua famiglia, e rappresenta un segnale importante per tutte le vittime dell’amianto” – commenta Ezio Bonanni, presidente dell’ONA – “dietro ogni numero ci sono persone, affetti e storie di sofferenza. Continueremo a batterci perché nessun lavoratore debba più pagare con la vita il prezzo dell’amianto”.
Importanti traguardi che costituiscono comunque una magra consolazione, perché il valore della perdita di un proprio caro è incommensurabile.
