Un milione di euro di indennizzo alla famiglia dell’operaio Angelo T., morto di mesotelioma all’età di 72 anni per l’esposizione all’amianto in Fincantieri e S.A.I.T. Spa. La Corte d’Appello di Napoli ha confermato la condanna delle due aziende al maxi risarcimento in favore dei familiari dell’assistito dell’avv. Ezio Bonanni e dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto.
La Corte di Appello di Napoli conferma la sentenza di condanna di Fincantieri S.p.A. e Sait Spa al risarcimento del danno per il decesso dell’operaio. A darne notizia è la stessa ONA.
Angelo, gli operai e l’amianto in Fincantieri
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La storia di Angelo è simile a quella di tanti altri lavoratori esposti ad agenti patogeni letali. Nato e residente con tutta la sua famiglia a Castellamare di Stabia, l’uomo ha lavorato dal 1963 al 1995 per l’azienda Sait; quest’ultima che forniva manodopera alla Fincantieri. Nello specifico aveva svolto le mansioni di manovale fino al 1966; poi pittore per due anni e infine coibentatore, sempre a contatto diretto con le polveri di amianto.
A confermare l’esposizione anche il dottor Roberto Ficuciello, specialista in medicina legale e delle assicurazioni, che ha riconosciuto il nesso di causalità tra la patologia riscontrata e il lavoro svolto dall’ex dipendente.
“L’ambiente di lavoro – si legge nella decisione – era al chiuso, all’interno dell’unità navale, e privo di aspiratori localizzati delle polveri e senza ricambio di aria. Locali chiusi, come la sala macchine, presso i quali trascorreva l’intera giornata lavorativa, gomito a gomito anche con altri colleghi”. Le attività che svolgeva “determinavano aerodispersione di polveri e fibre di amianto, che rimanevano liberate nell’aria”.
Bonanni (ONA): “Sentenza anche per le altre vittime”
Si tratta di una “sentenza che apre le porte al risarcimento dei danni anche per tutte le altre vittime nel cantiere navale di Castellammare; soprattutto con in riferimento alla congruità del risarcimento per esposizione professionale del lavoratore all’amianto“. A dichiararlo è l’avv. Bonanni, che ha seguito la famiglia della vittima: la moglie Francesca, i figli Alfonso e Maria, hanno ottenuto un indennizzo pari a un milione di euro per il decesso del povero Angelo T., avvenuto per un mesotelioma da esposizione alle fibre di amianto il 5 marzo 2016.
L’ONA ha istituito un servizio di assistenza sanitaria e legale per coloro che hanno ricevuto la diagnosi di mesotelioma tramite il sito https://mesotelioma-pleurico.it/mesotelioma-tipologie-aspettative-di-vita-e-cura/ o tramite il numero verde 800 034 294.