L’Italia si trova da decenni ad affrontare i pesanti strascichi di due gravi problematiche ambientali e sanitarie: l’amianto e la situazione dell’ex ILVA. Entrambe le questioni sono legate a una lunga storia di inquinamento industriale. ed alla difficile gestione delle conseguenze che questo ha avuto su salute, ambiente e territorio.

Amianto: un nemico invisibile e mortale

L’amianto è stato ampiamente utilizzato in Italia fino agli anni ’90, soprattutto nell’edilizia e nell’industria, per le sue proprietà di isolamento termico e resistenza.
Tuttavia, a partire dagli anni ’60, si è scoperto che le fibre di amianto sono estremamente dannose per la salute umana. Il principale rischio legato all’esposizione all’amianto è rappresentato dalle malattie respiratorie gravi, come l’asbestosi, il mesotelioma pleurico (un tipo di cancro ai polmoni) e il carcinoma polmonare.
Nonostante il divieto dell’uso dell’amianto in Italia nel 1992, le sue conseguenze sono ancora ben lontane dall’essere risolte. Milioni di italiani sono stati esposti all’amianto, sia a causa di lavori diretti con materiali contenenti amianto che per la contaminazione indiretta, ad esempio nelle scuole, negli ospedali e nelle case.
La situazione è particolarmente preoccupante in alcune aree del paese, dove l’amianto è ancora presente nelle strutture pubbliche e private, e dove la bonifica procede con lentezza a causa della complessità delle operazioni e dei costi elevati.

Il caso Ex ILVA: un’industria contaminata dal passato

L’ILVA, uno dei più grandi impianti siderurgici d’Europa, è stato per decenni uno dei principali motori economici del sud Italia. Tuttavia, le gravi problematiche legate all’inquinamento atmosferico e alle malattie causate dalle emissioni dell’acciaieria hanno trasformato l’ILVA da simbolo di sviluppo industriale a causa di un disastro ambientale e sanitario. Le polveri sottili e le sostanze tossiche rilasciate nell’aria dalla produzione industriale hanno causato numerosi problemi respiratori e tumori, aumentando esponenzialmente la mortalità nella popolazione residente nelle aree circostanti. Le indagini hanno dimostrato che le emissioni di diossine e altre sostanze cancerogene hanno contaminato l’ambiente circostante, con effetti devastanti sulla salute di chi vive a Taranto e nelle vicinanze.

Il futuro: interventi di bonifica e risanamento

Per risolvere i problemi legati all’amianto e all’ex ILVA, sono necessari interventi rapidi e decisi da parte delle istituzioni. La bonifica dei siti contaminati deve avvenire in modo sistematico e non può più essere rimandata.

A Taranto, la sfida principale è trovare un equilibrio tra la protezione della salute dei cittadini e la salvaguardia dell’occupazione. Le soluzioni non sono facili: occorre un piano strategico che preveda sia la chiusura definitiva degli impianti obsoleti e pericolosi, sia il sostegno per la riconversione industriale verso attività più verdi e meno inquinanti.

La posizione di Sergio Costa sull’amianto

 “Tanto è stato fatto nella scorsa legislatura, ma non è stato fatto tutto. Ora la grande frontiera da vincere è quella di bonificare totalmente l’amianto dal territorio nazionale ed europeo.
C’è una direttiva europea che ci impone di fare una nuova norma entro il 2025 per arrivare ad azzerare l’amianto nel 2030 in tutta Europa.
Questo ha un costo notevole che uno Stato serio deve affrontare e mettere in bilancio. L’altro obiettivo è quello di riconoscere che per tanti anni lo stesso Stato ha sbagliato a non rendersi conto che l’amianto determinava un’ingiuria seria a carico di gruppi interi di persone, popolazioni, cittadini, famiglie, anche per più generazioni.
Uno Stato serio inizia un percorso  – io l’ho iniziato quando ero Ministro dell’Ambiente – . I tempi sono lunghi per poterlo affrontare e vincere ma non ci si deve fermare. Questa è la grande sfida, non fermarsi perché altrimenti saremmo sempre a lamentare nuovi morti e nuove sofferenze.”ha dichiarato Sergio Costa, Vicepresidente della Camera ed ex ministro dell’ambiente durante il convegno “Sicurezza sul Lavoro e Benessere psicologico” di ONA – Osservatorio Nazionale amianto, organizzato dall’Avv. Ezio Bonanni, da anni impegnato nella lotta all’amianto.

Possibilità per l’Ex Ilva di Taranto

Il Vicepresidente ha speso parole anche per il caso Ex Ilva:

“Nel periodo in cui fui Ministro dell’Ambiente approvammo finalmente quello che fu il piano ambientale. Un modo per poter dire potete finalmente tornare a sperare che il futuro cambi. Ma il grande impegno per la ex Ilva di Taranto è quello di cambiare il sistema produttivo. Non quello di chiudere in senso stretto, ma cambiare il sistema dell’alto forno. Questa è la grande sfida da vincere. Ora la tecnologia ce lo consente. Il tema non è rinunciare all’acciaio ma sappiamo che la produzione si può fare in modo diverso. Se si pensa di vendere l’Ilva a favore di stranieri l’elemento da mettere in conto per la vendita è la piena decarbonizzazione con una nuova tecnologia, altrimenti si insegue sempre una vecchia tecnologia che determina morte.”