Amianto a Catanzaro, in prossimità delle case dei cittadini che hanno a lungo respirato “polveri” pericolose per la salute. Sequestrata una discarica abusiva nel pieno centro cittadino di Catanzaro. In prossimità delle abitazioni, 130 metri cubi di rifiuti speciali contenenti amianto sostavano ormai da tempo.
Peraltro in un’area scoperta su terreno all’aperto, e quindi costantemente esposti agli agenti atmosferici e alle acque meteoritiche in assenza di sistemi di regimentazione e smaltimento.
Amianto, ondulino bituminoso catramato, rame, ferro e resti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Questi i rifiuti abbandonati che deturpavano il paesaggio del capoluogo calabrese, mettendo a rischio la salute dei residenti.
Amianto in Calabria, emergenza sanitaria
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Il problema amianto nella Regione Calabria non è un segreto. Tale è la portata che il tema è stato affrontato più volte negli anni. Infatti, il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, l’avv. Ezio Bonanni, ne ha parlato non solo nei tribunali, ma anche in altre sedi per spingere sugli interventi di bonifica, e quindi sulla tutela della salute pubblica e dell’ambiente.
Amianto Catanzaro, l’intervento del presidente Danilo Sergi
Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Commissione Igiene Ambientale del Comune di Catanzaro, Danilo Sergi, che ha evidenziato la mancanza di responsabilità nella gestione dell’emergenza amianto.
“La Regione Calabria – scrive Sergi -, ha mostrato una preoccupante mancanza di attenzione e responsabilità nella gestione di questa emergenza sanitaria, ignorando il termine di scadenza del Piano Regionale Amianto”.
Piano Regionale, Sergi: “Grande inadempienza”
Il presidente fa riferimento al “Piano Regionale Amianto per la Calabria” (P.R.A.C.), approvato ufficialmente nel 2016, per promuovere sul territorio regionale una serie di interventi al fine di contrastare la presenza di amianto.
Tra questi: bonifiche, sostegno alle persone affette da malattie asbesto correlate, promuovere ricerca, prevenzione e comunicazione. Dunque uno strumento fondamentale per continuare la battaglia all’asbesto.
“Tuttavia – continua Sergi – la sua scadenza nel maggio 2022 e l’assenza di azioni concrete da parte della Regione Calabria rivelano una grande inadempienza da parte dell’amministrazione regionale. La mancanza di un Nuovo Piano Regionale amianto comporta gravi conseguenze sulla salute dei cittadini calabresi. E può causare gravi patologie respiratori e altre malattie mortali”.
Amianto Catanzaro, patologie negli elenchi INAIL
A proposito di gravi patologie, i dati relativi ai numeri regionali e nazionali delle malattie asbesto correlate, pubblicati dall’INAIL, rimangono parziali. Infatti, l’ente previdenziale, rende noti solo i numeri delle malattie – e non tutte – contenute nella lista 1: ossia quelle di origine lavorativa di “elevata probabilità”.
Infatti sono le più conosciute anche tra i non esperti: asbestosi polmonare; placche e/o ispessimenti della pleura; mesotelioma pleurico, pericardico, peritoneale e della tunica vaginale del testicolo; tumore del polmone, della laringe e delle ovaie.
Nella lista II dell’INAIL troviamo i casi di malattie asbesto correlate che l’ente stima di “limitata possibilità”: tumore alla faringe, cancro dello stomaco, cancro del colon retto. E poi c’è la lista III (patologie asbesto correlate di origine professionale possibile) che presenta un’unica neoplasia: il cancro dell’esofago.
Nella II e III delle liste, al fine di ottener un risarcimento da parte dell’INAL, è fondamentale dimostrare in sede legale il nesso causale.
L’avv. Bonanni: “Ci sono altri tumori causati anche dall’amianto”
Ma la lista è ancora più lunga. Nel volume “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia”, l’avv. Bonanni, ha riportato un elenco con le ricerche che dimostrano l’insorgenza di determinate patologie causate anche dalla presenza di amianto.
Sono malattie diffuse e che ci riguardano tutti: tumore al cervello, alla colecisti, al colon retto, tumori emolinfopoietici, tumore all’esofago, alla laringe-lingua, alla mammella, all’ovaio, al pancreas, al peritoneo, alla prostata.
E poi ancora il tumore: al rene, allo stomaco al testicolo, alla tiroide, alla vagina-vulva, alla vescica, alla pleura, al polmone.
Inoltre patologie degenerative, non tumorali che colpiscono il cuore (miocardiopatia) e il sistema nervoso centrale (morbo di Alzheimer, autismo, Sclerosi Laterale Amiotrofica).
Un elenco che fa riflettere sul perché le fibre di amianto siano definite “killer”. Hanno ucciso e continuano a uccidere i lavoratori direttamente esposti. E concorrono, insieme ad altri agenti cancerogeni, a spezzare vite che hanno il diritto di respirare. Come quella dei cittadini di Catanzaro.