amianto a pesaro - amianto ad Altopascio

Amianto ad Altopascio, in provincia di Lucca, dove le sigle sindacali hanno chiesto di fermare i lavori di bonifica. Le operazioni di rimozione dell’asbesto, infatti, richiedono particolari procedure nel rispetto dell’incolumità di chi lavora, dell’ambiente, e delle persone che vi abitano.

La notizia sul cantiere sospeso ad Altopascio mette in evidenza l’importanza della sicurezza sul lavoro di cui ancora oggi si evidenziano crepe e storture.

Amianto ad Altopascio, cosa è successo?

Nei giorni scorsi ad Altopascio c’è stato lo stop ai lavori di una ditta edile che stava operando per la rimozione dell’amianto sul tetto di un capannone semi dismesso. Già nei mesi precedenti i sindacati Cgil e Fistel Cisl avevano segnalato delle difformità nelle procedure.

Più volte la Rsu e il Rls aveva fatto presente che l’adozione delle misure necessarie da parte della ditta alla quale erano stati affidati i lavori per la rimozione delle lastre di amianto non appariva convincente – scrivono le sigle sindacali -. Diverse erano le lacune rilevabili e le inadempienze rispetto a quanto previsto dal piano di lavori. Su diversi fronti: delimitazione e chiusura della zona dei lavori, operazioni di pulizia da effettuarsi periodicamente, modalità di trattamento delle lastre stesse”.

L’allarme – continuano le sigle sindacali – è diventato paura con le operazioni di rimozione di un telone divisorio che circoscrive l’area dei lavori. E’ stato importante per loro e per noi tutti assistere all’intervento della Asl e della polizia municipale di Altopascio”.

Così dopo i controlli della Asl e la conferma della presenza di difformità nelle procedure di sicurezza, il cantiere è stato fermato.

Bonifica amianto, prevenzione primaria

La prima azione e quella più risolutiva per la tutela della salute pubblica e ambientale è la bonifica dei luoghi contaminati dall’amianto. Definita prevenzione primaria, consiste in una serie di interventi pratici che impediscono la diffusione di patologie asbesto correlate.

Come si effettua la bonifica per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro? Attraverso il confinamento, la rimozione e l’incapsulamento.

Il confinamento prevede l’isolamento completo dell’intero ambiente in cui si trova l’amianto al fine di evitare la dispersone delle fibre nell’aria.

La rimozione prevede lo smantellamento delle lastre di amianto ma è fondamentale la messa in sicurezza di chi opera.

L’incapsulamento significa letteralmente incapsulare l’amianto all’interno di un’altra sostanza al fine di proteggerlo dall’usura data dal tempo, clima e utilizzo.

Aspetto fondamentale da considerare nel momento in cui si procede alla rimozione dell’asbesto: lo stato del materiale. Infatti, l’amianto compatto comporta rischi limitati e può essere smantellato e rimosso più facilmente. Mentre l’amianto friabile deve essere necessariamente incapsulato perché ad alta dispersione di fibre. Nel caso in cui l’amianto è danneggiato: è obbligatoria la segnalazione all’autorità sanitaria.

L’azione più intelligente e anche più economica a lungo termine è la rimozione dell’asbesto. Infatti, nel tempo tende a deteriorarsi anche a causa degli agenti atmosferici. Ricordiamo che gran parte dell’amianto viene abbandonato il luoghi aperti e prossimi alle abitazioni. E così insorgono malattie asbesto correlate di cui l’INPS si dovrà far carico con spese maggiori rispetto all’azione di prevenzione.

Amianto ad Altopascio, chi si occupa delle bonifiche?

Delle bonifiche si possono occupare soltanto ditte specializzate ed iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali.

Questo significa conoscere e quindi rispettare tutte le norme previste a tutela dei lavoratori impegnati nella bonifica, della salute pubblica e dell’ambiente.

Le attività di bonifica da amianto risultano di estrema complessità perché possono essere espletate solo nel rispetto dei dettami indicati da molteplici norme di settore. Quest’ultime sono emanate da diversi Ministeri: del Lavoro, della Salute e dell’Ambiente.

Amianto ad Altopascio, ancora si muore sul lavoro

Secondo le indicazioni fornite dall’INAL, uno dei modi per prevenire esposizioni professionali all’agente cancerogeno amianto è quello di identificare le varie sorgenti di rischio. In tal modo si possono prevedere, fin dalle fasi di progettazione, specifiche misure di protezione per i lavoratori e per gli ambienti di vita.

L’attività di bonifica amianto è spesso svolta in condizioni difficili quali ambienti confinati staticamente e dinamicamente o, in alcuni casi, in ambienti out-door – scrive l’INAIL -. Ciò prevede un’adeguata protezione per gli addetti agli interventi in campo. Ma anche per eventuali altre persone presenti nelle aree interessate dai lavori, qualora si operi  in siti attivi. La riduzione o l’eliminazione del rischio può dunque essere conseguita solo grazie agli sforzi congiunti di tutte le parti interessate e l’adozione di specifici Dpc e Dpi”.

Nonostante si parli di una cultura della sicurezza sul lavoro, i fatti dimostrano che ancora si muore sul lavoro. Con le esposizioni alle fibre di amianto c’è il rischio di ammalarsi, in altri siti si cade da 15 metri di altezza.

Osservatorio Nazionale Amianto e la consulenza gratuita

L’ONA lavora su tutto il territorio nazionale per mappare i siti. Lo fa anche attraverso il prezioso contributo dei cittadini che, attraverso un’App gratuita, possono segnalare la presenza dell’asbesto presente su tutto il territorio nazionale.

Inoltre l’Osservatorio Nazionale Amianto offre assistenza e tutela legale a tutti coloro che hanno bisogno di maggiori informazioni sull’amianto e i suoi rischi; in particolare a coloro che sono esposti e che hanno subìto esposizione in passato ad amianto o altre sostanze nocive. Per una consulenza gratuita si può chiamare al numero verde 800.034.294.