Disturbo psichiatrico dovuto al contatto con amianto a Trieste per un operaio del porto. La Corte di Appello di Trieste ha riconosciuto la malattia professionale asbesto correlata all’uomo. Oggi 71enne, Claudio Visintin, lavorò per la Compagnia portuale dal 1970 al 1981.
L’operaio si occupava di facchinaggio e movimentava sacchi di juta contenenti asbesto; inoltre manipolava materiali friabili e compatti sempre in amianto. L’uomo, originario di Bue d’Istria, si è ammalato di placche pleuriche, con lesione psicobiologica, disturbo dell’adattamento con umore depresso ad andamento cronico. “Ogni giorno respirava le polveri killer senza protezioni e senza conoscerne il rischio” – si legge in una nota dell’ONA, Osservatorio nazionale amianto, presieduto dall’avv. Ezio Bonanni. “Questa sentenza apre le porte ad una nuova frontiera del danno e riconosce che anche il danno psichico, oltre al danno morale, deve essere risarcito” – ha commentato il legale.
Operaio malato per l’amianto a Trieste, la storia
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Nel 2015 l’Inail aveva accertato la malattia professionale per gli ispessimenti pleurici, aggravati da una menomazione all’integrità psicofisica del 3%. L’operaio dunque per lo Stato non aveva diritto ad alcun indennizzo perché la percentuale base per ottenerlo è del 6%.
La vita dell’uomo però era già rivoluzionata: difficoltà respiratorie, stanchezza, la paura del mesotelioma; e i continui controlli sanitari. Anche i rapporti familiari stavano cambiando: la preoccupazione di aver esposto moglie e figli all’amianto era troppo forte. Il 23 febbraio 2016 tentò di togliersi la vita. “Gli avevano certificato un disturbo post traumatico da stress subito per l’esposizione all’amianto e all’insorgenza delle placche pleuriche” – spiega l’ONA.
“Il Tribunale di Trieste nel 2021 non aveva riconosciuto all’uomo il disturbo psichiatrico quale patologia professionale asbesto correlata, ora la Corte di Appello con questa sentenza, nella quale ha quantificato un danno complessivo liquidato di € 12.573,00 a cui vanno aggiunte le rivalutazioni annuali e gli interessi, apre le porte ad una nuova frontiera del danno; riconosce infatti che deve essere risarcito anche il danno psichico, oltre al danno morale. Una vittoria storica perché Visintin non era dipendente dell’Autorità Portuale, bensì della Compagnia Portuale/Coop. Abbiamo ottenuto un significativo risultato che finalmente gli rende un po’ di giustizia, anche se questa somma è minima. Purtroppo questo rischio è sempre sottovalutato, anche in termini risarcitori, nonostante il flagello dell’amianto, che ha ucciso e continua ad uccidere in Trieste e nella Venezia Giulia” – ha spiegato Bonanni.
Ed aggiunge l’avv. Corrado Calacione: “Claudio ha avuto il merito di non arrendersi all’ostruzionismo dell’Autorità Portuale, che cerca sempre di negare le sue responsabilità, e ha interpretato il suo impegno anche per rendere dignità e giustizia alle decine e decine di colleghi di lavoro che purtroppo sono deceduti“.
Amianto in Friuli Venezia Giulia, 1346 casi di mesotelioma
I casi di mesotelioma in Friuli-Venezia Giulia, censiti fino al 2018, sono 1346. Lo dice l’ultimo rapporto ReNaM. La regione è ancora piena di amianto. Lo stesso ente ha pubblicato i dati sulla presenza della fibra killer nel territorio: in particolare nella provincia di Trieste, la stima (per difetto) è di un milione di tonnellate. Prevenzione, bonifiche e controlli medici sono le armi migliori che abbiamo per difenderci dai danni dell’amianto e delle altre sostanze cancerogene.