Una variante genetica alleata del cervello arriva in soccorso contro la malattia di Alzheimer. Secondo quanto reso noto da Ansa, aiuterebbe i neuroni ad eliminare prodotti di scarto e proteine anomale che si accumulano nel cervello. Ciò aprirebbe quindi a nuove terapie personalizzate.

I dati giungono da una ricerca italo-francese coordinata dalla Fondazione Santa Lucia di Roma e pubblicata sulla rivista Cell Death and Disease.

La patologia che cancella la memoria

L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce principalmente la memoria e altre funzioni cognitive. E’ la forma più comune di demenza tra gli anziani e danneggia progressivamente le cellule cerebrali. Inizia spesso con difficoltà legate alla memoria a breve termine, ossia la capacità di ricordare eventi recenti, per poi colpire anche la memoria a lungo termine.

La scoperta apre la porta a nuove possibili cure

La proteina Tau è spesso associata alle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, in quanto responsabile della formazione di grovigli neurofibrillari all’interno dei neuroni, che causano la morte degli stessi.

“L’eliminazione selettiva delle proteine Tau patologiche potrebbe rappresentare una promettente strategia terapeutica” si legge nel testo ufficiale della ricerca.

Conclusioni che potrebbero essere utili per avviare terapie mirate basate sulla stessa dinamica protettiva. Allo studio vi ha contribuito anche l’Istituto di Biologia e Patologia Molecolari del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Oltre alle Università di Roma Sapienza, Roma Tre e Tor Vergata, dell’Aquila e di Padova. Partecipazione anche della Fondazione Policlinico Universitario del Gemelli e l’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna.

Come è stata svolta la ricerca genetica

I ricercatori hanno studiato i dati genetici di oltre 1.400 individui, sia affetti dalla patologie che sani. E’ la variante del gene NDP52 ad essere responsabile nel meccanismo autofagico avente un ruolo cruciale nel permettere alle cellule di rimuovere e riciclare i componenti danneggiati.

Lo studio indica NDP52 come un nuovo e promettente bersaglio per lo sviluppo di interventi terapeutici innovativi. La manipolazione genetica potrebbe essere una possibilità” si legge ancora nel testo.

La speranza mnemonica

La memoria è un filo invisibile che tesse la nostra identità e le nuove possibilità di cura rappresentano un atto di resistenza contro l’oblio. La speranza di una cura per il futuro non è più un’utopia, ma un obiettivo concreto che richiede tempo, collaborazione internazionale e investimenti continui.