Lo stomaco è un importante organo del tratto digestivo: il tumore allo stomaco colpisce questa parte del corpo ed ha importanti ripercussioni sulla salute del paziente. La salute è infatti uno dei beni più preziosi per le persone e quando ci si ammala molte delle certezze quotidiane vengono a mancare improvvisamente. Lo stesso vale per i familiari, che soffrono insieme al proprio caro per la sua condizione. Strettamente collegato al concetto di salute c’è quello di ambiente: i tumori sono infatti malattie multifattoriali e tra i fattori di rischio ci sono oltre allo stile di vita e alle condizioni pregresse del paziente, anche l’ambiente di vita e di lavoro, che per esempio nel caso delle patologie asbesto correlate, cioè le malattie causate dall’amianto, è di fondamentale importanza conoscere ed inserire nel quadro anamnestico per una corretta diagnosi.
Lo stomaco ha la forma di un sacco allungato e la sua funzione è quella di iniziare la scomposizione del cibo in sostanze nutritive per l’organismo: si occupa della fase successiva alla masticazione accogliendo il bolo alimentare al suo interno, dopo che esso ha percorso l’esofago.
Le tipologie di tumore allo stomaco
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Il tumore allo stomaco – chiamato anche adenocarcinoma gastrico – provoca una crescita incontrollata di cellule che, nel 90% dei casi, hanno origine dalla mucosa gastrica (rivestimento interno dello stomaco).
La medicina distingue la malattia dal punto di vista anatomico e in stadi.
- Prossimale: colpisce la parte più vicina all’esofago
- Distale: si manifesta nella zona più vicina al piloro o al duodeno; il tumore all’antro dello stomaco rappresenta circa il 50% dei casi
- Early è il tumore allo stomaco in fase iniziale e comporta una possibilità di sopravvivenza a cinque anni di circa il 90%; non supera i 2 centimetri di diametro, non presenta ulcere e non coinvolge vasi o linfonodi; al microscopio si mostra ben differenziato.
- Advanced è il cancro ad uno stadio avanzato; la possibilità di sopravvivenza a cinque anni diminuisce al 25%.
Per le sue caratteristiche istologiche, il tumore allo stomaco può essere classificato in tipo intestinale (più frequente) e tipo diffuso. Il primo si presenta come infiltrazione della parete del viscere o come simil-polipoide e colpisce di più gli uomini. Trasforma l’epitelio gastrico in epitelio intestinale (metaplasia intestinale). Il secondo è meno frequente e colpisce indifferentemente uomini e donne sopra i 45 anni; origina dalla mucosa gastrica senza metaplasia, penetra negli strati tissutali, dà luogo a ulcere e si espande esternamente. La diffusione del cancro gastrico può avvenire per via diretta all’esofago e al peritoneo, ma anche per via ematica e linfatica. Si possono trovare metastasi in polmoni, ossa, ovaie e fegato. Per la classificazione del tumore gastrico si usa il sistema TNM.
Diffusione e sintomi del tumore allo stomaco
L’adenocarcinoma gastrico è uno dei tumori più diffusi al mondo. In Italia ogni anno ci sono 8.400 nuove diagnosi per gli uomini e 6.100 per le donne. L’incidenza è maggiore tra le classi sociali più basse, ma comunque in costante diminuzione del 5% ogni anno.
Tra i fattori di rischio per tumore allo stomaco troviamo:
- Infezione da Helicobacter pylori
- Dieta con eccesso di amidi e conservanti come nitriti e nitrati che sono precursori di cancerogeni come le nitrosamine; consumo eccessivo di cibi sott’olio, sotto sale o affumicati; abuso di alcol
- Fumo di sigaretta: aumenta il rischio del 40%
- Predisposizione familiare: ruolo dei geni p53 e APC (sindrome di Lynch di tipo II)
- Diabete mellito, AIDS, ulcera peptica, metaplasia intestinale sono considerati fattori predisponenti
- Altre possibili cause: poliposi gastrica, gastrite cronica atrofica, anemia perniciosa
- Condizioni ambientali, tra cui l’esposizione ad asbesto
Il tumore allo stomaco ha tra i suoi maggiori fattori di rischio l’esposizione all’amianto e le radiazioni ionizzanti. Tale dato è noto sin dagli anni Sessanta, grazie agli studi del professor Irvin Selikoff.
Dove si trovano le radiazioni ionizzanti? Nei campi di produzione di armi e di energia, come ad esempio quella nucleare. Tra l’esposizione e lo sviluppo del tumore, comunque, possono passare anche molti anni. Anche bassi livelli di esposizione possono causare modificazioni cellulari che possono portare allo sviluppo di neoplasie.
Diagnosi per tumore allo stomaco
La diagnosi di tumore allo stomaco avviene attraverso la gastroscopia. Questo esame consiste nell’introduzione di una “telecamera” chiamato gastroscopio. Questo sondino viene fatto scendere dalla bocca attraverso l’esofago verso lo stomaco il duodeno, per permettere al medico la visione delle pareti interne. Una volta nello stomaco, viene immessa aria per distendere le pareti e migliorare la visuale. La gastroscopia avviene nella maggior parte dei casi in sedazione, per evitare riflessi sgradevoli come quello del vomito.
Successivamente si procederà ad altri accertamenti detti di staging, quali: TC addome e torace con mezzo di contrasto (per individuare eventuali metastasi), ecoendoscopia (valuta il livello di infiltrazione del cancro), PET con 18 FDG (ricerca la malattia in altre sedi, come nei linfonodi a distanza).
La diagnosi è strumentale perché i sintomi della patologia non sono specifici e possono essere facilmente scambiati con altri tipi di malori. Si possono verificare infatti:
- Dispepsia
- Dolore o bruciore di stomaco
- Importante calo ponderale
- Difficoltà digestive
- Sensazione di pienezza o gonfiore anche dopo un piccolo pasto
- Nausea o vomito
- Presenza di sangue nelle feci
- Difficoltà nella deglutizione
Tumore allo stomaco: cura e prognosi
Per la cura del paziente è necessaria una équipe medica composta da oncologi e chirurghi. Il trattamento del tumore allo stomaco dipende infatti dallo stadio di sviluppo e dalle condizioni generali del malato. Per le fasi iniziali del tumore, la chirurgia è la terapia di elezione.
- Dissezione sottomucosa: riguarda il tipo Early ed avviene per via endoscopica; se eseguita radicalmente, non comporta ulteriori terapie.
- Gastrectomia parziale: elimina la parte cancerosa dell’organo, altre parti di tessuti vicini e i linfonodi locoregionali (talvolta viene eliminata anche la milza); indicata nelle neoplasie distali.
- Gastrectomia totale: oltre allo stomaco nella sua totalità, elimina anche parte dell’esofago e i linfonodi vicini e a distanza; la capacità del paziente di alimentarsi non è compromessa perché la parte restante dell’esofago si collega con una anastomosi direttamente all’intestino.
La chemioterapia può avvenire sotto forma di compresse o per via endovenosa. Può inoltre essere attivata prima della chirurgia (neoadiuvante) o dopo l’intervento (adiuvante): agisce in modo sistemico, ossia su tutto l’organismo e il suo scopo è uccidere le cellule tumorali in maniera selettiva. La radioterapia può essere usata come trattamento post-chirurgico allo scopo di eliminare le cellule cancerose eventualmente non rimosse dalla chirurgia.
Il tumore allo stomaco come malattia professionale
In seguito alla diagnosi di tumore allo stomaco o di altro genere di tumori, se il paziente svolge uno dei lavori a rischio può pensare che la causa della sua malattia possa dipendere dalla sua attività professionale. Se l’eziopatogenesi è supportata da prove, il lavoratore che si è ammalato a causa della sua professione, può accedere a determinate prestazioni e può essere seguito passo passo in questo percorso, che può rivelarsi molto lungo e ostico per chiunque non sia esperto della materia.
L’Inail ha stilato tre liste, in base alla probabilità che particolari agenti nocivi abbiano un ruolo nello sviluppo di determinate malattie. La Lista I prevede il nesso causale e per l’amianto considera: tumori polmonari, asbestosi polmonare, mesotelioma pleurico, mesotelioma peritoneale, mesotelioma pericardico, mesotelioma del testicolo, placche e ispessimenti della pleura.
Il tumore allo stomaco è stato inserito nella Lista II dell’Inail, che corrisponde a quelle con limitata probabilità di nesso causale rispetto all’esposizione a determinati agenti patogeni: l’onere della prova è quindi a carico del lavoratore, esattamente come per il tumore al colon retto e per il tumore alla faringe: anch’essi fanno parte della Lista II relativamente all’esposizione all’amianto. Alla Lista III per le malattie asbesto correlate appartiene invece il tumore esofago.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nella sua ultima monografia ha confermato che tra le cause del tumore allo stomaco può esserci l’asbesto. L’esposizione alle fibre di amianto può causare numerose patologie asbesto correlate. Tutti i tipi di amianto sono cancerogeni. L’App Amianto può aiutare a difenderci dalle esposizioni inconsapevoli: offre infatti una mappa dei siti non ancora bonificati dall’amianto.
A cosa si ha diritto: prestazioni Inail e Inps
Quando è riconosciuta la malattia professionale Inail per tumore allo stomaco, le vittime di cancro allo stomaco hanno diritto ad un indennizzo da parte dell’istituto se il danno biologico è superiore al 6%. Se il danno biologico è superiore al 16% invece hanno diritto ad una rendita mensile. In caso di decesso del malato, gli eredi hanno il diritto alla rendita di reversibilità.
Si accede alle prestazioni aggiuntive del Fondo vittime amianto quando si tratta di malattia asbesto correlata, come può esserlo il tumore allo stomaco. Tale prestazione si somma alla rendita mensile o alla reversibilità Inail in favore del coniuge o dei figli minorenni della vittima in caso di decesso.
Per quanto riguarda l’aspetto previdenziale, invece, si può ottenere il prepensionamento quando l’Inps riconosce la maggiorazione contributiva del 50% (applicando il coefficiente 1,5) previsti per l’esposizione all’amianto. Se si è già in pensione, infine, si ha diritto alla rivalutazione dei contributi. Se invece nonostante la maggiorazione contributiva non si arriva alla pensione, si può chiedere la pensione d’invalidità amianto in base a quanto stabilito dall’art.1, comma 250, L.232/2016; quest’ultima non è però cumulabile con altre prestazioni, come ad esempio la rendita Inail. La prossima scadenza per richiederla è il 31 marzo di ogni anno.
Vittime del dovere: la causa di servizio
Chi ha operato nelle Forze Armate o nel Comparto sicurezza (Aeronautica Militare, Arma dei Carabinieri, Esercito, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco) ed ha subìto danni fisici nello svolgimento del proprio lavoro, ha diritto alle prestazioni per le Vittime del dovere. Si tratta di un particolare status riservato a queste categorie di lavoratori che dà loro diritto a speciali prestazioni.
Si tratta di: un vitalizio di 500 euro al mese; uno speciale vitalizio mensile di 1.033 euro; esenzione dal ticket sanitario; esenzione Irpef sulle pensioni; due annualità di pensione per gli aventi diritto alla reversibilità; la possibilità che il coniuge o che gli orfani della vittima oppure per invalidità che costituisca impedimento permanente al lavoro della vittima, abbiano assunzione per chiamata diretta con precedenza assoluta sulle altre categorie; accesso a borse di studio; assistenza psicologica; dall’80% di invalidità o inidoneità al servizio: speciale elargizione di 200.000 euro più rivalutazione monetaria; oppure 2.000 euro per punto percentuale, oltre rivalutazione monetaria.
I dipendenti pubblici non privatizzati hanno invece a disposizione come strumento per farsi riconoscere la malattia professionale, la causa di servizio. Si tratta di un procedimento di tipo amministrativo, regolato ex art.20 L.183/2010.
Risarcimento del danno per cancro gastrico
L’Inail indennizza soltanto una parte del danno subìto dal lavoratore nello svolgimento della propria attività professionale: il danno biologico e il danno da ridotta capacità lavorativa. Possono essere risarciti invece anche i danni morali ed esistenziali dovuti all’inevitabile peggioramento delle condizioni di vita del paziente e dei suoi familiari a seguito della malattia e questi danni devono essere risarciti integralmente perché i diritti dei lavoratori siano pienamente riconosciuti. Ci si può rivalere per il riconoscimento di questi danni, sul datore di lavoro. Il danno biologico, invece, è risarcito in misura differenziale rispetto a quanto già erogato dall’Inail. Si procede a scomputo per poste omogenee e si usano per il calcolo le tabelle del Tribunale di Milano.
Quali sono gli altri tipi di danni risarcibili?
- Morale: la sofferenza psichica da parte della vittima del danno
- Esistenziale: il peggioramento della qualità della vita a seguito della malattia
- Catastrofale: la sofferenza psichica del paziente nella fase del fine vita
- Tanatologico: la perdita del bene vita
Gli stessi congiunti della vittima possono chiedere il risarcimento danni per le sofferenze patite da loro stessi nel periodo della malattia del loro caro, e dopo la eventuale perdita a causa del decesso. Peraltro in caso di morte le somme di risarcimento dovute alla vittima possono essere liquidate agli eredi.
Assistenza legale gratuita per tumore allo stomaco
In Italia ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di amianto, e nel 2021 sono state censite almeno 7.000 morti per l’esposizione alla fibra killer. Si comprende dunque come l’Italia sia ancora un luogo non sicuro dal punto di vista delle esposizioni. L’avvocato Ezio Bonanni ne ha parlato nel testo “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“.
L’unico modo certo per evitare le esposizioni, è effettuare le bonifiche. Si tratta di una vera e propria urgenza, che rappresenta l’unica strada per fermare la strage silenziosa delle vittime di amianto. Lo Stato già eroga finanziamenti e fornisce agevolazioni per la bonifica dei luoghi, che – bisogna ricordare – può essere svolta solo da ditte specializzate, ma servono ulteriori e sempre nuovi incentivi perché sia effettuata sul territorio una efficace opera di prevenzione. Solo con le bonifiche eseguite secondo le corrette tecniche e a regola d’arte si può dare una svolta a questa emergenza.
L’amianto infatti può causare patologie gravissime e perlopiù mortali come i vari tipi di mesotelioma, per le quali la sorveglianza sanitaria ed una eventuale diagnosi precoce non bastano per salvare i pazienti da gravi infermità e sofferenze. A quel punto si può intervenire solo con la tutela legale per far valere i propri diritti.
L’Osservatorio Vittime del Dovere aiuta le persone nel riconoscimento della natura professionale della malattia e, se ci sono i presupposti giuridici, offre assistenza legale. L’associazione si avvale di un pool di medici e di professionisti che possono offrire una seconda opinione, senza però andarsi a sostituire al medico curante del paziente. La raccomandazione è infatti sempre quella di rivolgersi al proprio medico di base e ai servizi del Sistema sanitario nazionale.
Per ottenere una consulenza puoi contattare l’Osservatorio ai numeri di seguito o scrivere i tuoi dati nel form.