Clima: la chiave di volta per limitare le emissioni di CO2 sarebbe nell’energia geotermica. Oggi si torna sul tema dell’ambiente e dello sfruttamento delle risorse in occasione della Giornata della Terra.
Ce lo ricorda anche il doodle del motore di ricerca Google, tra i più usati al mondo; oggi infatti sta mostrando foto shock, prese dal satellite, di come stia cambiando il nostro Pianeta a causa del riscaldamento globale. Il doodle è quella immagine, animata o meno, che appare al di sopra della barra che ogni giorno utilizziamo per interrogare il motore di ricerca. Spesso nella home page di Google quello spazio è dedicato a ricorrenze importanti, con immagini speciali che le ricordano agli utenti. Ed il doodle di oggi non poteva che essere dedicato all’Earth Day.
Google promette che il suo impegno passerà per la creazione di “20.000 posti di lavoro nel settore dell’energia pulita grazie ai contratti energetici a zero emissioni di CO2 di Google, alle partnership con tecnologie pulite e ad altre misure adottate per raggiungere l’obiettivo di utilizzare esclusivamente energia priva di emissioni di CO2 entro il 2030“. E per l’energia geotermica di nuova generazione, per cui – sostiene il colosso di Mountain View – ha stipulato nel 2021 il primo accordo aziendale del mondo.
Energia geotermica, di cosa si tratta?
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L’energia geotermica deriva dal calore naturale della crosta terrestre. Gli impianti di estrazione hanno il grande vantaggio di non produrre né anidride carbonica, né polveri sottili. Si basano infatti sul vapore che si genera dal contatto delle acque sotterranee con le rocce incandescenti e non c’è alcun processo di combustione; il che determina anche la necessità di una limitata manutenzione. Gli impianti inoltre sono silenziosi e producono energia continuamente, di giorno e di notte, indipendentemente dalle condizioni meteo e dalle temperature esterne. L’energia geotermica è dunque la fonte di energia rinnovabile e pulita per eccellenza.
Si tratta di una vera alternativa al carbone e al gas naturale, da cui i Paesi del mondo sono ancora troppo dipendenti, Italia compresa, che eppure avrebbe un alto potenziale per questa fonte di energia alternativa. Nella classifica “The Top 10 Geothermal Countries 2021” infatti l’Italia si attesta in settima posizione su scala mondiale con 944 MW, dopo Stati Uniti, Indonesia, Filippine, Turchia, Nuova Zelanda e Messico; mentre è seguita da Kenya, Islanda e Giappone.
Il problema del mancato sviluppo in Italia del settore geotermico deriva soprattutto dal fattore paesaggistico. C’è molto scetticismo sul posizionamento degli impianti, che sono attualmente concentrati principalmente in Toscana nella zona del Monte Amiata. Eppure il Ministero della Transizione Ecologica mette nero su bianco la necessità di semplificazione perché siano “più facilmente attuati progetti per valorizzare l’uso della geotermia a fini energetici“.
Per cercare di dare una corretta lettura sul tema i ricercatori italiani del CNR hanno elaborato una mappa globale: in due anni di studio hanno individuato le aree idonee alla costruzione di centrali geotermiche in tutto il mondo.
Salvare il clima con la geotermia di nuova generazione
“La geotermia tradizionale fornisce già energia di carico di base senza emissioni di carbonio a numerose reti elettriche. Ma a causa dei vincoli di costo e posizione, rappresenta una percentuale molto piccola della produzione globale di energia pulita” – spiega Google.
“Utilizzando tecniche avanzate di perforazione, rilevamento in fibra ottica e analisi, il geotermico di prossima generazione può sbloccare una classe di risorse completamente nuova. E il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha scoperto che, con i progressi nelle politiche, nella tecnologia e negli appalti, l’energia geotermica potrebbe fornire fino a 120 GW di capacità di generazione solida e flessibile negli Stati Uniti entro il 2050. Come parte del nostro accordo, Google sta collaborando con Fervo sviluppare l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico che potrebbero aumentare la produttività del geotermico di prossima generazione e renderlo più efficace nel rispondere alla domanda, colmando anche le lacune lasciate dalle fonti di energia rinnovabili variabili. Sebbene questo progetto sia ancora nelle fasi iniziali, si mostra promettente“.