Uno sportello amianto a Latina: la città capoluogo della provincia pontina potrebbe vederlo nascere prossimamente. La proposta è emersa durante la commissione Ambiente che si è tenuta ieri pomeriggio in Comune.
La questione amianto era in agenda già da alcune settimane per via di alcune segnalazioni di amianto abbandonato lungo i canali di bonifica. Poi c’era stato anche il rinvenimento di tracce di asbesto, nei giorni scorsi, nel cantiere dell’ex garage Ruspi. Il cantiere ora è fermo: il 14 aprile dovrebbe essere individuata la ditta che si occuperà della bonifica definitiva. L’assessora Adriana Calì e la presidente della commissione Roberta Dellapietà, hanno così voluto la convocazione della commissione di ieri, per parlare in sede istituzionale e in modo più approfondito del tema, allargandolo anche a proposte per il futuro.
Presente alla seduta anche il presidente dell’ONA (Osservatorio nazionale amianto), l’avv. Ezio Bonanni, che ha fatto emergere la necessità di una azione sul territorio che sappia incidere positivamente sulla salute dei cittadini e sulla tutela dell’ambiente. L’associazione dispone dell’App Amianto, attraverso la quale è possibile già consultare la mappa dei siti contaminati e fare nuove segnalazioni.
Sportello amianto, un punto di riferimento per i cittadini
Lo sportello amianto a Latina dovrà fornire informazioni e soluzioni: sarà un punto di riferimento per i cittadini che hanno bisogno di orientarsi quando per qualunque motivo incontrano nella loro vita la fibra killer, responsabile di migliaia di morti in Italia ed ancora oggi dell’insorgenza di numerosissime patologie asbesto correlate, tra le quali i vari tipi di mesotelioma (per i dati epidemiologici, consultare il VII Rapporto RenaM).
Come ha sottolineato l’avv. Bonanni, in tutti gli edifici di costruzione antecedente al 1993 potrebbe essere presente amianto. I materiali contenenti questa sostanza, infatti sono stati vietati in Italia solo con la legge 257/92. Le bonifiche sono in ritardo in tutto il Paese e il quadro emerge chiaramente nella pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“. Questo è stato evidenziato più volte e ad ogni livello, anche nel recente incontro con il sottosegretario alla Salute on. Andrea Costa.
“Tubature, pavimentazioni, coperture: tutti gli edifici precedenti al ’93 potrebbero contenere amianto. Nel Lazio è stata fatta una mappatura nel 2015, ma gli edifici privati non ci sono” – ha spiegato l’avvocato. “Per evitare decessi e malattie servono le bonifiche; lo sforzo dell’amministrazione comunale dovrebbe andare in questo senso”.