Ruggero Alcanterini, giornalista e presidente del Comitato nazionale italiano Fair Play è stato premiato, presso la Federazione nazionale stampa, per i suoi 50 anni di professione. La presidente dell’Ordine dei giornalisti, Paola Spadari, gli ha consegnato una splendida targa in argento.
“A testimonianza – ha commentato Alcanterini – del mezzo secolo e più di storia che mi porto dietro. Per averne parlato e scritto (della storia, ndr), e per averla vissuta in compagnia di migliaia, se non milioni di compagni di viaggio. Tanti, infatti, sono quelli che sono stati coinvolti con me nella comunicazione in tutte le declinazioni possibili. Dai comunicati ciclostilati, ai servizi d’agenzia, quotidiani, periodici, on line, radio e tv”.
Giornalista da 50 anni, un salto nel passato
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Nella spartana di Corso Vittorio, ad un passo dalla Mole Adriana e San Pietro, era presente a sorpresa anche il Presidente della Fidal, Alfio Giomi. “Sono fisicamente ripiombato indietro nel tempo – ha continuato il giornalista – a fianco di amici di sempre, come Elio Papponetti ed Ettore Nuara con me a La Gazzetta dello Sport negli anni sessanta, Franco Recanatesi, Luigi Covatta…
Ma la cosa più sorprendente, è stata quella di ricordare di colpo tutti insieme gli straordinari personaggi che a partire dal 1960 mi hanno preso per mano e condotto all’ingresso ufficiale nell’Ordine e nella professione, appunto nel 1966. Parlo di Bianculli, di Berra, Lolli, Molinari, Gagliano, Valenti, Moretti, Melillo, Ghirelli, Zanetti, Sabelli Fioretti. Tutti lì con me – ha concluso Alcanterini – sorridenti convitati di pietra, salvo Italo (Gagliano) e Guglielmo (Moretti) assolutamente ancora vispi e interattivi”.
Io con loro
Scatta l’applauso sordo e senza come
Ecco va in scena la muta premiazione
Quella platea di tanti personaggi
Che ieri eran ma non oggi
Ti ricordo Censo come fosse ieri
Tu mi dicesti vai come tu speri
Voi mi accoglieste in quel del Corriere
Loris e Alfredo a farmi da maestri di mestiere
Il sole sul cross fu il mio primo scritto
Pippo all’Italia mi mise lo storto al dritto
Italo e Paolo mi accolsero al Babuino
Guglielmo di Raisport mi fece da padrino
Antonio e Gualtiero megadirettori
Mi misero alla frusta per star dentro o fuori
Mitica la linotype bello il microfono
Odo ancora dei portatili tasti il tono
Telefoni in cabina steno emozioni
Ko ed urla dai palastadi a milioni
Ti ricordi Giuseppe le insonni notti alla tipo Abete
Quel Selesport aggiungeva alla Gazzetta oltre la fame la sete
Corri Ruggero alla radiostampa
Col fuorisacco al treno prima che scappa
Fu quello l’inizio di un secolar cammino
Di cui con voi ho percorso soltanto
la metà del primo
Tratto ho il dado con grande decisione
Lontana è ancor la meta e devo correr da campione
Porto con me le vostre palme
Dalle gloriose penne oggi con il computer all’arme!