Reddito universale (foto free di Steve Buissinne da Pixabay)

L’intelligenza artificiale e l’automazione promettono efficienza, ma senza politiche di redistribuzione dei benefici, i ricchi diventano sempre più ricchi e il lavoro umano perde valore. Questo fenomeno genera esclusione, disoccupazione tecnologica e impoverimento delle masse, compromettendo il benessere sociale.

L’illusione del progresso liberatore

La promessa era che il progresso avrebbe liberato l’uomo dal lavoro manuale e intellettuale. In realtà, l’AI sostituisce persone in molte mansioni, mentre esperti come Erik Brynjolfsson del MIT e Kai-Fu Lee, ex presidente di Google China, prevedono la perdita di milioni di posti di lavoro.

Per mantenere la percezione di sicurezza, alcuni leader tecnologici hanno proposto un reddito universale di base: soldi garantiti a tutti per permettere istruzione, arte e attività socialmente utili. Ma la realtà economica rende questa idea insostenibile.

Perché il reddito universale è una menzogna economica

In un’economia dominata dalle macchine, non esiste produzione reale sufficiente a sostenere la distribuzione di denaro senza lavoro. Dare soldi a tutti richiederebbe:

  • Tassazione massiccia delle grandi aziende
  • Stampa di nuova moneta, con conseguente inflazione

Ne deriverebbe una concentrazione del potere economico nelle mani di pochi, con scuole, ospedali, salari e pensioni sempre più erosi. Nessun sistema può reggere miliardi di disoccupati senza un collasso sociale ed economico.

Salute e benessere a rischio

Se milioni di persone ricevono denaro senza un corrispettivo aumento di beni e servizi, i prezzi cresceranno. Chi potrà comprare se nessuno lavora? Una società a due velocità emerge: una piccola élite proprietaria delle macchine e una massa di persone vulnerabili a povertà, fame e dipendenza totale.

Negli ultimi decenni, la privatizzazione dei servizi pubblici e la riduzione del welfare hanno lasciato spazio alle grandi aziende tecnologiche e finanziarie. In questo scenario, la favola di un mantenimento universale appare utopica. La sorveglianza digitale costante aggiunge un ulteriore rischio per la libertà e la salute mentale dei cittadini.

Resistere: tecnologia al servizio dell’uomo

Movimenti per il diritto alla disconnessione e gruppi di cittadini, ricercatori e attivisti promuovono un uso della tecnologia che serva le persone, non il contrario. Tuttavia, anche nel migliore degli scenari, i rischi restano: perdita di autonomia, controllo centralizzato delle risorse e un sistema economico rigidamente gerarchico.

Il lavoro come identità

Il lavoro è stato storicamente fonte di reddito e di identità sociale. Privarlo senza alternative significative significa svuotare il senso stesso dell’essere umano nella società. Come osservava Pasolini, l’uomo moderno è senza eredità, linguaggio e identità; con l’AI, diventa superfluo anche al potere. Restiamo spettatori con la testa china sullo smartphone, mentre ci viene tolto il presente e il futuro.

“Non temete i robot. Temete gli uomini che li comandano.” – Pasolini

Quando non avremo più nulla da difendere, la civiltà rischia davvero di finire.