Aspettativa di vita in ripresa, ma emergono nuove criticità
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Negli ultimi anni, nonostante le sfide poste dalla pandemia, l’aspettativa di vita mondiale è tornata ai livelli pre-Covid, attestandosi attorno a 76,3 anni per le donne e 71,5 anni per gli uomini. Questi valori segnano un aumento di oltre vent’anni rispetto al 1950. Tuttavia, dietro a questo progresso si cela una problematica che gli esperti definiscono “una crisi emergente”: l’aumento dei decessi nella fascia degli adolescenti e dei giovani adulti.
Lo studio “Global Burden of Disease 2023”, pubblicato su The Lancet, mette in luce che, nonostante la riduzione dei tassi di mortalità aggiustati per età rispetto al 1950, in alcune aree del mondo si sono invertite le tendenze nelle fasce giovanili. Le cause principali sono suicidi, overdose, abuso d’alcol, ma anche condizioni legate alla salute mentale in peggioramento. (Fonte: The Guardian)
Perché cresce la mortalità tra i più giovani?
Differenze geografiche e tendenze emergenti
Lo studio segnala che il fenomeno non è uniforme a livello globale:
- Nord America ad alto reddito (2011‑2023): la fascia 20–39 anni ha mostrato un incremento dei decessi legato soprattutto a suicidi, dipendenze e abuso di alcol.
- Europa orientale, Caraibi, Nord America: sono state osservate crescite nei decessi nella fascia 5–19 anni, attribuite ad infortuni, violenze e problemi comportamentali.
- Persistono forti disuguaglianze tra regioni: in alcune zone ad alto reddito l’aspettativa di vita raggiunge gli 83 anni, mentre in altre regioni meno sviluppate scende fino a 62 anni.
Il peso crescente delle malattie non trasmissibili e dei fattori modificabili
Lo studio rileva che oggi le malattie non trasmissibili (come patologie cardiache, diabete, ictus) costituiscono circa due terzi del carico globale di morte e disabilità. Molti decessi e disabilità nella popolazione giovane potrebbero essere prevenuti intervenendo sui principali fattori di rischio: glicemia alta, indice di massa corporea elevato, pressione, comportamenti alimentari, esposizioni ambientali.
Cosa dicono le ricerche globali sui giovani (10–24 anni)
Uno studio precedente del GBD 2019 offre un’analisi storica delle morti nei giovani:
- Nel 2019, nel mondo, circa 1,49 milioni di persone tra i 10 e i 24 anni sono decedute. (Fonte : The Lancet)
- Le cause principali: incidenti stradali, lesioni non intenzionali e violenza (32,7 %), malattie trasmissibili, condizioni materne e nutrizionali (32,1 %), malattie non trasmissibili (27,0 %) e autolesionismo (8,2 %)
- Tra il 1950 e il 2019 i decessi in questa fascia d’età sono diminuiti per le donne del 30% e per gli uomini del 15,3%.
- Le differenze di genere si accentuano: nel 2019 circa il 61% dei decessi in giovani di 10–24 anni riguardava maschi.
- Secondo Pubmed, L’efficacia delle riduzioni è stata maggiore nelle fasce più basse d’età e tra le malattie trasmissibili, mentre i progressi nei decessi per infortuni e tra i giovani adulti sono più lenti.
Quali segnali ci manda questa “crisi emergente”?
- I giovani non sono immuni: l’idea che le fasce giovanili siano protette da malattie gravi è ormai superata. Le cause acute e croniche si sommano.
- Salute mentale in primo piano: l’aumento dell’ansia e della depressione, insieme all’abuso di sostanze, appare come motore critico del peggioramento delle condizioni.