L’importanza di una buona salute mentale della popolazione è diventata ancora più evidente durante e dopo la pandemia COVID-19. In questo periodo, si è verificato un forte aumento del disagio mentale che ha evidenziato la necessità di un’azione ampia e intersettoriale. Soprattutto perché ansia e depressione colpiscono i giovanissimi di circa il 20% in più rispetto agli anni passati. Il modo in cui si affronta la salute mentale è oggi mutato a causa della tecnologia che ha trasformato molti aspetti della nostra vita quotidiana. Tra i giovani, l’intelligenza artificiale (IA) sta emergendo come uno strumento innovativo per ricevere supporto psicologico. Chatbot e assistenti virtuali dotati di IA sono diventati una risorsa facilmente accessibile per chi cerca ascolto, consigli e strategie per gestire lo stress. Una nuova pratica che porta con sé non solo vantaggi, ma anche rischi che meritano attenzione.

I motivi che spingono i giovani a rivolgersi all’IA

Sono diversi i fattori che inducono i giovanissimi a utilizzare l’IA come strumento di supporto psicologico, innanzitutto l’accessibilità. Le applicazioni basate sull’IA, infatti, sono immediatamente disponibili ed eliminano le barriere di tempo e di luogo. Si devono poi considerare i costi ridotti rispetto alle tradizionali terapie, molti servizi di IA sono gratuiti o a basso costo e ciò li rende accessibili a chiunque. L’anonimato, inoltre, consente ai giovani di affrontare temi difficili senza il timore di giudizi. I nuovi strumenti offrono uno spazio sicuro per chi si sente vulnerabile e
una immediata disponibilità In un’epoca di gratificazione istantanea, poter accedere a supporto psicologico immediato è un grande vantaggio.

I vantaggi e i rischi dell’intelligenza artificiale come supporto psicologico

Quando si cerca di raggiungere un certo benessere mentale e ci si rivolge all’IA si possono apprendere tecniche di rilassamento, esercizi di respirazione e strumenti per gestire lo stress e l’ansia. L’Intelligenza artificiale può aiutare a identificare i segnali precoci di disagio emotivo e a incoraggiare i giovani a cercare aiuto professionale. Può essere un primo passo verso un percorso di cura, visto che molte applicazioni forniscono informazioni sulla salute mentale. Aumentano, dunque, la consapevolezza e riducono lo stigma associato ai disturbi psicologici. Ma, nonostante i benefici, ci sono anche aspetti critici nell’utilizzo dell’IA come supporto psicologico, tra questi:

  1. Limitazioni empatiche. Anche il più avanzato dei chatbot non può sostituire l’empatia, il calore umano e la comprensione emotiva di un terapeuta professionista.
  2. Rischio di diagnosi errate. L’IA può interpretare male i sintomi o fornire consigli inappropriati, poiché manca della capacità di cogliere la complessità delle emozioni umane.
  3. Dipendenza tecnologica. I giovani potrebbero sviluppare una dipendenza dai chatbot, preferendoli al confronto umano e isolandosi ulteriormente.

Benessere psicologico, insostituibili l’empatia e la connessione umana

L’IA non deve essere considerata un sostituto della terapia tradizionale, ma uno strumento complementare. Il suo utilizzo come psicologo digitale presenta rischi da non sottovalutare. Basti pensare al problema della privacy e dei dati che vengono forniti con facilità. Ma anche alla superficialità con cui si trattano i vari casi. L’empatia e la connessione umana restano elementi insostituibili per il benessere psicologico.