In Italia lo stigma verso i disturbi mentali non accenna a diminuire. Secondo una nuova indagine Doxa, il 36% dei cittadini si vergognerebbe ancora oggi di soffrirne. I social, soprattutto tra i giovani, amplificano insicurezze e paure, contribuendo a una percezione negativa del disagio psichico.

La domanda chiave è: perché i pregiudizi resistono nonostante i progressi della scienza e cosa si può fare per cambiare rotta?

Stigma verso i disturbi mentali: cosa rivela la ricerca Doxa 2025?

La ricerca “Salute Mentale 2025”, commissionata dal Festival Ro.Mens, ha coinvolto un campione rappresentativo di mille persone tra i 18 e i 65 anni. I dati sono stati confrontati con quelli del 2022, rivelando un peggioramento generale dello stigma.

Sempre più italiani considerano le persone con disturbi mentali pericolose per sé (dal 65% al 72%) e per gli altri (dal 48% al 55%). Cresce anche l’idea che siano aggressive (dal 55% al 63%) e meno rispettose delle regole (dal 49% al 55%). Parallelamente, diminuisce la quota di chi ritiene la malattia mentale curabile (dal 66% al 60%).

Un segnale positivo arriva dal calo di chi preferirebbe non confidarsi con nessuno in caso di disagio: dall’8% al 2%. Ma resta alto il livello di vergogna: oltre un terzo degli intervistati non ammetterebbe di avere un disturbo mentale.

Stigma verso i disturbi mentali: perché lo stigma è così difficile da superare?

Lo stigma è alimentato da paure e stereotipi che si tramandano nel tempo. Spesso le persone associano la malattia mentale alla violenza o alla perdita di controllo, senza considerare che la maggior parte dei disturbi non ha nulla a che fare con la pericolosità.

L’insicurezza culturale, la scarsa conoscenza delle terapie disponibili e la paura del giudizio sociale contribuiscono a mantenere vivi i pregiudizi. I dati del 2025 dimostrano che la percezione negativa resiste anche di fronte ai progressi della psichiatria e della psicoterapia.

Stigma verso i disturbi mentali: quanto pesano i social nella percezione dei giovani?

La seconda parte della ricerca si concentra sui giovani tra i 18 e i 34 anni. Instagram risulta il social più utilizzato quotidianamente (84%), con il 65% che lo consulta più volte al giorno.

L’indagine mostra come i social incidano sull’autopercezione: il 47% dei giovani pensa che “siamo ciò che mostriamo online” e il 59% sceglie di pubblicare solo il meglio di sé. Per il 53% l’obbligo di apparire sempre al top influisce negativamente sul benessere mentale.

Un giovane su quattro dichiara di essersi sentito insicuro del proprio aspetto dopo aver visto immagini sui social. E quasi la metà (45%) ammette di essere influenzato da commenti e like.

In questo contesto, la diversità è percepita più come rischio che come valore: il 59% la considera pericolosa e il 67% pensa che mostrarsi per ciò che si è faccia sembrare “strani”.

Stigma verso i disturbi mentali: perché i giovani sono più vulnerabili?

L’età tra i 14 e i 24 anni è considerata ad alto rischio per la comparsa di disturbi mentali. L’indagine mostra che la percezione di vulnerabilità in questa fascia è aumentata dal 39% al 47%.

L’adolescenza e la giovinezza sono fasi delicate, in cui la ricerca di identità e appartenenza si intreccia con l’esposizione costante ai social. L’immagine che si costruisce online diventa parte integrante dell’autostima, e la paura del giudizio può amplificare ansia, insicurezza e isolamento.

Quali sono le conseguenze dello stigma?

Lo stigma ha effetti pesanti. Può spingere chi soffre a non chiedere aiuto, ritardando diagnosi e cure. Può isolare le persone, riducendo la loro qualità di vita.

Anche sul piano sociale, alimenta discriminazioni sul lavoro, nelle relazioni e nella vita quotidiana. Considerare chi ha un disagio psichico come pericoloso o inaffidabile significa escluderlo da opportunità e diritti fondamentali.

Stigma verso i disturbi mentali: ci sono segnali positivi?

Nonostante il quadro cupo, alcuni dati incoraggiano. È in calo la quota di persone che non si confiderebbe con nessuno, segno di una maggiore apertura al dialogo.

Inoltre, eventi come il Festival Ro.Mens testimoniano la crescente attenzione al tema e la volontà di costruire percorsi di inclusione.

Che ruolo hanno l’educazione digitale e la AI literacy?

Secondo Silvia Castagna di Doxa, servono più competenze digitali e maggiore educazione all’uso consapevole dei social, in linea con le nuove normative sull’intelligenza artificiale.

La capacità di leggere criticamente i contenuti online, riconoscere manipolazioni e valorizzare la diversità diventa fondamentale per proteggere la salute mentale delle nuove generazioni.

Una tabella per riassumere i cambiamenti 2022-2025

Aspetto indagato20222025
Persone con disturbo mentale considerate pericolose per sé65%72%
Pericolose per gli altri48%55%
Aggressive55%63%
Meno rispettose delle regole49%55%
Malattia mentale ritenuta curabile66%60%
Chi non si confiderebbe con nessuno8%2%

Stigma verso i disturbi mentali: che cos’è il Festival Ro.Mens?

Ro.Mens è il Festival della Salute Mentale organizzato dalla ASL Roma 2 con il patrocinio del Comune di Roma e della RAI. L’edizione 2025 si terrà dall’1 al 7 ottobre e culminerà con la presentazione ufficiale dei risultati della ricerca e del manifesto 2025 nella Sala della Protomoteca in Campidoglio.

Il Festival prevede incontri, dibattiti ed eventi culturali, come una mostra fotografica alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea sul valore della diversità. L’obiettivo è stimolare il dialogo e abbattere i pregiudizi, favorendo inclusione e consapevolezza.

Qual è il messaggio finale della ricerca?

I dati Doxa confermano che lo stigma verso i disturbi mentali è ancora radicato e che i social giocano un ruolo crescente nella costruzione di insicurezze, soprattutto tra i giovani.

Gli esperti sottolineano l’urgenza di politiche educative e culturali che promuovano la diversità, l’accettazione e la conoscenza dei disturbi psichici come malattie curabili e trattabili.

FAQ

Quanti italiani si vergognerebbero di avere un disturbo mentale?
Il 36% del campione.

I pregiudizi sono aumentati rispetto al 2022?
Sì, cresce l’idea che le persone con disagio psichico siano pericolose, aggressive e poco rispettose delle regole.

Che ruolo hanno i social?
Incidono profondamente sull’autopercezione: oltre il 50% dei giovani si sente condizionato dal dover apparire sempre al meglio.

Quali segnali positivi emergono?
Sempre meno persone preferirebbero non confidarsi con nessuno, e cresce la sensibilità verso la necessità di dialogo.

Quando si terrà il Festival Ro.Mens?
Dall’1 al 7 ottobre 2025, con eventi culturali e di sensibilizzazione in tutta Roma.