lavoratori, immagine decorativa (ph Pixabay)

Il Tribunale di Gorizia ha pronunciato una sentenza rilevante in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La decisione prevede un risarcimento di circa un milione di euro ai familiari di un ex dipendente di un cantiere navale di Monfalcone venuto a mancare in seguito a mesotelioma pleurico, una grave patologia associata all’esposizione ad amianto.

Secondo quanto emerso in sede giudiziaria, l’uomo – poco più che settantenne – aveva lavorato per diversi anni come saldatore all’interno dello stabilimento. Le perizie tecniche e medico-legali hanno evidenziato un collegamento tra la malattia e l’esposizione professionale alle fibre di amianto.

Il valore simbolico della sentenza

Per i familiari, il provvedimento non rappresenta soltanto un ristoro economico, ma anche un riconoscimento di giustizia. Come sottolineato dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA): «Ogni sentenza in materia di amianto ricorda che il problema non appartiene al passato, ma continua ad avere ripercussioni concrete su lavoratori e famiglie».

La vicenda, infatti, si inserisce in un contesto nazionale molto più ampio che riguarda migliaia di persone che hanno avuto esposizioni lavorative a questo materiale.

Amianto in Italia: un’emergenza ancora aperta

Fino agli anni Novanta, l’amianto era molto diffuso, impiegato in edilizia, industria e cantieristica navale per le sue caratteristiche di resistenza e isolamento. Tuttavia, l’esposizione prolungata può comportare gravi conseguenze per la salute, tra cui:

  • Mesotelioma pleurico, tumore raro e aggressivo della pleura.
  • Carcinoma polmonare.
  • Asbestosi, malattia respiratoria cronica.

Nonostante la messa al bando dell’asbesto nel 1992, in Italia si stima l’esistenza di milioni di tonnellate di amianto. Secondo i dati più recenti, in Italia si registrano più di 7.000 morti l’anno riconducibili a malattie correlate all’amianto.

Questa situazione costituisce una delle più significative emergenze ambientali, con priorità che riguardano la prevenzione primaria e secondaria come la messa in sicurezza e bonifica degli edifici pubblici e privati e la tutela degli ex esposti.