Quando si danneggiano i fotorecettori, le cellule della retina responsabili di catturare la luce, ci si aspetterebbe una forte reazione del sistema immunitario. E in effetti, questa avviene. Ma non come si pensava.
Un gruppo di ricercatori americani dell’Università di Rochester ha studiato con altissima precisione come reagisce l’occhio di fronte a questo tipo di danno.
Occhio sotto osservazione, cellula per cellula
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Grazie a una tecnologia di imaging molto avanzata chiamata AOSLO (un tipo di scansione ottica ad altissima risoluzione), i ricercatori hanno potuto osservare in tempo reale e senza sezionare i tessuti quello che succede nella retina di un topo quando viene danneggiata da un raggio laser controllato.
La microglia si muove, i neutrofili restano fermi
Durante lo studio è stato verificato che le cellule immunitarie residenti nella retina (chiamate microglia) si attivano subito. Queste reagiscono come sentinelle, spostandosi verso il danno già nelle prime 24 ore. Ma la scoperta inaspettata è che i neutrofili, ossia le cellule del sangue che di solito accorrono in massa quando c’è un’infiammazione, non intervengono affatto. E questo, nonostante fossero già vicinissimi, nei vasi sanguigni a pochi micron dal punto colpito.
Perché è importante
Si tratta di un risultato sorprendente in quanto, nelle altre parti del cervello e del sistema nervoso, di solito, invece, microglia e neutrofili lavorano insieme.
Lo studio dimostra quindi che la retina si comporta in modo diverso, forse per proteggere il tessuto delicatissimo da danni ulteriori che una reazione immunitaria troppo forte potrebbe causare.
Questa scoperta potrebbe aiutare in futuro a capire meglio malattie come la degenerazione maculare o la retinite pigmentosa, e a sviluppare terapie più mirate che rispettino l’equilibrio molto sottile tra difesa e danni all’interno dell’occhio.
Fonti
Author: Derek Power, Justin Elstrott, Jesse Schallek
Center for Visual Science, University of Rochester, United States; Flaum Eye Institute, University of Rochester, United States; Department of Translational Imaging, Genentech, Inc, United States; Department of Neuroscience, University of Rochester, United States
https://doi.org/10.7554/eLife.98662.4