Professioni sanitarie in crescita: le professioni sanitarie si confermano, ancora una volta, tra le scelte universitarie più solide e promettenti per i giovani italiani. Il XXVII rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, presentato il 10 giugno 2025 all’Università di Brescia, certifica un netto miglioramento per gli studenti che hanno completato il primo livello di studi in uno dei 23 corsi di laurea delle professioni sanitarie.
L’occupazione cresce in tutte le aree e tocca livelli che non si vedevano dal 2007.
Professioni sanitarie in crescita: +8% in un solo anno
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Nel 2023 i laureati triennali nelle professioni sanitarie sono stati 16.977. Di questi, 11.456 (pari al 67%) hanno risposto al questionario Almalaurea. I dati sono chiari: l’84,8% dei rispondenti risulta occupato, contro il 76,8% dell’anno precedente. Un incremento di otto punti percentuali che rafforza la leadership assoluta di questi corsi tra tutti i gruppi disciplinari universitari.
Questa crescita si inserisce in un miglioramento più generale dell’occupazione tra tutti i laureati, che è passata dal 38,5% al 44,6%. Ma nessun altro settore universitario ha registrato numeri così alti. L’occupazione dei laureati in professioni sanitarie si avvicina oggi al record storico del 2007, quando era all’87%, con una differenza ormai minima di appena 2,2 punti percentuali.
Professioni sanitarie in crescita: le aree sanitarie in ripresa
L’aumento riguarda tutte le quattro aree delle professioni sanitarie. L’area infermieristica e ostetrica passa dal 77,7% all’85,1%. Le professioni della riabilitazione crescono dal 77,1% all’86,4%. Anche l’area tecnica migliora con un salto dall’73,9% all’82%, così come quella della prevenzione, che sale dal 72,6% all’81,6%.
I dati dimostrano che tutte le tipologie di laurea sanitaria offrono reali opportunità di inserimento nel mercato del lavoro. Il sistema sanitario ha un bisogno crescente di figure qualificate, e questo si riflette nei numeri occupazionali in continua crescita.
Le professioni con il più alto tasso di occupazione
Analizzando nel dettaglio i singoli corsi di laurea, troviamo un gruppo di professioni che ha superato l’85% di occupati. In cima alla classifica c’è il Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, che passa dall’81,1% all’89,6%. Seguono il Logopedista con l’88,1%, il Tecnico di radiologia (87,8%), il Podologo (87,5%) e il Fisioterapista (87,4%).
Ottimi risultati anche per il Tecnico di neurofisiopatologia, l’Infermiere pediatrico, l’Igienista dentale e l’Infermiere, tutti sopra l’85%. Si tratta di figure centrali per l’assistenza clinica, la riabilitazione e la prevenzione, fondamentali per il buon funzionamento del sistema sanitario.
Le professioni sanitarie con minore occupazione (ma comunque alta)
Sotto la media, ma con valori ancora buoni, troviamo Educatori professionali e Tecnici della riabilitazione psichiatrica (84%), Terapisti occupazionali, Tecnici di laboratorio e Assistenti sanitari (83%), Tecnici della prevenzione (81%). Più staccati ma comunque sopra il 70% anche Dietisti, Tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria (68%) e Tecnici audiometristi (63%).
Anche in questi casi, l’occupazione è nettamente più alta rispetto alla media nazionale dei laureati. Questi dati mostrano come ogni professione sanitaria, pur con differenze interne, garantisca un buon accesso al lavoro.
Professioni sanitarie in crescita: le regioni con il tasso occupazionale più alto
Il successo occupazionale varia anche a seconda dell’università frequentata e della regione. Al primo posto c’è il Friuli Venezia Giulia con il 91,1% di occupati, seguito da Marche (89,7%), Lombardia (89%) e Toscana (88,8%). Le performance sono alte anche in Piemonte, Veneto, Puglia, Umbria ed Emilia-Romagna.
Le università del Mezzogiorno registrano percentuali più basse, ma comunque soddisfacenti: Lazio (82%), Sicilia (80,9%), Campania (80,8%) e Sardegna (80,4%). Chiudono la classifica la Calabria (78,9%) e l’Abruzzo (78,3%).
Un messaggio chiaro per i diplomati: scegliete la sanità
Per chi si appresta a concludere la scuola superiore, questi numeri rappresentano uno strumento utile per orientarsi nella scelta universitaria. I corsi di laurea nelle professioni sanitarie non solo offrono concrete opportunità occupazionali, ma permettono anche di lavorare in settori fondamentali per la salute collettiva.
Il test di ammissione ai corsi è previsto per l’8 settembre. Secondo le previsioni, saranno confermati circa 35.000 posti in tutta Italia. Lo scorso anno le domande furono circa 65.000, con un rapporto medio di quasi 2 a 1. Alcune professioni sono particolarmente ambite: per Fisioterapia ci sono in media 7 domande per ogni posto disponibile, per Logopedia e Ostetricia 4, per Dietistica 3. Più accessibili Infermieristica e i corsi meno richiesti, ma comunque con una forte componente selettiva.