Infertilità

In Italia, l’uomo diventa padre per la prima volta, in media, dopo i 35 anni d’età. Diventa, così, sempre più necessario non solo prevenire l’infertilità quanto preservare le proprie probabilità di concepimento quando si è sani e più giovani. È importante, dunque, ricorrere a soluzioni che consentano di preservare la fertilità, come ad esempio il congelamento e la conservazione del seme.

Gli specialisti della Società Italiana di Andrologia (SIA), in occasione degli Stati Generali della Prevenzione a Napoli, hanno proposto un cambio di paradigma. L’obiettivo è contrastare il declino della natalità.

Fondamentale preservare la fertilità maschile

Secondo gli ultimi dati ISTAT, gli uomini italiani sono i papà “più vecchi” d’Europa: il primo figlio arriva mediamente dopo i 35 anni d’età.

«Il tempo è nemico della fertilità maschile: con l’avanzare dell’età aumenta infatti anche la quantità di danni al DNA spermatico». A parlare è Alessandro Palmieri, presidente SIA e professore di Urologia all’Università Federico II di Napoli. «Così già dai 34 anni in su, i danni accumulati possono impedire il concepimento. O aumentare le probabilità di tramandare ai figli difetti genetici, legati a patologie nell’infanzia e anche in età adulta. In questo contesto, la sola prevenzione non basta. Gli effetti del tempo sulla fertilità si possono contrastare solo fino a un certo punto. Per questo è fondamentale preservare anche la fertilità maschile, ad esempio attraverso il congelamento del seme in età giovanile». Pratica, questa, accessibile e scientificamente supportata che offre una “polizza assicurativa” per il futuro riproduttivo degli uomini.

Congelamento del seme durante la giovane età

Il periodo ideale per il congelamento del seme, o crioconservazione, è durante la giovane età. In questo periodo, infatti, la qualità e la quantità degli spermatozoi sono generalmente al loro apice. Man mano che gli uomini invecchiano, la qualità del seme può diminuire.

Congelare il seme in giovane età garantisce la disponibilità di campioni con una maggiore integrità genetica e motilità. Inoltre, si potrebbero battere sul tempo malattie e trattamenti medici che possono danneggiare irreparabilmente la produzione di sperma. La crioconservazione preventiva offre una possibilità di paternità futura per coloro che devono affrontare queste sfide.

Semplice e sicuro il processo di congelamento del seme

Il processo di congelamento del seme è relativamente semplice e sicuro. Prevede la raccolta di campioni di seme, che vengono poi analizzati, preparati e congelati in azoto liquido a temperature estremamente basse.

I campioni possono essere conservati per decenni senza perdere la loro vitalità. Sono sempre pronti per essere utilizzati in futuro tramite tecniche di riproduzione assistita come la fecondazione in vitro (FIVET) o l’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI).

In Italia non esiste una singola ‘banca nazionale del seme’ centralizzata. La crioconservazione del seme si effettua solo all’interno di alcune strutture pubbliche che si occupano di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).

Sono più numerose le banche private che offrono questo servizio a pagamento. Nasce da qui l’appello della SIA a rendere più accessibile, all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, la raccolta e la crioconservazione del seme negli uomini. Ciò qualora decidano di posticipare la paternità.

Creare una grande banca nazionale del seme

I tempi sono ormai maturi per prendere in considerazione la possibilità di creare una grande banca nazionale. Bisogna consentire «la crioconservazione dei gameti, sia quelli maschili che femminili, offrendo agli italiani l’opportunità di preservare le proprie possibilità di concepimento», conclude Palmieri. «Allo stesso tempo è necessario sensibilizzare e informare la popolazione su questa possibilità, un investimento proattivo nel proprio futuro riproduttivo. È tempo che questa opzione venga riconosciuta e considerata seriamente da tutti gli uomini che desiderano salvaguardare il loro potenziale di paternità».