La mancanza di farmaci oncologici è un problema che può mettere a serio rischio la vita di migliaia di persone. Pazienti già provati dalla malattia si troverebbero ad affrontare un nuovo incubo: non sapere se potranno continuare la terapia.

La segnalazione della modella Bianca Balti, affetta da un cancro ovarico, arriva dall’America ma non riguarda solo gli Stati Uniti.
In un post sui social ha affermato: “i farmaci antitumorali sono prodotti che non sono opzionali, bensì salvavita”.

Il caso di Bianca Balti

La sua situazione è emblematica di un disservizio che non fa distinzioni tra celebrità e cittadini comuni. È inaccettabile che chi ha contratto un tumore oggi debba anche affrontare il peso dell’inefficienza del sistema sanitario statunitense. Ogni ritardo terapeutico può costare la vita. Le cause della crisi sono complesse: interruzioni nella produzione, difficoltà nella distribuzione, speculazioni sul prezzo dei principi attivi.
In uno studio segnalato su Oncotwitting, la scarsità di farmaci contro il cancro negli Stati Uniti stanno mettendo a rischio la cura di oltre 100.000 pazienti oncologici. Una criticità che riguarda più di 40 farmaci essenziali, causando modifiche ai trattamenti e difficili decisioni per i medici.

Non solo Stati Uniti

Negli USA, la situazione è esacerbata da dinamiche specifiche del sistema sanitario. Il mercato dei farmaci che hanno perso il brevetto costituisce oltre il 90% delle prescrizioni. Questo rende necessario adottare misure drastiche per garantire la sicurezza di questi farmaci.
Carenze che riguardano soprattutto i farmaci iniettabili sterili e i farmaci citotossici, i quali sono più costosi da produrre, e tra i più colpiti dalle carenze.

Farmaci oncologici vitali: un lusso per molti Paesi

Secondo quanto dichiarato dalla Fondazione Umberto Veronesi, “Un nuovo studio dell’ESMO Global Consortium , pubblicato dalla rivista Annals of Oncology ha rilevato che nonostante alcune iniziative politiche e sanitarie le disparità nell’accesso ai trattamenti salvavita per il cancro persistono. Una situazione che porta con sé gravi conseguenze per i pazienti, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito.”

Il commento di ONA – Osservatorio Nazionale Amianto

“È inconcepibile che pazienti oncologici debbano subire ritardi o interruzioni nelle cure a causa di speculazioni economiche o inefficienze produttive.
Questa crisi globale ci riguarda tutti e mette in evidenza l’urgenza di riformare i sistemi sanitari per garantire equità e accesso universale ai farmaci salvavita, a maggior ragione per chi, come i malati da esposizione all’amianto, ha già pagato un prezzo altissimo.” Ha affermato l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente di ONA – Osservatorio Nazionale Amianto.