Il futuro della lotta contro il cancro passa anche per l’integrazione tra metabolismo, immunità e nutrizione. La terza edizione della Meet Immune Conference si è tenuta il 5 e 6 maggio 2025 all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Nel corso della Meet Immune Conference 2025 si è parlato molto infatti di come metabolismo e sistema immunitario si intrecciano nella gestione e nella cura dei tumori umani (“How Metabolism Meets the Immune System in Human Malignancies”). E oggi, più che mai, si pongono le basi per trasformare questo approccio in una pratica clinica concreta.

L’oncologia del futuro sarà sempre più personalizzata, interattiva e umana, dove la precisione scientifica si fonde con la capacità del corpo di reagire, difendersi e guarire.

Nutrizione e sistema immunitario: un matrimonio possibile in oncologia

Per anni relegata a ruolo di supporto, oggi la nutrizione entra a pieno titolo nella strategia terapeutica oncologica.

Gli studi presentati durante la conferenza milanese confermano che approcci come la restrizione calorica e la dieta mima-digiuno non solo migliorano la tollerabilità dei trattamenti, ma potenziano l’efficacia delle terapie contro alcuni dei tumori più aggressivi, come il carcinoma mammario triplo negativo o il tumore polmonare a piccole cellule.

L’oncologia moderna non si limita a colpire il tumore con farmaci sempre più sofisticati. Mira anche a rafforzare il contesto biologico in cui il tumore si sviluppa, cioè il corpo del paziente. In questo scenario, metabolismo e sistema immunitario assumono un ruolo da protagonisti, perché sono proprio questi meccanismi a determinare quanto un organismo sia in grado di reagire efficacemente alla malattia e ai trattamenti.

Nutrizione e sistema immunitario: il ruolo della deprivazione calorica

Tra gli aspetti più innovativi emersi, c’è l’effetto della deprivazione calorica temporanea sul sistema immunitario. Studi recenti hanno dimostrato che cicli di 4-5 giorni di restrizione calorica controllata sono in grado di attivare le cellule T effettrici, le “truppe speciali” del sistema immunitario, mentre inibiscono le cellule che al contrario frenano la risposta immunitaria.

La dieta mima-digiuno, in particolare, rappresenta una strategia promettente: simula gli effetti benefici del digiuno, ma senza eliminarne del tutto l’apporto calorico. Somministrata in modo ciclico e controllato, ha già dimostrato di aumentare la sensibilità delle cellule tumorali alla chemioterapia e di migliorare la qualità della vita durante i trattamenti.

Terapie sempre più mirate, ma il tumore si adatta

L’arsenale terapeutico a disposizione degli oncologi è oggi più ricco che mai: anticorpi monoclonali coniugati, radioligandi, anticorpi bispecifici che attivano i linfociti T, terapie target. Tuttavia, i tumori sono abili nel mutare, sfruttando meccanismi di evasione immunitaria e adattamento metabolico che spesso riducono l’efficacia delle cure.

Ed è proprio qui che entra in gioco la modulazione metabolica: modificare l’ambiente interno dell’organismo per renderlo meno favorevole alla proliferazione tumorale e più adatto a sostenere la risposta terapeutica. In altri termini, rafforzare l’organismo per curarlo meglio.

Nutrizione e sistema immunitario: lo studio Breakfast2

Un esempio concreto di questa integrazione tra nutrizione e trattamento oncologico è lo studio clinico Breakfast2. Esso è attualmente in corso su pazienti con carcinoma mammario triplo negativo. Lo studio punta a personalizzare il regime alimentare dei pazienti nella fase preoperatoria, unendo restrizione calorica e selezione mirata dei nutrienti. L’obiettivo è duplice: potenziare la risposta alle terapie neoadiuvanti e stimolare il sistema immunitario.

Questa strategia rappresenta un cambiamento di paradigma. La nutrizione non è più un elemento collaterale, ma un fattore terapeutico attivo, inserito a pieno titolo nella pianificazione oncologica. In altre parole, ciò che il paziente mangia (o non mangia) può fare la differenza.

Il paziente al centro della cura: consapevolezza e responsabilità

L’integrazione tra metabolismo, nutrizione e immunità restituisce al paziente un ruolo centrale e attivo nella propria cura. La dieta diventa un atto terapeutico consapevole. Non solo accompagna i trattamenti, ma può contribuire a prevenire le recidive. Può migliorare la risposta immunitaria e ridurre l’infiammazione sistemica, uno dei fattori più coinvolti nella cancerogenesi.

In questo nuovo paradigma, il paziente non è più solo il destinatario passivo delle cure, ma un partecipante consapevole che può influenzare in prima persona il decorso della malattia. La relazione medico-paziente si trasforma: diventa un’alleanza terapeutica, dove la conoscenza e l’autogestione fanno parte integrante della terapia.