Smartphone, tablet e computer sono spesso accusati di provocare distrazione, dipendenza e perfino danni cognitivi, specialmente nei più giovani. Ma oggi una nuova ricerca ribalta la prospettiva: l’uso delle tecnologie digitali, se ben gestito, potrebbe addirittura rafforzare le capacità mentali e ridurre il rischio di declino cognitivo e demenza.
Secondo un imponente studio pubblicato sulla rivista Nature Human Behavior, chi ha fatto uso abituale di strumenti digitali negli ultimi vent’anni ha mostrato un rischio inferiore del 58% di sviluppare demenza o altri disturbi cognitivi.
L’allenamento del pensiero computazionale
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La chiave di tutto è il pensiero computazionale: un termine forse poco familiare, ma fondamentale. Si tratta della capacità di risolvere problemi seguendo strategie logiche, pianificate e orientate agli obiettivi, utilizzando strumenti adeguati al contesto. Ebbene, ogni volta che scriviamo un’email, cerchiamo un’informazione su Google o organizziamo un viaggio con un’app, attiviamo proprio questo tipo di pensiero.
Non è solo una questione di memoria o attenzione: si parla di allenamento mentale complesso, che coinvolge abilità logiche, decisionali e strategiche. In pratica, le nuove tecnologie funzionano come una palestra per la mente.
Tecnologia e demenza: una mega-analisi su oltre 400.000 persone
La ricerca non si basa su un singolo esperimento, ma su una mega-analisi di 136 studi, che hanno coinvolto in totale oltre 411.000 persone in età matura o anziana. I ricercatori hanno confrontato chi ha usato regolarmente strumenti digitali dagli anni 2000 in poi con chi ne ha fatto un uso più limitato. Il risultato è stato chiaro: nessuna evidenza di danni cognitivi legati alla tecnologia, ma al contrario, una forte correlazione con il mantenimento della salute cerebrale.
Come sottolinea il professor Michael Scullin, co-autore dello studio, “una tale coerenza nei dati è un risultato raro nella scienza”, soprattutto considerando che sono stati presi in considerazione anche fattori come il livello di istruzione, la condizione economica e la salute generale dei partecipanti.
Naturalmente, non si tratta di passare l’intera giornata davanti a uno schermo, né di abbandonare la lettura, l’attività fisica o le relazioni sociali. La chiave è sempre l’equilibrio.