Per decenni, controllare il livello di colesterolo nel sangue è stato il metodo standard per valutare il rischio di infarto o ictus. Ma oggi, grazie a un’importante ricerca internazionale, siamo a un punto di svolta: un nuovo test del sangue, basato su due marcatori lipoproteici, permette di prevedere con maggiore precisione il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, potenzialmente salvando moltissime vite.

Questo nuovo approccio potrebbe diventare presto uno standard globale nella valutazione del rischio cardiaco, aiutando quindi milioni di persone a prevenire malattie gravi prima che sia troppo tardi.

Uno studio su oltre 200.000 persone

A firmare questa innovazione sono i ricercatori della Chalmers University of Technology (Svezia) e dell’Università di Harvard (Stati Uniti), che hanno pubblicato i risultati sulla rivista European Heart Journal. Lo studio ha analizzato i dati di oltre 200.000 persone sane, seguite fino a 15 anni, per capire meglio il ruolo delle diverse lipoproteine nel trasporto del colesterolo e nel rischio di eventi cardiaci come infarto e ictus.

Le lipoproteine: i veri protagonisti

Il colesterolo da solo non basta a raccontare la nostra salute cardiovascolare. Infatti, non circola nel sangue liberamente, ma viene trasportato da particelle chiamate lipoproteine. Alcune di queste, che trasportano il cosiddetto “colesterolo cattivo”, possono depositarsi sulle pareti delle arterie, causando restringimenti e infiammazioni. Altre, invece, rimuovono il colesterolo in eccesso e sono quindi considerate “buone”.

La novità dello studio sta nell’aver dimostrato che non è tanto la quantità totale di colesterolo a contare, quanto il numero delle lipoproteine che lo trasportano. In particolare, i ricercatori hanno individuato una proteina presente sulla superficie di queste particelle: la apolipoproteina B (apoB).

ApoB: il marcatore più affidabile

Misurare la quantità di apoB consente di stimare il numero totale di particelle di colesterolo cattivo nel sangue, con maggiore accuratezza rispetto ai test tradizionali. Questo marcatore si è rivelato il più efficace nell’identificare il rischio futuro di malattie cardiovascolari, più del semplice valore del colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo) che normalmente si misura con gli esami del sangue.

Il test dell’apoB è già disponibile in commercio, è economico, semplice e può essere implementato facilmente nella pratica clinica.

Attenzione anche alla lipoproteina(a)

Un altro importante indicatore emerso dallo studio è la lipoproteina(a), una variante genetica presente in quantità molto diverse da persona a persona. Anche se rappresenta meno dell’1% delle lipoproteine totali, in alcuni soggetti può raggiungere livelli elevati e aumentare considerevolmente il rischio cardiovascolare. Per questo motivo, secondo i ricercatori i controlli migliori includono anche la lipoproteina(a), soprattutto per chi ha una storia familiare di problemi cardiaci.

Perché tutto questo è importante?

I metodi tradizionali per valutare il rischio cardiaco funzionano, ma non sempre sono sufficientemente precisi. In circa 1 paziente su 12, i test standard potrebbero sottostimare il rischio reale. Considerando che dal 20 al 40% dei primi eventi cardiovascolari sono fatali, è fondamentale disporre di strumenti più accurati.

La combinazione tra apoB e lipoproteina(a) offre un quadro più chiaro e personalizzato del rischio. Apre così la strada a una medicina preventiva più efficace e mirata.