Alcol

Nel 2023, in Italia non si sono registrate riduzioni dei comportamenti a rischio legate all’uso di alcol. Sono, infatti, 4 milioni e 130 mila i binge drinker e 780 mila i consumatori dannosi in necessità di un trattamento clinico. Di questi, solo l’8,1% sono intercettati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e in cura.

Stabili i consumatori a rischio, soprattutto tra i target più vulnerabili della popolazione: i minori, i giovani, le donne, gli anziani.

Bere per ubriacarsi (binge drinking), come è ormai diffuso tra tutte le fasce di popolazione, non risparmia gli anziani. Proprio in questa categoria si registrano le più elevate frequenze di consumatori dannosi con disturbi da uso di alcol non intercettati dal Servizio Sanitario Nazionale.

I consumi fuori pasto risultano in costante aumento in particolare tra le donne (23,9%): sono 1 milione e 230 mila le consumatrici che bevono per ubriacarsi.

In ripresa l’incremento della mortalità attribuibile all’alcol.

Sono circa 8 milioni i grandi bevitori italiani

Nel 2023, circa 8 milioni di italiani hanno bevuto quantità di alcol tali da esporre la propria salute a rischio. Si tratta di persone di età superiore a 11 anni (pari al 21,2% dei maschi e al 9,2% delle femmine).

Quattro milioni e 130 mila sono le persone che hanno bevuto per ubriacarsi e 780.000 sono stati i consumatori dannosi. Questi ultimi hanno consumato alcol provocando un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale.

Rimane distante il raggiungimento degli Obiettivi di Salute Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

A scattare la fotografia è, come ogni anno, l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, Ona-Iss, che ha rielaborato i dati della Multiscopo Istat. Ciò in occasione dell’Alcohol Prevention Day (Apd).

Alcol, aumentare l’attenzione verso i minori in particolare

I consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione consolidata e preoccupante di tutti gli indicatori monitorati di danno e di rischio. Ciò dilaga nelle fasce più vulnerabili della popolazione: minori, adolescenti, donne e anziani.

«La prevenzione nazionale e regionale, la più efficace possibile – afferma Emanuele Scafato, Direttore dell’Ona-ISS – è possibile se si mira ai target principali. È necessario innalzare l’attenzione per i giovani, i minori in particolare, prevedendo maggiori tutele nei luoghi di aggregazione e l’educazione alla salute nelle scuole. È dimostrato che è efficace investire in prevenzione e attivare l’intercettazione precoce dei consumatori a rischio, specialmente con interventi differenziati per donne e anziani. Favorendo il counselling e l’intervento motivazionale».

Occorre assicurare adeguate risorse per le reti curanti e favorire un incremento della consapevolezza sui rischi derivanti dall’uso di alcol a sostegno delle persone.

780.000 i pazienti con Disturbi da Uso di Alcol

Tra i consumatori a rischio preoccupano soprattutto i giovani (circa 1.260.000 tra gli 11 e 24 anni, di cui 615.000 minorenni). Ed anche le donne (circa 2,5 milioni, con il 13,3% di consumatrici a rischio tra le minorenni 11-17enni).

Emergono i 4,13 milioni di binge drinker (74.000 sono minori) il cui andamento negli ultimi 10 anni mostra un aumento dell’80% nelle donne. Passando, così, dal 2,5% nel 2013 al 4,5% nel 2023. Anche i maschi vedono un incremento del 19% tra il 2019 e il 2023 senza alcun accenno all’atteso calo dei consumi tesi all’intossicazione.

Dei 780.000 consumatori dannosi, clinicamente pazienti con Disturbi da Uso di Alcol (DUA), 310.000 sono donne.

Tutti i consumatori dannosi hanno necessità di essere presi in carico, mentre lo sono solo l’8,1%.