Quali meccanismi legano il virus di Epstein-Barr (EBV) alla sclerosi multipla (SM)?
La recente scoperta di un nesso causale tra EBV e SM ha aperto nuove prospettive non solo per curare, ma anche per prevenire questa malattia. Per quanto riguarda la prevenzione, un vaccino contro l’EBV rappresenta l’approccio più logico. Tuttavia, poiché il virus infetta “naturalmente” – e senza particolari conseguenze – più del 90% della popolazione adulta, vaccinare “a tappeto” può non essere semplice. Ciò anche per problematiche di accettazione, come la recente pandemia ha insegnato.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
La sclerosi multipla in Italia rappresenta un’emergenza sociale e sanitaria continua che ha colpito oltre 140mila persone. Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) offre periodicamente una fotografia aggiornata della patologia. Il quadro che ne viene fuori rivela sempre una situazione critica e la necessità di interventi immediati.
Possibilità di una vaccinazione selettiva
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Uno studio coordinato dal Centro Sclerosi Multipla dell’Università Sapienza – Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea apre nuove strade.
I ricercatori hanno, infatti, dimostrato che alcune varianti del virus “dialogano” con i geni che predispongono alla sclerosi multipla. Ciò in un modo che le rende più a rischio di provocare la malattia.
«Questo risultato apre la strada alla possibilità di una vaccinazione selettiva, limitata a coloro che presentano le varianti del virus più ‘a rischio’. Riducendo al minimo le resistenze alla vaccinazione e garantendo, al contempo, una protezione a chi ne ha più bisogno». Lo afferma Marco Salvetti del Centro Sclerosi Multipla del Sant’Andrea-Sapienza.
«La ricerca mostra anche come il virus sia associato alla sclerosi multipla in modo specifico, non riscontrabile in molte delle altre malattie autoimmunitarie esaminate». Così Rosella Mechelli, dell’Università Telematica San Raffaele di Roma, altro Centro coordinatore dello studio.
Sclerosi multipla, in Italia emergenza sociale e sanitaria
Nell’Italia continentale, la prevalenza della SM è intorno ai 227 casi per 100.000 abitanti, con eccezione della Sardegna (stima di circa 420 casi per 100.000 abitanti). Colpisce soprattutto le donne, tre ogni uomo, diagnosticate in genere in età giovanile, tra i 20 e i 40 anni. La SM nell’85% dei casi esordisce nella forma a ricadute e remissioni, con aggravamenti ciclici seguiti da periodi in cui le persone stanno meglio. Esistono farmaci efficaci che rallentano questo processo, ritardando l’insorgere di disabilità grave.
Dopo un certo numero di anni, il recupero dalle ricadute è sempre meno completo e il peggioramento diventa progressivo con accumulo di disabilità (forma secondariamente progressiva).
«Andare alle radici delle cause della malattia ci permette di capire quali siano i meccanismi immunologici più rilevanti, anche per il disegno di terapie future». È quanto dichiara Giuseppe Matarese, ordinario di Immunologia e Patologia Generale alla Università Federico II di Napoli.
La ricerca eziologica della SM può portare alla prevenzione
Il 10/15% delle diagnosi di SM riguarda la forma più grave, già progressiva all’esordio (primaria progressiva) e per la quale non esistono ancora cure efficaci. Ecco perché lo studio è apparso subito importante. I risultati «forniscono una chiave per spiegare perché un’infezione diffusa nel 90-95% della popolazione mondiale possa favorire l’esordio della SM solo in una piccola porzione di individui». Sono le parole di Paola Zaratin, direttore Ricerca Scientifica AISM-FISM. «Questi risultati forniranno utili informazioni sulla strategia dello sviluppo di vaccini personalizzati anti-EBV. La ricerca eziologica della SM è l’unica che può portare ad una prevenzione primaria della SM», conclude l’esperta.