L’obesità costituisce spesso un problema per grandi e piccoli. Ecco perché perdere i chili in eccesso già da piccoli fa guadagnare anni di vita in buona salute da grandi. Inoltre, si riduce il rischio di mortalità e di sviluppare malattie cardiometaboliche. Lo dimostra uno studio condotto dal Karolinska Institutet. Un intervento precoce sugli stili di vita da bambini o adolescenti può portare a una riduzione fino all’88% del rischio di morte prematura da adulti.

I risultati dello studio sono stati pubblicati di recente sulla rivista Jama Pediatrics. Sono stati evidenziati i rischi che i bambini e gli adolescenti corrono se non perdono peso. Il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 è concreto. Così come quello di soffrire di colesterolo alto e di avere la pressione alta una volta diventati adulti.

Adottare uno stile di vita sano fin da piccoli

L’impatto a lungo termine del trattamento precoce dell’obesità infantile riduce, dunque, i rischi di eventi correlati all’eccesso di peso, inclusa la mortalità prematura.

«L’adozione tempestiva di uno stile di vita sano è determinante per migliorare la salute futura», hanno sottolineato gli specialisti della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp).

Lo studio condotto in Svezia ha coinvolto 6.713 bambini e adolescenti di età compresa tra i 6 e i 17 anni. I dati raccolti tra il 1996 e 2019 sono stati confrontati con quelli di una popolazione generale abbinata per sesso, età e area geografica. I ricercatori hanno scoperto che circa 1.070 bambini hanno risposto bene al trattamento per perdere peso. Altri 1.500 hanno perso abbastanza peso da non essere più considerati obesi.

Obesità, non sottovalutare il problema

Il 40% circa dei bambini con obesità presenterà ancora la malattia in età adulta, con un aumento del rischio di mortalità nel lungo periodo.

«Nel 2030 si calcola che saranno 235 milioni bimbi in sovrappeso o obesi nel mondo, più di quelli colpiti da malnutrizione». Lo dichiara Valentino Cherubini, presidente Siedp e Direttore della Diabetologia Pediatrica degli Ospedali Riuniti di Ancona. «Ad oggi, in Italia, si stima che l’obesità è presente nel 10% dei bimbi, circa 700.000 fra i 5 e 15 anni. E di questi, oltre 150.000 sono obesi gravi e solo una piccola parte a causa di un difetto genetico. È fondamentale, dunque, non sottovalutare il problema e soprattutto non rimandare l’attuazione di interventi sullo stile di vita mirati alla perdita del peso in eccesso».

Il dato più sorprendente riguarda la mortalità

Una buona risposta al trattamento, o addirittura la remissione completa dell’obesità in età pediatrica, riduce drasticamente il rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Ma anche dislipidemia e ipertensione a lungo termine.

«Anche il ricorso alla chirurgia bariatrica è diminuito del 58% nei pazienti con una buona risposta al trattamento». Così Maria Rosaria Licenziati, segretario generale della Siedp e direttore dell’Unità di Malattie Neuro-Endocrine e Centro Obesità dell’Aorn Santobono-Pausilipon di Napoli. «Il dato forse più sorprendente riguarda però la mortalità. Chi ha risposto bene al trattamento ha mostrato un rischio di morte prematura inferiore dell’88% rispetto a chi ha avuto una scarsa risposta. Questi risultati rappresentano una svolta nella comprensione dell’importanza di intervenire sull’obesità già dall’infanzia. Non si tratta solo di migliorare la qualità della vita nei primi anni di vita. Si garantisce un futuro più sano, con minori rischi di malattie croniche e morte prematura», conclude l’esperta.