Il disturbo algico provoca una vera sofferenza a chi ne soffre, ma i sintomi non sono suffragati da esami medici oggettivi. In pratica ci si trova davanti ad un paziente che lamenta dolori fisici, ma in realtà erroneamente percepiti a causa di disfunzioni psicologiche e a volte psichiatriche. Per questo viene definito anche “distubo psicogeno”, a causa della natura interconnessa con la mente ed il corpo. La comprensione di questa correlazione è fondamentale per sviluppare strategie terapeutiche efficaci che considerino la persona nel suo complesso.

Semantica

La persistenza del dolore in questi casi si verifica generalmente oltre i normali periodi di guarigione e può perdurare per mesi o anni. I disturbi psichiatrici come l’ansia, la depressione ed i disturbi somatoformi sono frequentemente associati al dolore cronico. Questi disturbi possono esacerbare la percezione del dolore. Ciò crea un ciclo vizioso in cui il disturbo algico alimenta il disagio psicologico e viceversa.

Il dolore cronico è una condizione multifattoriale che può derivare da malattie fisiche (come l’osteoartrite ) o essere idiopatica, senza una causa fisica evidente. Una delle ipotesi più accreditate è che potrebbe essere il risultato di una disfunzione nei circuiti nervosi responsabili della trasmissione e percezione del dolore. Questo fenomeno può essere interpretato come una “plasticità” del sistema nervoso, che diventa ipersensibile agli stimoli dolorosi.

Fattori intercorrenti

Le emozioni e i pensieri giocano un ruolo cruciale nell’intensificare o attenuare la percezione del dolore. La depressione, ad esempio, è frequentemente associata a una maggiore sensibilità nel disturbo algico, in parte a causa delle alterazioni nei sistemi neurochimici del cervello, come la serotonina e la dopamina, coinvolti sia nella modulazione del dolore che nella regolazione dell’umore. La depressione è uno dei disturbi psichiatrici più comuni nei pazienti con dolore cronico. Le persone con dolore cronico tendono a sviluppare una visione negativa del proprio corpo e della vita, e la sofferenza fisica può alimentare sentimenti di impotenza e disperazione. Le alterazioni neurochimiche associate alla depressione, in particolare nei sistemi della serotonina e della noradrenalina. Allo stesso modo, l’ansia cronica può rendere le persone più sensibili agli stimoli a causa dell’attivazione costante del sistema nervoso autonomo e della percezione distorta delle sensazioni corporee.
La somatizzazione, un fenomeno psicologico in cui il disagio emotivo si manifesta in sintomi fisici, è un altro aspetto importante.
Le persone con disturbi somatoformi tendono a percepire il dolore in modo amplificato e a focalizzarsi su sensazioni fisiche che in altri individui potrebbero essere considerate normali o di scarsa rilevanza. In questa situazione, il trattamento psicoterapico, come la terapia cognitivo-comportamentale, può essere molto utile nel ridurre la sofferenza.
Inoltre, dal punto di vista neurobiologico, il dolore cronico potrebbe essere associato a modificazioni permanenti nel sistema nervoso.

Variabili esterne

Il contesto sociale e relazionale di un individuo influisce significativamente sulla percezione e gestione del dolore. L’isolamento sociale, la disoccupazione, e le difficoltà economiche, ad esempio, possono amplificare il disagio.

Trattamento

Spesso i pazienti, prima della diagnosi, non trovando una soluzione alla loro condizione, vengono rimpallati da vari specialisti. La cura richiede un approccio integrato e olistico, che combini la gestione del dolore fisico con il supporto psicologico ed eventualmente psichiatrico.