La malattia parodontale è la patologia del cavo orale in assoluto più diffusa tra gli adulti. Non deve essere mai sottovalutata perché rappresenta un importante fattore di rischio per diabete, malattie cardiovascolari e parto pretermine. Partendo da questi presupposti, il Policlinico Gemelli ha attivato un Ambulatorio di Periomedicine.
Il nuovo ambulatorio offre sia le terapie classiche come l’igiene dentale sia quelle più innovative come la rigenerazione dei tessuti attraverso i fattori di crescita. Offre anche il ‘profiling’ del microbiota orale per una diagnosi più circostanziata e il monitoraggio della terapia.
«È importante cominciare a fare ‘manutenzione’ della cavità orale fin da giovani». Lo afferma Massimo Cordaro, Ordinario di Malattie Odontostomatologie e direttore del Dipartimento Testa Collo, Organi di Senso dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
«E dunque, no al fumo, non esagerare con le bevande alcoliche e gestire con attenzione la malattia parodontale attraverso una buona igiene e controlli periodici dall’odontoiatra».
Supporto alla popolazione affetta da malattia parodontale
Indice dei contenuti
L’ambulatorio nasce da una duplice esigenza: dare supporto alla popolazione affetta dalla malattia parodontale e migliorare l’andamento di alcune malattie tramite la cura della parodontite. Tra queste il diabete e le patologie cardiovascolari ischemiche, legate a doppio filo alla malattia parodontale, come testimoniano numerose evidenze.
La parodontite è la malattia che colpisce i tessuti di supporto dei denti, le gengive, il legamento parodontale, l’osso alveolare. Ovvero, tutto ciò che contribuisce a sorreggere il dente e ad evitare che cada. Si tratta di una malattia molto comune, che interessa un italiano su due, il 10% in forma grave.
«Il trattamento delle malattie parodontali dovrebbe entrare nella routine della gestione delle persone con diabete e con malattie cardiovascolari». Così Carlo Lajolo, responsabile dell’ambulatorio di Periomedicine di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS. «Anche l’andamento della gravidanza risente della malattia parodontale; le donne con parodontite grave hanno un rischio maggiore di avere un parto pretermine».
Le diverse cause della parodontite
La patologia riconosce diverse cause. La principale è la cattiva igiene orale (la placca batterica) e la formazione del tartaro, nel quale si annidano una serie di batteri.
«È importante – spiega Lajolo – anche la predisposizione genetica. Alcuni soggetti hanno una propensione a montare una risposta infiammatoria ‘sbagliata’ e non riescono a combattere adeguatamente i batteri Gram negativi della placca. Questo li espone ad una maggiore suscettibilità alla parodontite. Rilevante anche il ruolo di alcuni fattori ‘ambientali’ e voluttuari. Tra questi, il fumo di sigaretta (che aumenta il rischio di parodontite di almeno 3 volte) e una dieta ricca di zuccheri».
La diagnosi si effettua con la visita odontoiatrica e il sondaggio parodontale. Ciò permette di misurare la profondità delle ‘tasche’ parodontali e delle recessioni. Questa procedura si completa con l’esame radiologico, tramite ortopanoramica. «Ma soprattutto di ‘full endorale’, cioè di tante lastrine di dettaglio dei singoli gruppi di denti», aggiunge Lajolo.
I modi per prevenire la malattia parodontale
La principale arma contro la malattia parodontale è un’igiene domiciliare curata. Igiene da compiersi con uno spazzolino medio-morbido dopo ogni pasto, con il filo interdentale e con lo scovolino. Tutto questo permette di disgregare meccanicamente la placca.
Il secondo baluardo contro la parodontite è la visita odontoiatrica e l’igiene professionale, ovvero l’ablazione del tartaro fatta dall’igienista dentale o dal dentista, ogni sei mesi. È molto importante perché la malattia parodontale non dà sintomi (come il sanguinamento delle gengive, l’alitosi, la mobilità dei denti), se non nelle fasi tardive. Il paziente parodontale purtroppo, nel corso della sua malattia, può arrivare a perdere dei denti.
La grande sfida è cercare di recuperare parte del tessuto parodontale perso, rigenerandolo attraverso terapie chirurgiche che consentono la rigenerazione parodontale. Nelle ‘tasche’ parodontali, dopo la pulizia, si inseriscono dei biomateriali (fattori di crescita come le amelogenine). Questi stimolano la rigenerazione del legamento parodontale e dell’osso circostante.
Il profiling del microbiota orale, un aiuto per la diagnosi
«Siamo anche in grado – conclude Lajolo – di offrire il profiling del microbiota orale, in collaborazione con Maurizio Sanguinetti, Ordinario di Microbiologia. Questo esame è utile per la diagnosi e come monitoraggio dell’andamento della terapia. Il profiling del microbiota orale rappresenta un passo avanti significativo nella diagnosi e nel monitoraggio della malattia parodontale. Grazie a tecnologie innovative, siamo in grado di identificare con precisione i batteri coinvolti, consentendo un approccio terapeutico più mirato e personalizzato. Questo test apre nuove prospettive per la gestione della parodontite. Ed anche per la comprensione delle sue interazioni con patologie sistemiche come il diabete e le malattie cardiovascolari».