È stato appena pubblicato su “Nature Medicine” lo studio sui cosiddetti “farmaci blockbuster” contro l’obesità, come Ozempic, noti per la loro capacità di far perdere peso. Non solo, i suddetti farmaci avrebbero effetti anche su molte altre condizioni patologiche, dai problemi cardiaci al morbo di Parkinson.

Ora, un’analisi dei dati di quasi 2 milioni di persone sta rivelando nuove intuizioni sugli effetti di questi farmaci, compresi alcuni rischi.

Denominati agonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone (GLP-1), i farmaci in questione offrono più di semplici benefici per la perdita di peso. Lo studio, tuttavia, ha evidenziato di recente alcuni rischi scaturenti dall’uso dei farmaci. Tra questi, una maggiore probabilità di sviluppare l’artrite e una condizione potenzialmente mortale come la pancreatite.

Lo studio non sarebbe dettagliato per trarre conclusioni

Alcuni ricercatori sostengono che lo studio non è sufficientemente dettagliato per trarre conclusioni su benefici e rischi.

«Una cosa è che un beneficio o un danno siano ‘associati’ all’uso di GLP-1, un’altra è se cambia molto il rischio». Così Randy Seeley, specialista in obesità presso l’Università del Michigan ad Ann Arbor, che non è stato coinvolto nella ricerca. «Tuttavia, penso che questo sia il tipo di dati che aiuterà a orientare l’uso di questi farmaci nel mondo reale», continua Seeley. Lo specialista ha consultato e ricevuto finanziamenti da aziende che sviluppano farmaci contro l’obesità.

La ricerca si è incentrata sugli agonisti del recettore GLP-1

Lo studio si è concentrato sugli agonisti del recettore GLP-1. Tra questi il semaglutide, venduto con il nome di Ozempic per il trattamento del diabete e ora ampiamente prescritto per perdere peso.

«Nessuno aveva ancora studiato in modo esaustivo l’efficacia e i rischi degli agonisti del recettore GLP-1 in tutti i possibili esiti sulla salute». Lo afferma Ziyad Al-Aly, medico-scienziato presso il Veterans Affairs St. Louis Health Care System nel Missouri, che ha guidato il lavoro.

In circa 3 anni e mezzo, Al-Aly e i suoi colleghi hanno monitorato più di 200.000 persone con diabete che assumevano farmaci GLP-1. E circa 1,7 milioni di persone con diabete che assumevano altri farmaci ipoglicemizzanti, monitorando gli effetti dei farmaci GLP-1 su 175 diverse condizioni di salute.

I rischi recentemente evidenziati dagli studiosi

Rispetto ad altri farmaci per il diabete, i farmaci GLP-1 sono stati associati a un rischio inferiore di sviluppare malattie cardiache, ictus e malattie renali. Riducono anche il rischio di disturbi psicotici del 18%, il rischio di malattia di Alzheimer del 12% e disturbi da dipendenza in media del 13%.

«Ciò che mi ha colpito è un effetto costante sui disturbi da dipendenza», dichiara Al-Aly. «I farmaci GLP-1 agiscono sulle regioni cerebrali coinvolte nel controllo della ricompensa e degli impulsi. Per questo possono aiutare a ridurre il desiderio di tabacco, alcol, cannabis e oppioidi».

Ma lo studio ha rilevato altresì rischi associati all’uso di GLP-1. Ad esempio, questi farmaci aumenterebbero dell’11% il rischio di artrite ed esporrebbero a un rischio superiore del 146% di pancreatite. Come è noto, l’infiammazione del pancreas può portare a complicazioni pericolose per la vita.

Fonte: Nature Medicine