Da un’indagine Ipsos emerge che il 28% della popolazione italiana soffre di disturbi mentali, un dato in crescita di 6 punti rispetto al 2022.  

La salute mentale si conferma una priorità da affrontare per il Paese ed è al centro dell’Agenda 2025 per istituzioni e clinici. Dall’introduzione del bonus psicologo al potenziamento dei servizi territoriali, sono numerose le azioni previste per rispondere a una vera e propria emergenza. Emergenza che è esplosa nella sua urgenza ancor più dopo la pandemia.

I numeri della salute mentale collocano il problema tra i primi posti nell’agenda di governo.

Salute Mentale: Agenda 2025, l’evento organizzato da Inrete

Tra gli obiettivi principali di ‘Salute Mentale: Agenda 2025’, evento promosso e organizzato da Inrete, vi è quello di costruire un sistema più equo. E soprattutto rispondente alle crescenti esigenze dei pazienti, individuando risposte organizzative alle principali questioni emergenti. Risposte che i pazienti e le loro famiglie attendono e che sono all’attenzione del ministro della Salute.

«Questo governo – ha dichiarato Orazio Schillaci ha posto massima attenzione sulla salute mentale. È un argomento che abbiamo affrontato subito con l’istituzione di un Tavolo tecnico incaricato di aggiornare il Piano di Azioni Nazionale sulla salute mentale. È un documento che mancava da dieci anni e ormai inadeguato a rispondere in maniera efficace ai bisogni dei pazienti con questi disagi. Il Piano, che è molto atteso, è in via di definizione e contiamo di condividerlo con le regioni entro i primi mesi del nuovo anno».

Disturbi mentali: prevenzione e approccio olistico 

L’ampio spettro delle patologie riconducibili all’ambito della salute mentale interessa in Italia circa 16 milioni di persone. 

Prevenzione e approccio olistico possono contribuire a contrastare un fenomeno in crescita soprattutto nelle persone della fascia di età 18-34. Ma anche nelle donne in gravidanza e nel primo anno dopo il parto. Un numero, questo, destinato ad aumentare, un fenomeno non sempre facile da riconoscere. È enorme l’impatto sulle famiglie e sulla rete di relazioni che ruotano intorno ad ogni singola persona affetta da queste forme di disagio. Relazioni sulle quali incidono inevitabilmente le conseguenze di malattie spesso invisibili, oggetto di stigma e a volte difficili da diagnosticare.

Creare spazi di inclusione e di socialità

Sul tema ha acceso un faro la presidente di Progetto Itaca, Felicia Giagnotti. «La malattia mentale di una persona cara all’interno della famiglia travolge radicalmente la quotidianità e la serenità di tutti i membri della famiglia stessa. Molti caregiver, prevalentemente donne, sono costretti ad abbandonare il lavoro e a ridurre il tempo per sé. Talvolta tutto ciò provoca sofferenza e disagio che può trasformarsi anche in depressione. È necessario sostenere il caregiver sia con supporti economici quando necessario, sia rafforzando il collegamento tra famiglie, strutture territoriali e terzo settore. In modo che – aggiunge Giagnotti – la persona con problemi di salute mentale accanto alla cura possa trovare spazi di inclusione e di socialità alleggerendo il carico famigliare».

Depressione, grande emergenza in Italia

In Italia la depressione, e in particolare la depressione maggiore, rappresenta una delle grandi emergenze nell’ambito della salute mentale.  

«La priorità – ha commentato Alberto Siracusano, professore di psichiatria dell’Università di Tor Vergata – è creare una nuova cultura della salute mentale. Il nostro lavoro si è basato soprattutto sull’ascolto e il confronto con diverse realtà in tutto il territorio italiano sulle problematiche della salute mentale. Per questo abbiamo sviluppato degli Hot Points tematici, come quello dedicato alla transizione dall’età evolutiva all’età adulta. Questo rappresenta una situazione particolarmente delicata e problematica e che riguarda la salute mentale dei giovani e delle famiglie. Stiamo affrontando anche la possibilità di sviluppare un’attenzione particolare sulla salute mentale di genere e quindi alla depressione peripartum. Stiamo infine definendo anche delle linee guida sulla depressione», conclude Siracusano.

Promuovere una nuova cultura della salute mentale

Istituzioni, esperti e associazioni di pazienti, nel corso dell’evento organizzato da Inrete, si sono impegnati a promuovere una nuova cultura della salute mentale in modo innovativo. E soprattutto attraverso una visione olistica che abbracci tutta la persona grazie ad un approccio ‘One mental health’.

Grande attenzione è stata riservata alle nuove psicopatologie legate alla transizione adolescenziale, alla depressione peripartum, all’importanza dell’integrazione tra ospedali e territorio. Non sono stati tralasciati gli interventi necessari per superare lo stigma di cui troppo spesso sono oggetto i pazienti affetti da problematiche legate alla salute mentale.