La Confederazione svizzera ha recentemente aggiornato le sue raccomandazioni nutrizionali, inserendo tra le priorità non solo la salute individuale, ma anche la sostenibilità ambientale. L’aggiornamento, elaborato dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria (USAV) in collaborazione con la Società Svizzera di Nutrizione (SSN), riflette le più recenti scoperte scientifiche e pone l’accento su un’alimentazione che sia benefica tanto per il corpo quanto per il pianeta. Ma cosa significa realmente “alimentazione sostenibile”, e perché è così cruciale adottarla?
L’alimentazione sostenibile: un approccio integrato per il benessere e l’ambiente
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L’alimentazione sostenibile rappresenta un paradigma che mira a coniugare il benessere individuale con l’impatto ambientale derivante dalle nostre scelte alimentari.
Questo concetto non si limita semplicemente a cosa consumiamo.
Abbraccia anche l’intero processo di produzione degli alimenti e le risorse impiegate nella loro realizzazione. Un regime alimentare sostenibile promuove la biodiversità, riduce l’impiego di pesticidi e fertilizzanti chimici, limita lo spreco di cibo e incoraggia pratiche agricole che preservano e non esauriscono le risorse naturali.
Adottare uno stile di vita alimentare sostenibile implica dunque la selezione di cibi che richiedono un minor consumo di risorse naturali per la loro produzione.
Questo comporta la preferenza per alimenti vegetali e locali, evitando prodotti altamente elaborati e quelli che richiedono lunghi trasporti. Scegliere alimenti stagionali e a chilometro zero non solo assicura un impatto ambientale ridotto, ma permette anche di consumare prodotti più freschi e ricchi di nutrienti, in grado di promuovere una salute migliore. La dieta insomma, non è più considerata solo come una questione di salute personale, ma emerge come un elemento imprescindibile nel contrastare il cambiamento climatico e nel garantire un ambiente sano per le generazioni future. Ma c’è di più.
Benefici individuali e sociali
Mangiare in modo sano va ben oltre il semplice concetto di benessere fisico o sostenibilità ambientale. Un’alimentazione equilibrata non solo promuove la salute individuale, ma ha anche un impatto profondo sulla spesa sanitaria globale.
Un’alimentazione equilibrata, infatti, contribuisce a prevenire molte delle principali malattie non trasmissibili, come le patologie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e alcuni tipi di cancro. Queste condizioni, rappresentano una delle principali cause di mortalità e costano al sistema sanitario miliardi ogni anno in cure e terapie.
In Italia ad esempio, dove il patrimonio culinario è variegato e profondamente radicato nella cultura, l’adozione di uno stile alimentare sano può tradursi in vantaggi economici considerevoli.
Investire in un’alimentazione sana implica una diminuzione della frequenza di ricoveri ospedalieri e di trattamenti medici. Questo permette al sistema sanitario di allocare risorse finanziarie in modo più efficace.
Secondo studi recenti, una riduzione anche modesta dell’incidenza di queste patologie potrebbe generare risparmi significativi.
Adottare uno stile dietetico corretto rappresenta quindi non solo una scelta individuale per il miglioramento della salute, ma anche un atto di responsabilità collettiva. In questo contesto, l’educazione alimentare assume un ruolo chiave.
Insegnare le basi di una nutrizione equilibrata fin dalla giovane età può garantire una popolazione più sana e, di conseguenza, una società più forte e resiliente.
Cosa mangiare allora? Vediamo cosa dicono le nuove raccomandazioni nutrizionali.
Le nuove raccomandazioni nutrizionali: una guida alla sostenibilità
Le nuove raccomandazioni nutrizionali svizzere propongono un approccio alimentare che coniuga salute e sostenibilità, introducendo una visione moderna della dieta quotidiana. Alla base di queste indicazioni c’è una piramide alimentare aggiornata, che illustra in modo chiaro e semplice i gruppi alimentari essenziali per una nutrizione equilibrata.
Al centro di questo modello, vi è la promozione delle proteine vegetali.
Pensiamo ad esempio ai legumi e cereali integrali, che vengono suggeriti come alternativa primarie alle proteine animali. Questa scelta non solo favorisce la salute individuale, ma riduce anche l’impatto ambientale, poiché la produzione vegetale richiede meno risorse naturali rispetto all’allevamento intensivo.
Il consumo di frutta e verdura di stagione, coltivate localmente, viene fortemente incoraggiato, dal momento che contribuisce a diminuire le emissioni di CO₂ legate ai trasporti e riduce l’inquinamento causato dalla produzione agricola intensiva.
Acqua al centro della piramide: no a snack e bevande zuccherate
Nella nuova piramide alimentare, l’acqua rimane il pilastro centrale dell’idratazione. Di contro, le raccomandazioni suggeriscono di evitare il consumo regolare di bevande zuccherate e di riservare dolci e snack solo a occasioni speciali. I cereali integrali e i legumi assumono un ruolo fondamentale, grazie al loro elevato contenuto di fibre e nutrienti essenziali, oltre al loro impatto ecologico ridotto. Pur mantenendo un ruolo nella dieta, carne e pesce sono consigliati in quantità minori rispetto al passato, spostando il focus sulle proteine vegetali, come i legumi, come fonte primaria. Anche noci, semi e frutta oleaginosa sono promossi per il loro apporto di grassi sani, essenziali per la salute cardiovascolare.
Secondo l’indicazione della confederazione svizzera, sarebbe opportuno consumare cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, preferibilmente di stagione e di produzione locale. I latticini, da consumare senza aggiunta di zuccheri, e oli vegetali di alta qualità, come l’olio d’oliva, vengono raccomandati per mantenere un adeguato equilibrio nutrizionale.
Piccoli cambiamenti per grandi risultati
Le nuove raccomandazioni nutrizionali sottolineano come anche piccoli cambiamenti nelle abitudini alimentari possano fare la differenza.
Seguire queste linee guida non significa rinunciare al gusto o al piacere di mangiare.
Suggerisce di contro l’importanza di tosto adottare un approccio più consapevole e responsabile nei confronti del cibo.
In definitiva, mangiare sano e sostenibile non è solo una scelta personale, ma un atto di responsabilità collettiva, che contribuisce al benessere della società e alla salvaguardia del nostro pianeta.