Gli animali da compagnia, con la loro presenza al nostro fianco, sono in molti casi dei catalizzatori di calma e benessere. Sono di grande aiuto, infatti, per placare ansia e stress e contribuiscono a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e a facilitare i rapporti sociali. Si rivelano ancora più importanti con gli anziani, poiché forniscono loro un supporto specialmente se si trovano nelle case di cura. Supporto che non fanno mancare ai minori vittime di abuso o di bullismo e nei casi di disturbi dello spettro autistico. Ma anche nelle psicosi, seppur agli esordi, e nei disturbi neuromotori (malattia di Parkinson). Ciò grazie a una sorta di ‘alleanza terapeutica’ che prende il nome di pet therapy. O, secondo una versione tecnica più moderna, di Interventi Assistiti con gli Animali (IAA).

A cavallo per una migliore gestione dello stress

Gli esperti del Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale (Scic) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) si sono soffermati sull’IAA.

Il Centro ha partecipato nel 2015 alla redazione delle Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali. Le Linee definiscono gli standard formativi e operativi per la corretta e uniforme applicazione sul territorio nazionale.

Lo Scic ha, inoltre, contribuito nel tempo anche alla redazione di diversi protocolli per il loro utilizzo in vari contesti.

Recentemente, in collaborazione con lo Stato Maggiore dell’Esercito, ha preso parte al progetto “Veterani in Sella”. Si tratta di uno dei primi studi a livello europeo a focalizzarsi sulla salute mentale dei veterani.

Dallo studio è emerso che la relazione con un cavallo può aiutare anche nella gestione dei disturbi da stress post-traumatico.

Lo studio per il riadattamento dopo un trauma

Lo studio ha evidenziato un effetto positivo della relazione con il cavallo sulla gestione dei disturbi stress-correlati. Ed anche sulle difficoltà di adattamento conseguenti agli eventi traumatici vissuti, favorendo anche le abilità relazionali interpersonali.

Per compiere lo studio, sono stati arruolati un gruppo di veterani per un intervento della durata complessiva di 9 mesi. In questo periodo, è stato effettuato un monitoraggio e la valutazione del benessere psico-fisico.

I risultati hanno evidenziato miglioramenti nelle attitudini e nei comportamenti dei partecipanti (autonomia, fiducia nelle proprie capacità). È emerso anche che la vicinanza con il cavallo aiuta nella gestione dell’ansia e nel superamento delle difficoltà interpersonali.

Pet Therapy, cane e cavallo gli animali più coinvolti

La relazione con il cane è di aiuto per la salute mentale perché riduce i sintomi di ansia, depressione o solitudine.

La sollecitazione motoria ritmica fornita dal cavallo, invece, lo rendono un importante ausilio in pazienti con disturbi motori o posturali. Ma anche in patologie psichiatriche complesse, con effetti benefici su funzioni adattive ed esecutive del cervello.

«Il cane e il cavallo sono nel complesso gli animali maggiormente coinvolti negli IAA poiché condividono con l’uomo una lunga storia di co-evoluzione». Lo afferma Francesca Cirulli, dirigente di ricerca del Centro di Riferimento per le Scienze comportamentali e la Salute Mentale dell’Istituto Superiore di Sanità. «Co-evoluzione che ha consentito loro di sviluppare un sofisticato sistema di comunicazione non verbale. Questo è alla base della loro capacità di interagire con il sistema emozionale umano», conclude Cirulli.