A Pisa è stata sostituita una valvola tricuspide con un innovativo tipo di protesi valvolare introdotta, senza bisogno di aprire il torace. Ciò attraverso un catetere inserito dall’inguine tramite la vena femorale.

Si tratta del primo intervento in Italia e del venticinquesimo al mondo di questo genere.

Tecnicamente, l’intervento è simile a quello realizzato a Massa da un’équipe composta da cardiologi interventisti dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e della Fondazione Monasterio, con qualche differenza. Queste ultime sono consistite nella forma, nel sistema di ancoraggio e nella presenza, nella nuova valvola, di una sorta di “foro di sfiato”. Foro che ne facilita l’adattamento al cuore: è infatti l’unica disegnata per adattarsi alla forma asimmetrica dell’anello tricuspidale. Consentendo, così, l’impianto anche in pazienti il cui ventricolo destro è molto indebolito.

Sostituzione valvola tricuspide: tempo di recupero record

L’équipe di Emodinamica dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, diretta da Marco De Carlo, ha impiantato la valvola in una paziente di oltre settant’anni. La donna era affetta da una gravissima insufficienza della valvola tricuspide che le causava debolezza e affanno sempre più gravi. L’insufficienza tricuspidale, infatti, ha sintomi subdoli e spesso si fa una diagnosi in fase avanzata, quando ormai diventa molto elevato il rischio operatorio.

Il giorno precedente all’intervento, l’impianto è stato provato con un simulatore dotato di un cuore di silicone identico a quello della paziente. Con la stampa in 3D sulla base della TAC, i tecnici avevano ottenuto il cuore.

Il cuore della paziente ha tollerato l’impianto della protesi e la donna è tornata nella sua camera senza bisogno di un ricovero in terapia intensiva, né di farmaci endovenosi. Il giorno successivo all’operazione si è alzata e dopo tre giorni è tornata a casa. Un tempo di recupero record per l’intervento di sostituzione valvolare tricuspidalica.

L’intervento è durato soltanto 70 minuti

L’équipe composta da Marco De Carlo, Cristina Giannini e Alessandro Sticchi ha effettuato l’intervento in soli 70 minuti . Con la guida dell’ecocardiografia tridimensionale affidata a Paolo Spontoni e Matteo Mazzola, tutti della sezione Laboratorio emodinamica. E con l’assistenza anestesiologica di Augusta Danella, dell’unità operativa Anestesia e rianimazione Ctv. Presente in sala operatoria anche l’inventore della protesi valvolare, Georg Lutter, docente di Cardiochirurgia alla facoltà di Medicina dell’Università Christian Albrechts di Kiel (CAU), in Germania.

«Il nostro gruppo – sottolinea Marco De Carlo – si conferma ai vertici nazionali ed europei negli interventi “transcatetere”, mini-invasivi, sulle valvole cardiache. Ci ha fatto particolarmente piacere il complimento dell’inventore della valvola. “Avete un grande team, estremamente motivato, di cui abbiamo apprezzato la positività e la dedizione”».

Nei prossimi mesi, l’Emodinamica dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana sarà protagonista di uno studio clinico internazionale mirato a dimostrare i benefici di questo dispositivo.

Briani: “Questi risultati sono il frutto della competenza”

Esprime grande soddisfazione anche la direttrice generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, Silvia Briani. «Questi risultati sono il frutto della competenza, dell’entusiasmo e del lavoro di squadra di medici, infermieri, tecnici, coordinatori degli studi clinici, operatori socio-sanitari. Della squadra fa parte anche chi ha fatto in modo che questa innovativa protesi valvolare, non ancora in commercio, fosse disponibile per la nostra paziente. Che non aveva altre opzioni terapeutiche in grado di risolvere la sua grave insufficienza tricuspidale», conclude Briani.