La bronchiolite è un’infezione che può provocare un’insufficienza respiratoria molto pericolosa. Tipica dei primi mesi di vita, può essere, tuttavia, contratta nei primi due anni di vita del bambino. È causata soprattutto dal Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) ed è una patologia stagionale molto infettiva.
Non esiste, ad oggi, una terapia risolutiva per questa patologia. Infatti, oltre a controllare l’idratazione e «dare ossigeno al bambino, ci sono poche cose che si possono fare». Lo afferma Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps). «Quello che si può fare è cercare di impedire al virus di entrare in contatto con i lattanti». Il virus – continua Di Mauro – lascia il segno e può causare complicazioni anche a distanza di tempo, per questo prevenire è un dovere».
RSV, il 60% dei lattanti è a rischio contagio
Indice dei contenuti
In vista della prossima stagione a rischio, gli esperti Sipps informano famiglie e istituzioni che il virus può causare bronchioliti e polmoniti nel breve termine. E respiro affannoso e infiammazioni croniche nel lungo termine.
Il Virus Respiratorio Sincinziale (RSV) è «un virus abbastanza recente – prosegue l’esperto – caratterizzato da un’attività interstiziale che agisce proprio come il Covid. Una volta entrato in contatto con un bambino, può causare delle complicazioni anche a distanza di tempo dall’episodio acuto. Proprio come accade con tutti gli esiti post-Covid».
Il 60% dei lattanti è a rischio contagio e può sviluppare la bronchiolite. «Se prendiamo come riferimento il 2024 – sottolinea l’esperto – su 400mila nati, circa 80mila bambini hanno richiesto assistenza medica ambulatoriale. Circa 16mila sono stati ricoverati e 16 sono stati i decessi solo nei primi sei mesi di quest’anno. Non sono pochi casi per una infezione virale, in un solo anno, è un rischio che non possiamo accettare».
Esiste una prevenzione che agisce come un vaccino
«Da oltre sei anni vengono condotti studi e ricerche sugli anticorpi monoclonali – chiarisce Di Mauro – che sono uno strumento di prevenzione primaria. I pediatri di famiglia sono impegnati nell’informare i genitori che i loro figli vivono in una Regione che dà l’opportunità di proteggerli dall’RSV. Adesso abbiamo gli anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione. Grazie ad una sola iniezione l’anno, con costi accettabili, possiamo fare una prevenzione efficacissima che permette ai piccoli di non contrarre la bronchiolite».
Secondo Di Mauro, dunque, tutti i nati del 2024 dovranno essere “vaccinati” il prossimo ottobre per evitare la bronchiolite. E sarebbe utile offrire la somministrazione anche alle donne in gravidanza per coprire il neonato nei primi mesi di vita.
Anticorpi monoclonali, somministrazione ancora disomogenea
La somministrazione degli anticorpi monoclonali è ancora a macchia di leopardo. Solo la Valle d’Aosta è riuscita a fare prevenzione nel 2023, a ottobre 2024 ci riusciranno Veneto, Trento, Bolzano, Lombardia, Toscana, Sicilia e Campania.
«Mi auguro che tutte le altre Regioni inizino la campagna di immunizzazione», dice il presidente Sipps. «Non vorrei che si determinasse una grande disuguaglianza in Italia nell’offrire quest’opportunità di prevenzione primaria, che non è un lusso. La prevenzione è la migliore arma che abbiamo a disposizione per proteggere i nostri bambini da questo virus così pericoloso. Evitiamo differenze e operiamo tutti insieme in un’ottica di prevenzione primaria. Prevenire è un dovere».
Oltre agli interventi di prevenzione, il presidente della Sipps ricorda che c’è un altro importante strumento di protezione. «L’allattamento al seno è un’arma fortissima di prevenzione primaria dalle infezioni respiratorie, gastrointestinali e dal sovrappeso», fa sapere il pediatra.
Ricorrere al ricovero se le condizioni peggiorano
In estate, mare, sole e aria aperta sono ottimi alleati per evitare la bronchiolite. In inverno, bisogna lavare spesso le mani e usare le mascherine, soprattutto con i neonati e i nati pretermine.
Esistono dei test rapidi che si possono fare per individuare il Virus Respiratorio Sincinziale, ma è di fondamentale importanza la diagnosi clinica.
«Se l’equilibrio del piccolo salta – evidenzia l’esperto – e le sue condizioni di salute si aggravano, allora è meglio ricorrere a un ricovero. Ricordo che, con qualunque infezione, nei lattantini le condizioni cliniche possono peggiorare rapidamente».