Rilevanti i dati emersi dal sistema di sorveglianza Passi d’Argento dedicato agli anziani e raccolti nel biennio 2022-2023.
Oltre la metà degli ultra 65enni ha dichiarato che, nel corso della vita, ha ricevuto una diagnosi per una o più patologie per insufficienza renale e bronchite cronica. Ma anche per enfisema, insufficienza respiratoria, asma bronchiale, ictus o ischemia cerebrale, diabete, infarto del miocardio, ischemia cardiaca o malattia delle coronarie. La lista si conclude con diagnosi per altre malattie del cuore, tumori (comprese leucemie e linfomi), malattie croniche del fegato o cirrosi.
Il 28% degli intervistati ha riferito una cardiopatia, mentre le malattie respiratorie croniche coinvolgono il 17% degli ultra 65enni. Mentre il diabete il 20% e i tumori il 14%.
Invecchiamento della società, pesano le patologie
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La condizione di policronicità, ovvero la compresenza di due o più patologie croniche (fra quelle indagate), riguarda un ultra 65enne su 4. Inoltre, è più frequente al crescere dell’età e tra le persone con status socioeconomico più svantaggiato, per difficoltà economiche o bassa istruzione.
Non si registrano differenze per genere.
«Con le società che invecchiano il peso delle patologie croniche-degenerative e delle disabilità che comportano diventa sempre più rilevante». È quanto scrivono gli esperti del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’ISS. «Le patologie cronico-degenerative rappresentano oggi le principali cause di morte, morbilità e di perdita di anni di vita in buona salute. Sono spesso presenti contemporaneamente nello stesso individuo. E impongono anche un cambiamento profondo dello scenario di cura e della presa in carico dei pazienti che ne sono affetti», concludono gli esperti.
Bene negli anziani la vaccinazione contro l’influenza
L’influenza costituisce un problema di sanità pubblica, in particolare per le possibili gravi complicanze nei soggetti a rischio, come le persone dai 65 anni in su. Oppure per le persone con patologie croniche (come le malattie dell’apparato respiratorio e dell’apparato cardiovascolare, il diabete, l’insufficienza renale e i tumori) di qualunque età. Per questo motivo, il ministero della Salute raccomanda e offre gratuitamente a questi gruppi di persone la vaccinazione antinfluenzale.
Nell’ultima campagna vaccinale indagata dal PASSI d’Argento (2022-2023) è emerso che il 65% degli ultra 65enni si è sottoposto a vaccinazione contro l’influenza. Questa percentuale ha raggiunto il 76% tra gli ultra 85enni e il 71% fra le persone con patologie croniche.
Sono risultati che rimangono significativamente più elevati rispetto al periodo che precede la pandemia di COVID-19. Anche fra le persone libere da cronicità è aumentata l’adesione alla campagna vaccinale.
L’impatto della pandemia da COVID-19 sulle vaccinazioni
Anche i dati per area geografica sembrano suggerire un impatto della pandemia da COVID-19.
Nel periodo pre-pandemico, il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale era mediamente più frequente nel Centro e nel Sud-isole e meno frequente nel Nord del Paese. Negli anni della pandemia, il ricorso alla vaccinazione aumenta ovunque, ma il gradiente geografico si inverte. Così, nel biennio 2022-2023, la copertura torna a cambiare aspetto. Il Centro del Paese presenta la copertura significativamente maggiore (70%) rispetto al Sud (64%) e al Nord (63%) che registrano, invece, valori simili.