In Italia si stimano oltre 2mila casi all’anno di infezioni corneali da funghi. Circa 800 sono causate da Acanthamoeba, un patogeno presente in acqua che trova nelle lenti a contatto, soprattutto se morbide, terreno ideale per la sua proliferazione. Il 50% dei casi non risponde alle terapie mediche con gravi rischi per gli occhi.
Gli esperti della Società Internazionale Cornea, Cellule Staminali e Superficie Oculare (Sicsso) hanno lanciato l’allarme, evidenziando il continuo aumento di queste infezioni.
Una speranza arriva dal trapianto di cornea lamellare anteriore, o DALK, in cui non viene impiantata la cornea a tutto spessore. Ma si sostituiscono solo gli strati corneali effettivamente compromessi, preservando quelli funzionalmente non danneggiati.
I risultati di questa tecnica, di cui l’Italia è un’eccellenza mondiale, garantiscono un successo nel 99% dei pazienti. Ciò si verifica se l’intervento si esegue precocemente quando l’infezione di grado più severo è resistente ai farmaci.
Trapianto parziale di cornea per le infezioni gravi
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Il trapianto parziale di cornea, purché precoce, è oggi la vera soluzione alle infezioni gravi quando esse non rispondono alla terapia medica.
«In Italia si stima che si verifichino circa 3mila casi all’anno di cheratiti per infezioni da funghi o da Acanthamoeba». Così Vincenzo Sarnicola, presidente Sicsso, chirurgo esperto in questa innovativa tecnica. «Purtroppo, le terapie mediche non sempre riescono a eradicare le infezioni. I microorganismi hanno così il tempo di penetrare nella cornea e danneggiarla, al punto di richiedere un trapianto. Questo, se è a tutto spessore, fallisce in oltre la metà dei casi, mentre nel 25% i risultati sono anatomici, ma non funzionali. E nel 5% portano alla enucleazione dell’occhio».
Infezioni corneali, buoni risultati con il DALK
Migliori risultati si ottengono con un trapianto di cornea lamellare anteriore, o DALK, in cui non viene sostituita tutta la cornea, ma solo lo strato intermedio.
«Questo intervento – spiega Sarnicola – consiste nella sostituzione del solo foglietto intermedio della cornea (stroma) al posto di tutta la cornea. Consente di sostituire soltanto la porzione malata, lasciando intatto tutto il resto. Il trapianto risulta molto meno invasivo con grandi vantaggi per il paziente. Se eseguito precocemente riesce quasi sempre a eradicare l’infezione, garantendo una sopravvivenza dei tessuti trapiantati del 99%, con pochi casi di rigetto e facilmente trattabili. Oggi, nel nostro Paese, dei circa 7mila trapianti di cornea eseguiti ogni anno, oltre il 40% sono mininvasivi. Si tratta di trapianti parziali, realizzati cioè con tecniche selettive o lamellari. I risultati italiani costituiscono un’eccellenza mondiale della quale andare fieri per lo sviluppo e la diffusione di tecniche chirurgiche sempre più innovative», conclude Sarnicola.
L’Italia vanta i chirurghi più esperti al mondo
Resta, ora, la difficoltà di apprendere una metodica decisamente complessa che richiede grande perizia tecnica.
«I migliori risultati – sottolinea Eduard Holland della Cincinnati University – si ottengono ancora separando manualmente i vari strati della cornea. L’Italia vanta i chirurghi più esperti al mondo in questa tecnica mininvasiva che vede gli Stati Uniti ancora in ritardo. Vengono eseguiti, infatti, solo mille interventi DALK all’anno, a fronte di 39.000 patologie dello stroma corneale in cui sarebbe invece indicata».