Non sono ancora note del tutto le capacità delle droghe di determinare problemi cardiovascolari e in generale un danno biologico. Con gravi ripercussioni sulla salute di chi le assume e importanti ricadute sulla spesa sanitaria.
L’informazione sull’argomento è scarsa e permangono così false convinzioni come ad esempio quella di ritenere la cannabis innocua in quanto “terapeutica”. Ciò favorisce la bassa percezione del pericolo “sostanze”, alcool compreso, per il cuore e per la salute umana in particolare tra i giovani.
Le sostanze stupefacenti danneggiano le coronarie
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Tutte le principali droghe conosciute, cannabis compresa, hanno un effetto cardiotossico. E possono, dunque, determinare o favorire l’insorgenza di vari tipi di patologie cardiovascolari, anche gravi o mortali.
«Le sostanze stupefacenti danneggiano le coronarie determinando ischemia cardiaca acuta o cronica». Ad affermarlo è Domenico Gabrielli, presidente Fondazione per il Tuo cuore e direttore Cardiologia dell’ospedale San Camillo di Roma. «Danneggiano direttamente il muscolo cardiaco provocando infiammazione (miocardite), dilatazione (cardiomiopatia dilatativa) o ispessimento (ipertrofia) del cuore. Condizioni queste, che se non diagnosticate e curate tempestivamente, possono portare a scompenso cardiaco. Favoriscono inoltre l’insorgenza di vari tipi di aritmie, a volte letali e alterazioni della pressione arteriosa, della coagulazione e delle valvole cardiache».
Il danno cardiaco da droghe è molto frequente
La presenza di un danno d’organo cardiaco può rimanere a lungo asintomatico, dando la falsa impressione di essere sani. Spesso, inoltre, si sottostimano le diagnosi di cardiopatie determinate o favorite dall’uso di sostanze psicoattive. Ciò contribuisce alla erronea convinzione che le sostanze stupefacenti non facciano poi così tanto male al cuore e al nostro organismo.
«Obiettivo della Fondazione per il Tuo cuore e dei cardiologi ANMCO – aggiunge Gabrielli – è quello di svolgere una prevenzione al passo con i tempi. Ciò in considerazione del sempre più frequente uso e abuso di sostanze psicoattive. Sono cambiate non solo le sostanze assunte ma anche il profilo di chi le assume. La prevenzione delle problematiche cardiovascolari da sostanze psicoattive merita tutta la nostra attenzione e giustifica ogni sforzo in quanto tali malattie non sono affatto rare. I dati evidenziano che fino a un quarto degli infarti nei soggetti giovani è legato all’uso di droghe. E in generale il danno cardiaco da droghe è decisamente più frequente di quello che riusciamo a dimostrare».
Cannabis, rischio di patologie cardio e cerebrovascolari
La cocaina può favorire l’insorgenza di ogni tipo di patologia cardiaca e aumenta fino al 23% il rischio di infarto miocardico nelle prime ore dopo l’assunzione.
«L’uso non medico della Cannabis – continua Gabrielli – è stato associato ad un aumentato rischio di patologie cardio e cerebrovascolari. Il fatto che esista una cannabis utilizzata per scopi medici non significa che fumare marijuana non faccia male al cuore e alla salute. Anche il Fentanyl è un farmaco molto utilizzato in medicina. Eppure negli USA l’uso non medico di oppioidi sintetici con effetti antidolorifici come il Fentanyl e derivati è un vero e proprio problema di salute sociale. Tali sostanze, magari acquistate anche per via illegale, hanno infatti aumentato la mortalità per arresto cardiorespiratorio. Sono stati stimati circa 75.000 decessi da oppiodi sintetici nel 2022 negli Stati Uniti, ove costituiscono una tra le principali cause di morte nei soggetti giovani-adulti».
Danni cardiovascolari anche nei consumatori occasionali
Le sostanze psicoattive sono un fattore di rischio cardiovascolare indipendente e aggiuntivo. Il danno cardiovascolare si può instaurare non solo nel consumatore abituale, ma anche in quello occasionale, a volte indipendentemente dalla quantità di sostanza assunta.
«Le malattie cardiache da droghe possono manifestarsi in maniera acuta (generalmente temporalmente associata e proporzionale all’ultima dose assunta) e/o svilupparsi lentamente nel tempo». Sono le parole di Francesco Ciccirillo – cardiologo, responsabile Ambulatorio D.A.H.D. (Drug Abuse Heart Diseases) U.O.C. Cardiologia- P.O. Vito Fazzi – ASL Lecce. «Anche i soggetti che non hanno alcuna sintomatologia acuta dopo l’assunzione, se continuano ad assumere droghe, possono sviluppare nel tempo un danno cardiaco. Da qui l’importanza di smettere di assumere sostanze prima che il danno si manifesti o diventi irreversibile. Oltre che a sottoporsi e/o eseguire programmi di screening cardiologico in chi ha una storia di assunzione di sostanze psicoattive. Soprattutto se presenta un alto profilo di rischio cardiovascolare globale».
Non sottovalutare i sintomi associati all’uso di sostanze
Per una adeguata prevenzione delle malattie cardiache da sostanze psicoattive è importante anche conoscere e imparare a non sottovalutare i sintomi associati all’uso di sostanze. Ciò per chiedere pronto aiuto medico. È fondamentale, per esempio, non trascurare il sintomo del dolore al petto in quanto può essere espressione di gravi patologie cardiorespiratorie acute.
«Dallo 0.7% fino al 6% di soggetti che arrivano in Pronto Soccorso per dolore toracico dopo uso di Cocaina ha un infarto cardiaco secondario a tale sostanza. Ugualmente è fondamentale riferire al medico se sono state assunte “sostanze” per evitare pericolose interazioni farmacologiche», conclude Ciccirillo.
Cannabis, rischio[A1] di patologie cardio e cerebrovascolari