Cosa succede quando la nausea disturba l’appetito? Attraverso una ricerca condotta su topi, gli scienziati dell’Istituto Max Plank (Germania) hanno identificato un circuito neurale che potrebbe svelare il motivo per cui la nausea uccide la fame
Le cellule cerebrali della nausea
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Che nausea! Gli studiosi dell’Istituto Max Planck per l’Intelligenza Biologica a Martinsried, in Germania, guidati da Wenyu Ding, hanno approfondito il ruolo di un gruppo di cellule fino a poco tempo fa sconosciute.
Per verificare questa ipotesi, hanno iniettato una sostanza chimica che induceva nausea nei topi. Ciò ha confermato che i neuroni sono attivi quando i topi avvertono la fastidiosa sensazione.
Successivamente hanno esaminato il cervello dei roditori attraverso sofisticate scansioni ortogenetiche. Parliamo cioè di un mix di tecniche ottiche e genetiche di rilevazione, che hanno lo scopo di sondare circuiti neuronali all’interno del cervello. Ebbene, quando i topi combattevano con il disagio della nausea, i neuroni in questione si sono attivati. Di contro, rimanevano inerti quando il roditore era sazio. Cosa che sottolinea l’esistenza di circuiti cerebrali distinti per la sazietà e la nausea. «Quando il ratto è nauseato non mangia, anche se è super affamato», spiega l’autore dello studio. Ma c’è di più.
Attraverso ulteriori indagini, i ricercatori hanno bloccato l’attività di questi stessi neuroni nei topi afflitti dalla nausea. La reazione è stata straordinaria: nonostante il malessere, i topi hanno superato la nausea e hanno continuato a mangiare. Ma perché è così importante questo studio?
Implicazioni della scoperta
Haijiang Cai, neuroscienziato dell’Università dell’Arizona a Tucson, esprime un’entusiasmante prospettiva per il futuro. «In un futuro prossimo, potremmo avere la capacità di intervenire selettivamente sui neurocircuiti che regolano la sazietà, riducendo l’appetito senza provocare la nausea». Questo potenziale sviluppo potrebbe diventare un prezioso alleato nel controllo degli effetti collaterali di farmaci che influenzano l’appetito, mitigando il disagio gastrointestinale che spesso ne deriva. Allo stesso tempo, potrebbe offrire speranza a coloro che soffrono di nausea cronica, come pazienti sottoposti a trattamenti oncologici. Se fosse possibile modulare selettivamente i circuiti cerebrali per permettere l’assunzione di cibo nonostante la nausea, si potrebbe migliorare significativamente la qualità della vita di questi pazienti, consentendo loro di nutrirsi adeguatamente anche durante i periodi di trattamento più difficili.
Altri trattamenti
Infine, comprendere i circuiti cerebrali che controllano la nausea è essenziale per affrontare i disturbi alimentari, come l’obesità e l’anoressia attraverso interventi terapeutici mirati.
Nel caso dell’obesità, la comprensione dei circuiti cerebrali specifici che regolano la sazietà potrebbe aprire la strada a terapie mirate che aiutano a ridurre l’appetito in eccesso senza causare sensazioni di nausea. Questo potrebbe essere un approccio più efficace e meno invasivo rispetto a trattamenti più ampi o farmaci con effetti collaterali indesiderati.
D’altra parte, nell’anoressia, dove la percezione della fame e la gestione delle sensazioni correlate sono profondamente alterate, la capacità di modulare selettivamente i circuiti cerebrali potrebbe offrire nuove vie per il trattamento. Ad esempio, se fosse possibile stimolare i neuroni coinvolti nella fame senza attivare quelli associati alla nausea, si potrebbe incoraggiare un aumento dell’assunzione calorica nei pazienti anoressici, contribuendo a migliorare il loro stato nutrizionale e la loro salute generale.
Fonte
Ding, W., Weltzien, H., Peters, C. & Klein, R. Cell Rep. 43, 113990 (2024). Articolo PubMed Google Scholar Cai, H., Haubensak, W., Anthony, T. E. & Anderson, D. J. Nature Neurosci. 17, 1240–1248 (2014).