Quando perdiamo il nostro animale domestico, il dolore del lutto pesa come un macigno sull’anima. Oggi raccontiamo una storia di amore e addio, intrecciata con il mistero e la speranza. Un modo per elaborare la tristezza e vincere il senso di colpa
Affrontare il lutto: un racconto paranormale?
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Lutto. Meno di una settimana dopo la dolorosa separazione dal suo amato golden retriever Riley, la professoressa Jen Golbeck, studiosa delle informazioni, ha fatto una scoperta straordinaria. Durante la notte, ha trovato Riley, il suo fedele compagno, in soggiorno. Il cane era avvolto in un’aura di pace, mentre riposava sul suo lettino in pile rosso e grigio. «Era raggomitolato come un croissant» dice.
Per la donna, è stato un momento magico e ineffabile, un tocco di conforto nel vuoto lasciato dalla perdita. Un incontro tra il tangibile e l’ineffabile, dove il confine tra il mondo fisico e quello spirituale si sfuma.
Detta così, potremmo pensare a un racconto di una persona in preda alla psicosi, ma la protagonista, Jen Golbeck, studiosa dell’Università del Maryland, non è certo una donna incline alle credenze nell’oltremondo o nei fantasmi. «Ci sono istanti che sfuggono alla logica e si insinuano nel cuore, portando con sé un tocco di conforto nell’oscurità del dolore» spiega.
E il suo, non è un caso isolato, tanto che, in un articolo pubblicato sulla rivista Anthrozoös, Golbeck ha analizzato le testimonianze di 544 proprietari di cani, raccolte attraverso i social media, in risposta a una sua domanda su Twitter e Instagram. Questa domanda è stata posta sul suo popolare account @GoldenRatio4, dove dettagliava le avventure del suo branco di Golden Retriever.
Testimonianze soprannaturali
Tra queste testimonianze, circa la metà descriveva manifestazioni fisiche. Il clic-clic-clic delle unghie sul pavimento, il tocco di un naso umido contro una guancia, la sensazione di una creatura pelosa e calda accanto a loro nel letto. L’altra metà descriveva invece delle manifestazioni inspiegabili. Tra le più frequenti: una farfalla che danzava nell’aria, un arcobaleno che si distendeva nel cielo (un richiamo a una poesia popolare sulla perdita degli animali domestici, “Oltre il ponte dell’arcobaleno”), o incontri con il proprio amato cane nei sogni.
Queste interazioni “soprannaturali” sono un riflesso dell’amore immortale che lega gli esseri umani ai loro animali? Sono la prova tangibile che anche dopo che le impronte hanno lasciato il terreno e il respiro si è placato, il legame persiste, intrecciato nei fili sottili del ricordo e della speranza?
Golbeck, con un tocco di sensibilità accompagnato dal rigore accademico, ci offre uno sguardo profondo in questo mondo di meraviglie e di dolore, dimostrando che la luce dell’amore, può guidarci lungo il sentiero della guarigione. «Universalmente, queste erano interazioni pacifiche e quasi universalmente confortanti», ovviamente in contrasto con la ricerca che mostra che le esperienze paranormali sono negative. «A livello psicologico, è stato un bene per le persone».
Elaborare il lutto: alla ricerca di conforto. Conosciamo Jen Golbeck
L’interesse di Jen Golbeck per il tema delle interazioni “soprannaturali” con gli animali amati è profondamente intrecciato con la sua esperienza personale e il suo impegno professionale. Dal momento in cui lei e suo marito, Ingo Burghardt, hanno iniziato a salvare golden retriever malati o anziani nel 2017, Golbeck ha dovuto affrontare il dolore della perdita quasi una dozzina di volte. Questo percorso personale, segnato da addii dolorosi, ha incanalato il suo interesse verso la comprensione psicologica di tali esperienze. Cosa che sottolinea l’importanza sia del sostegno emotivo sia dell’approccio scientifico.
Come scienziata informatica che si occupa di temi sensibili come la radicalizzazione online, Golbeck ha sviluppato un profondo interesse per la psicologia umana. Attualmente, sta completando un master sull’argomento all’Università di Harvard. In questo modo sta cercando di ampliare il suo bagaglio di conoscenze e la sua capacità di analisi.
La sua ricerca non si limita a esplorare il fenomeno delle interazioni “soprannaturali”. Mira anche a sfidare la percezione comune di tali esperienze. Golbeck riflette sull’importanza di comprendere la psicologia dietro queste esperienze. Sebbene possano essere scientificamente spiegate come allucinazioni, sono infatti profondamente significative per coloro che le vivono.
Il senso di colpa
Il caso di Riley, il suo amato golden retriever, è emblematico di questa complessa relazione tra amore, perdita e senso di colpa. Golbeck riflette sul ruolo del proprio senso di colpa nell’esperienza di vedere Riley nuovamente presente, anche se solo per un istante. Questo senso di colpa è nato dalla difficoltà di prendere decisioni difficili riguardanti la sua salute e il suo benessere, un carico emotivo che pesa ancora sul suo cuore.
Golbeck sottolinea l’importanza di fornire spazi di espressione e supporto per coloro che affrontano la perdita di un animale domestico. Mentre la società offre spesso soluzioni e supporto per il dolore legato alla perdita di un membro della famiglia umana, lo stesso non avviene per chi perde un animale. Tuttavia, la ricerca dimostra che i legami tra gli esseri umani e i loro animali sono profondi e significativi, paragonabili a quelli tra madri e figli.
In conclusione, l’indagine di Golbeck offre una prospettiva unica che ci spinge a riflettere sulla complessità delle relazioni umane-animali e sull’importanza di fornire sostegno e comprensione in momenti di lutto e dolore.
Fonte
Jennifer Golbeck, “L’ho vista con il cuore”: esperienze soprannaturali e legami continui dopo la morte di un cane, Anthrozoös (2024).
Materiale fornito dall’Università del Maryland