Il periodo perinatale, quello che precede e segue la nascita, è un momento di grande vulnerabilità nella vita di una donna. Aumenta, infatti, il rischio di sviluppare disturbi psichici, con conseguenze negative che si ripercuotono sulla salute del bambino, del partner e della vita di coppia.
È necessario, pertanto, offrire un trattamento tempestivo alle madri in difficoltà in questa delicata fase, individuando e curando le situazioni a rischio nelle donne. Questo per tutelare, nel breve e nel lungo termine, un sano sviluppo psichico dei bambini. È fondamentale che medici, psicologi e operatori sanitari siano aggiornati, formati e informati sull’argomento.
«Per intercettare precocemente segnali disagio, si devono coinvolgere maggiormente i pediatri di famiglia nei programmi di screening per l’individuazione della depressione post partum». Lo evidenzia Valentina Grimaldi, pediatra-psicoterapeuta e consigliera dell’Ordine dei Medici-chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Roma (Omceo Roma).
Dal post partum ai primi anni di vita: i vari aspetti
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“Dal post partum ai primi anni di vita: aspetti clinici e psicopatologici nella famiglia nucleare” è stato il titolo dell’evento svoltosi a Roma.
Il corso ha ricevuto il patrocinio di Omceo Roma e ha offerto una importante occasione di confronto. Ciò nell’ambito dell’identificazione precoce, della diagnosi e del trattamento dei disturbi psichici in donne che vivono la complessa esperienza della maternità.
I relatori hanno dedicato particolare attenzione al ruolo genitoriale, alle dinamiche della coppia, e alle conseguenze sulla salute dei figli.
«La depressione post partum – continua Grimaldi – ha un’eziologia multifattoriale. I cambiamenti sociali che viviamo in questo momento storico, dove c’è una crisi profonda delle relazioni e una tendenza all’isolamento sociale, alimentano fortemente il disturbo. Noi pediatri molto spesso non siamo coinvolti, se non marginalmente, nei programmi di screening. Questo perché la despressione post partum viene erroneamente confinata al periodo immediatamente dopo il parto».
Salute mentale materna e focus sulla genitorialità
Il corso ha affrontato diverse questioni riguardanti la salute mentale materna con un focus, in particolare, sulla genitorialità.
«Da recenti studi, oltre che dalle teorie psicodinamiche attuali, sappiamo quanto è importante l’interazione madre-bambino», spiega Daniela Aiello, dirigente psichiatra e psicoterapueta Asl Roma 2. «La salute mentale materna è uno dei determinanti del benessere del bambino. Siamo tutti chiamati a porre attenzione particolare a queste prime fasi della vita e ad individuare le situazioni più fragili. Le donne sono reticenti a comunicare i propri vissuti profondi. Inoltre la cultura main stream della mamma perfetta o della mamma a tutti i costi non aiuta. È necessario che gli operatori siano formati per mettere la donna in condizioni di aprirsi e formulare una richiesta di aiuto».
Il ruolo determinante del pediatra
Oggi la famiglia è cambiata, sempre più spesso ci troviamo di fronte a genitori che hanno poca conoscenza del bambino. Si confrontano con i media e non con la vita reale. Questo genera sentimenti di inadeguatezza, incapacità, frustrazione e fallimento quando si trovano a fare i conti con il bambino vero. Ed è proprio in tale contesto che il pediatra può avere un ruolo determinante: fornendo informazioni corrette, stando vicino alla mamma.
«Siamo proprio noi – spiega Grimaldi – che, dopo il parto, incontriamo più frequentemente il bambino e la mamma. Dunque, coinvolgerci attivamente nell’individuazione dei segnali di depressione, in rete con gli altri specialisti, può davvero fare la differenza. Ogni specialista e operatore sanitario è chiamato a dare il proprio importante contributo per intercettare questa problematica che coinvolge un numero sempre maggiore di donne. Si deve andare verso la creazione di una rete efficace tra professionisti».