Il mesotelioma pleurico è un tumore che colpisce la pleura, ossia il rivestimento sieroso dei polmoni. Si tratta di una neoplasia la cui causa accertata corrisponde all’esposizione all’amianto. Tra i mesoteliomi è il più diffuso: circa tre su quattro casi interessano la pleura. Gli altri tipi di mesotelioma rappresentano la parte residua di questo genere di tumore e sono quelli che colpiscono il peritoneo (5%), il pericardio e la tunica vaginale del testicolo (1%): sono tutte membrane sierose e da esse ciascuno prende il nome.
In questa pagina si offre una guida per una comprensione della malattia e per un supporto medico, legale e informativo per i pazienti (e loro famiglie) colpiti da tumore in generale e per il mesotelioma pleurico in particolare. Potrai trovare anche una guida alla ricerca di assistenza finanziaria per i pazienti affetti da mesotelioma.
Lo staff dell’Osservatorio Vittime del Dovere e dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) associazioni presiedute dall’avv. Ezio Bonanni, può offrirti tutte le informazioni che ti servono. Contattaci al numero verde 800.034.294 per ottenere una consulenza gratuita, oppure compila il form per essere ricontattato.
Mesotelioma pleurico, il tumore della membrana polmonare
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Il mesotelioma pleurico prende il nome dalla pleura, la membrana sierosa che riveste i polmoni e che li avvolge singolarmente. Il termine pleura è di origine greca (dal greco antico: πλευρά, pleyrà) e significa “fianco”.
La pleura è composta due pareti (i cosiddetti foglietti pleurici) dette pleura parietale (che divide i polmoni dal resto della cavità toracica) e pleura viscerale (che aderisce al polmone). All’interno di questa doppia parete avviene la produzione del liquido sieroso che consente alla pleura di assolvere alla sua funzione, che è quella di permettere il movimento polmonare durante la respirazione, proteggendo gli organi da sfregamenti interni. Dal punto di vista istologico, ossia della tipizzazione cellulare, la pleura è considerata un mesotelio: assomiglia infatti sia all’endotelio (lo strato interno del lume dei vasi sanguigni e linfatici) sia all’epitelio (il rivestimento delle cavità interne del corpo).
La pleura è la parte del corpo più danneggiata dall’esposizione all’asbesto. Le più piccole fibre di amianto hanno infatti la capacità di penetrare fin nelle zone più interne dell’apparato respiratorio e di causare gravi infiammazioni e provocare l’insorgenza del cancro. L’amianto è infatti un potente cancerogeno, come confermato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nella sua monografia e che lo ha inserito nel Gruppo 1, ossia tra le sostanze con la maggiore cancerogenicità per l’uomo.
Il contatto con le fibre di asbesto provoca prima le placche pleuriche, poi ispessimenti e infine la situazione può degenerare nel tumore (mesotelioma pleurico).
Sintomi e diagnosi del mesotelioma pleurico
I sintomi del mesotelioma pleurico sono principalmente legati alla respirazione: si presentano dispnea e tosse, ma anche emottisi, febbre, dolore al petto, e può verificarsi dolore nella parte bassa della schiena o di lato al torace. Possono verificarsi anche stanchezza, perdita di peso e debolezza muscolare. Questa patologia si evidenzia per l’accumulo di liquido pleurico, detto versamento pleurico.
Nella prima fase della malattia si verifica un lieve ispessimento pleurico, una infiammazione provocata dall’inalazione delle fibre di amianto che può essere monolaterale o bilaterale e che non presenta sintomi. L’ispessimento pleurico può degenerare nella forma tumorale (7%). Quando si verifica nella zona alta del torace è detto apicale, se si verifica al livello dello sterno o dietro la colonna vertebrale è detto mediastinico. A seconda della sua estensione, è detto bilaterale, diffuso o focale.
In alcuni casi può verificarsi il versamento pleurico. Si tratta di un accumulo di liquido nella pleura causato dall’infiammazione: in questo caso appaiono i sintomi, che sono per la vittima difficoltà respiratorie e senso di soffocamento. L’eccesso di liquido va rimosso attraverso una toracentesi (introduzione di un sottile ago nello spazio intercostale) per far riacquistare al paziente la capacità respiratoria; l’analisi del liquido può contribuire alla diagnosi e permette di stabilire il migliore trattamento della sintomatologia. Il versamento pleurico può essere infatti monolaterale semplice e si riassorbe con la somministrazione di antibiotici, oppure monolaterale complicato e in questo caso necessita di drenaggio.
La diagnosi del mesotelioma pleurico è difficile ed avviene con esami strumentali quali Rx torace o TC torace e mediante biopsia. Importante è anche l’anamnesi, ossia la storia del paziente.
Fatti sul mesotelioma e opzioni di trattamento
In Italia si contano circa 370mila nuove diagnosi di cancro, con oltre 180mila decessi. I nuovi casi di mesotelioma sono circa 1.500 all’anno. Il mesotelioma pleurico è una patologia molto grave ed è la più diffusa tra i mesoteliomi: riguarda infatti il 93,2% di questo gruppo di tumori, in base ai dati del VII Rapporto Mesoteliomi che nel complesso tra il 1993 e il 2018 ha rilevato 31.572 casi maligni. Chi viene colpito da questa patologia, che è molto aggressiva, ha di fronte a sé un difficile destino e vorrebbe vedere almeno i propri familiari al sicuro per il momento in cui non ci sarà più. Il 4% della mortalità globale per il cancro è dovuta al mesotelioma.
Il medico sceglie la terapia più adatta per il mesotelioma pleurico basandosi sullo stadio della malattia, (che si stabilisce come per tutti gli altri tumori con il sistema TNM), sull’età e sulle condizioni generali del paziente in quel momento. Le possibilità di cura riguardano:
- l’intervento chirurgico
- la radioterapia
- la chemioterapia intraoperatoria ad alta temperatura
- trattamento multimodale: un mix dei precedenti allo scopo di aumentare l’efficacia di tutti.
Esplorare i trattamenti alternativi per il mesotelioma
Per comprendere i rischi e i benefici della chirurgia del mesotelioma, si può iniziare partendo dall’esplorare i trattamenti alternativi per il mesotelioma. Il trattamento chirurgico presenta diverse opzioni:
- Pleurectomia totale (decorticazione pleurica): serve a ridurre la recidiva di versamento pleurico; consiste nella rimozione delle pleure per far aderire i polmoni alla parete toracica.
- Pneumonectomia extrapleurica: consiste nella asportazione della pleura insieme a polmone, pericardio e diaframma, con dissezione sistematica linfonodale; si attua nei casi più avanzati della malattia.
- Talcaggio della pleura: serve a ridurre il volume del versamento pleurico e la possibilità di recidive; questa procedura consiste nell’iniettare del talco, attraverso un catetere, nella cavità pleurica; lo scopo è irritare le due pleure (parietale e viscerale) per far sì che si incollino formando aderenze che impediscono nuove formazioni e accumuli di liquido.
La terapia farmacologica si attiva in particolare quando non è possibile l’opzione della chirurgia.
Per completezza va detto che guarire dal mesotelioma pleurico è possibile, ma si tratta di una eventualità molto rara. Le aspettative di vita dei pazienti affetti da questo genere di tumore è infatti nella maggioranza dei casi di circa 8/9 mesi, e nei cinque anni di circa il 5%. Nella pubblicazione “Come curare e sconfiggere il mesotelioma e ottenere le tutele previdenziali e il risarcimento dei danni” è possibile approfondire tali tematiche sotto ogni aspetto.
La chemioterapia intrapleurica
Il Prof. Marcello Migliore, componente del comitato tecnico scientifico ONA, ha elaborato una nuova tecnica per somministrare i farmaci chemioterapici ai pazienti di mesotelioma pleurico. Il trattamento è in fase sperimentale e prevede la combinazione di chirurgia e chemioterapia intrapleurica ipertermica intratoracica (HITHOC, Hyperthermic intrathoracic chemotherapy).
La tecnica operatoria elaborata dal Professor Migliore si articola in due fasi principali. La prima prevede la resezione chirurgica della pleura, procedura meglio conosciuta con gli appellativi di pleurectomia e decorticazione.
Durante la fase successiva, viene iniettato nella cavità toracica del paziente, il farmaco chemioterapico ad alta temperatura (41°C). Questa è una tecnica recentemente adottata anche dal Policlinico Gemelli di Roma.
Mesotelioma pleurico e uso della radioterapia
Gli obiettivi di chemioterapia e di radioterapia sono simili. Possono essere usate singolarmente o in associazione. Entrambi questi approcci puntano a bloccare la proliferazione cellulare incontrollata tipica del cancro in organi e tessuti. Chemio e radio uccidono le cellule tumorali per: eliminare la malattia; ridurre la massa del tumore per facilitarne l’asportazione chirurgica; aumentare l’efficacia di altre terapie; ridurre il rischio di recidiva; alleviare sintomi (cura palliativa). La chemioterapia consiste nella somministrazione di farmaci ma, non essendo perfettamente specifica, può uccidere anche le cellule sane del corpo, risultare quindi tossica e creare effetti collaterali. La radioterapia usa invece le radiazioni nella zona circoscritta in cui si trova il cancro, limitando così i danni ai tessuti sani circostanti. Nel mesotelioma pleurico la radioterapia è usata nelle forme infiltranti, dopo chirurgia e chemioterapia soprattutto per controllare il dolore.
Cura del cancro e anticorpi monoclonali
La specificità della terapia è fondamentale per il paziente, perché evita di colpire anche le cellule sane, come purtroppo può accadere con la somministrazione di farmaci chemioterapici. La chemioterapia infatti può risultare tossica per i pazienti quando va a colpire, oltre alle cellule tumorali, anche quelle sane. Ciò accade perché i farmaci chemio non sono ancora perfettamente specifici e possono causare danni ai tessuti sani.
Da poco per il cancro sono state inserite anche le cure con gli anticorpi monoclonali. Cosa sono? Si tratta di proteine derivanti dai linfociti B (un tipo di globuli bianchi) sintetizzate in laboratorio e che servono a stimolare la risposta immunitaria naturale del paziente. Gli anticorpi monoclonali infatti vanno a legarsi a cellule specifiche mediante porzioni di macromolecole chiamate antigeni, e questo legame risveglia il processo difensivo dell’organismo.
Prevenzione del mesotelioma pleurico
Esistono in generale tre livelli di prevenzione. La forma migliore e più efficace contro il mesotelioma pleurico è la prevenzione primaria con la bonifica dell’amianto, in modo eliminare totalmente le esposizioni. L’importanza di accelerare sulle bonifiche e di porre in essere una politica più attenta e sostenibile anche per la tutela dell’ambiente, strettamente legato alla salute delle persone, è stata ribadita anche nell’incontro del 15 marzo 2022 con l’on. Andrea Costa che ha condiviso il punto di vista dell’avv. Bonanni, pioniere della lotta contro i danni dell’amianto in Italia.
Solo attraverso azioni mirate di bonifica in tutto il Paese sarà possibile limitare al meglio i danni alla salute e all’ambiente causati dall’amianto. L’Italia ha già pagato a caro prezzo, in termini di morti e di gravi patologie asbesto correlate, la diffusione della fibra killer sul territorio nazionale: si contano ancora 40 milioni di tonnellate distribuite in migliaia di siti. Un quadro generale è riportato nell’opera “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“. L’asbesto ha causato solo nel 2021 la morte di 7.000 persone. L’uso della App Amianto può aiutare a capire dove si trovano le aree contaminate ed essere un valido strumento per le facilitare le bonifiche, oltre ad evitare esposizioni inconsapevoli.
La causa del mesotelioma pleurico è l’amianto
Esiste un diretto rapporto causale tra mesotelioma pleurico ed esposizione all’amianto. Mai sottovalutare dunque nessuno dei sintomi legati alla pleura e valutare sempre se c’è stata, nel luogo di lavoro, esposizione alle fibre di asbesto. L’esposizione professionale all’amianto è causa certa di mesotelioma pleurico. Le altre cause di questo tumore possono essere riconducibili a: esposizione a diossido di torio, a erionite e radiazioni della radioterapia; infezione da virus SV40 (studi sono attualmente in corso). Tra tutte quella principale resta comunque l’amianto.
In Italia l’amianto è vietato dal 1992, ciò da quando la legge 257 ne ha disposto il divieto di utilizzo su tutto il territorio nazionale. Oggi ci sono molte leggi in Italia per la tutela contro l’amianto: sono riassunte sul sito della Camera dei deputati.
Purtroppo nei decenni precedenti, date le sue caratteristiche di resistenza particolarmente adatte al settore edile e in migliaia di altre applicazioni come anche nel settore dei trasporti (treni, metropolitane, aerei e navi anche militari). Si pensi che solo in Italia, tra il ’45 e il ’92 sono state prodotte 3.748.550 tonnellate di amianto grezzo ed importate altre 1.900.885 tonnellate.
L’asbesto, che è l’altro nome dell’amianto, è stato utilizzato nella costruzione di edifici privati come le abitazioni o pubblici come scuole, uffici, ospedali e da molti di questi luoghi non è stato ancora rimosso. Il risultato è che ancora oggi siamo circondati da questo materiale nocivo.
L’intervento dell’Europa per fermare la fibra killer
L’Europa ha compreso che la prevenzione primaria, con la rimozione dell’amianto, è la via più efficace per fermare la strage della fibra killer. Con una Risoluzione ad hoc, il 20 ottobre 2021 il Parlamento europeo ha proposto alla Commissione europea l’aggiornamento della direttiva 2009/148/CE; aggiornare le norme sulla protezione dei lavoratori contro i rischi dell’esposizione all’amianto può aiutare a limitare i danni.
In più la Commissione dovrebbe attuare una strategia europea per la rimozione dell’amianto – European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA) – che passi anche dall’approvazione di una direttiva quadro per orientare gli Stati membri verso strategie nazionali simili.
Affrontare il mesotelioma: supporto e risorse
Il mesotelioma pleurico è una malattia professionale. Come forma di prevenzione l’Italia ha previsto programmi di sorveglianza sanitaria per tutti quei lavoratori che risultano esposti a sostanze cancerogene e/o mutagene e per i quali si siano verificati problemi di salute. Purtroppo non esistono ancora screening capaci di individuare la malattia nello stadio più precoce. In ogni caso, se anche si riuscisse ad attuare una diagnosi precoce, essa non eliminerebbe le gravi infermità e la sofferenza per i pazienti che interessano i pazienti colpiti dai tumori: lo ha confermato e messo nero su bianco anche il Consensus report di Helsinki.
Una terza arma prevenzione è la tutela legale. Essa consiste nell’attivazione di tutte le procedure in grado di tutelare i diritti delle vittime e dei loro familiari più stretti, anch’essi coinvolti dal dolore e dallo stravolgimento causato dalla malattia. Per il mesotelioma pleurico esiste la presunzione legale di origine della patologia, che è di tipo professionale e legata all’asbesto: il riconoscimento del diritto sussiste senza particolari soglie di esposizione, già per la sola presenza di fibre di amianto nell’ambiente (Cassazione, sezione lavoro, 23653/2016).
L’Inail (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) ha stilato tre liste di malattie in relazione ad agenti patogeni che possono essere trovati nei luoghi di lavoro. In ciascuna lista l’associazione è data per probabilità. Nella Lista I ci sono le malattie più probabilmente collegate all’esposizione con determinati agenti nocivi. In questa lista è contenuto l’asbesto in relazione ad una serie di malattie e tumori detti asbesto correlati. Il mesotelioma pleurico è uno di questi.
Mesotelioma pleurico: indennizzo e rendita Inail
Il mesotelioma pleurico è fortemente invalidante per la persona che ne viene colpita. Si calcola una invalidità del 100%. Trattandosi di una malattia professionale, la vittima può chiedere che le venga indennizzato il danno biologico patito. Tale danno biologico si quantifica facendo riferimento alle tabelle elaborate dal Tribunale di Milano. L’indennizzo Inail scatta già per le fasi precedenti della malattia: anche per le placche e per gli ispessimenti pleurici, essendo anch’essi patologie asbesto correlate e interessati dalle medesime coperture.
Di norma per le prestazioni Inail ci sono diversi scaglioni, che variano in base al danno biologico:
- al di sotto del 6%, si attiva la franchigia Inail, quindi l’indennizzo è a carico del datore di lavoro
- dal 6 % il lavoratore ha diritto ad un indennizzo una tantum da parte dell’Inail
- dal 16% scatta il diritto ad una rendita mensile Inail, che può essere reversibile verso i familiari più stretti (coniuge e figli minorenni, ex art.85 D.P.R. 1124/1965) in caso di decesso della vittima
Trattandosi di una patologia asbesto correlata, di tipo dose-dipendente, per il mesotelioma pleurico è prevista anche la prestazione aggiuntiva del Fondo Vittime Amianto.
Risarcimento danni per mesotelioma pleurico
La colpa del datore di lavoro è individuata quando non abbia ottemperato alle norme, violando l’obbligo di contenimento delle polveri aerodisperse e di proteggere i propri lavoratori con tutti gli strumenti idonei (artt. 4 e 21, D.P.R. n. 303/1956), informandoli anche dei rischi (D.P.R. n. 547/1955).
Dopo il riconoscimento della malattia professionale, è possibile chiedere quindi anche il risarcimento danni. Quest’ultimo deve essere fatto valere sia per responsabilità contrattuale che extracontrattuale.
Si tratta di una tutela risarcitoria del danno differenziale, imputabile al datore di lavoro, che consente di essere risarciti per intero. L’Inail infatti indennizza soltanto il danno biologico e quello derivante dalla diminuita capacità lavorativa. Tuttavia esistono una serie di altri danni differenti, di tipo non patrimoniale, che vanno presi in considerazione e sono:
- morale, ossia la sofferenza psicologica che subisce la vittima per un fatto illecito compiuto da altri
- esistenziale, derivante da un peggioramento della qualità della vita a seguito della malattia
- catastrofale, ossia la sofferenza psichica della vittima durante il fine vita
- tanatologico, che riguarda la perdita del bene vita
Per tali danni il calcolo si esegue con lo scomputo per poste omogenee delle prestazioni Inail ed in caso di decesso della vittima, le somme possono essere versate agli eredi. Gli stessi familiari stretti possono richiedere un risarcimento danno iure proprio: si tratta del danno patito da loro stessi, che subiscono a loro volta la malattia del proprio congiunto e vedono la loro vita stravolta.
Maggiorazioni contributive Inps amianto per mesotelioma
Tutti i lavoratori che sono stati esposti all’amianto e che da tale esposizione hanno subìto un danno riconosciuto dall’Inail come malattia professionale, possono chiedere per il periodo riconosciuto delle maggiorazioni contributive Inps. L’ente di previdenza infatti potrà riconoscere al lavoratore il 50% in più dei contributi e così il danneggiato sarà più vicino al pensionamento oppure riuscirà ad ottenere il prepensionamento (art. 13, co. 7, L. 257/92). In caso di pensione già in essere, sarà possibile per il lavoratore ottenere una rivalutazione del trattamento. Se per età non sia possibile raggiungere la pensione, il lavoratore potrà chiedere una pensione di inabilità amianto (art. 1, comma 250, della L. 232/16). Quest’ultima non è cumulabile con altri trattamenti e va richiesta entro il 31 marzo di ogni anno.
Mesotelioma pleurico: Causa di servizio e Vittime del Dovere
I dipendenti pubblici non privatizzati possono attivare la causa di servizio come procedimento per farsi riconoscere la malattia professionale. Chi ha prestato servizio nel Comparto Sicurezza o nelle Forze Armate, in aggiunta, può ottenere anche lo status di Vittima del Dovere, che beneficia di speciali prestazioni. In particolare per il personale imbarcato della Marina Militare ci sono ulteriori tutele (art.20 della L. 183/10): fino al 2015, ben 570 degli 830 casi di mesotelioma tra i militari italiani appartenevano alla Marina.
Nel 2022 è arrivato a sentenza il processo Marina Bis presso la Corte d’Appello di Venezia. Grazie a questa sentenza è stato certificato ancora una volta il rapporto causale tra l’esposizione all’amianto e l’insorgenza delle malattie ad esso collegate; nel caso di specie si tratta proprio di mesotelioma pleurico. Inoltre è stata riconosciuta la responsabilità penale della Marina Militare per la morte dei due marinai, con quattro condanne per omicidio colposo a carico di ex ammiragli.
Vittime del dovere, benefici anche per i superstiti
La legge L.466/1980 all’articolo 6 identifica i superstiti della vittima nell’ordine: coniuge, figli, genitori, fratelli. A loro in caso di decesso della vittima possono essere cedute le prestazioni. Le vittime del dovere per mesotelioma – grazie alle battaglie dell’avvocato Bonanni – possono essere equiparate alle vittime del terrorismo ed hanno diritto, loro o i loro superstiti, a 500 euro di vitalizio mensile: si tratta di una tutela molto importante soprattutto per i figli a carico delle vittime del dovere ai quali prima questo trattamento non era riconosciuto.
Altre speciali prestazioni inerenti lo status di vittima del dovere: vitalizio di 500€/mese; speciale vitalizio mensile di 1.033€; esenzione dal ticket sanitario; esenzione Irpef pensioni; due annualità di pensione per gli aventi diritto alla reversibilità; stretti congiunti (coniuge/figli) in caso di decesso della vittima o invalidità che costituisca impedimento permanente al lavoro assunzione per chiamata diretta con precedenza rispetto ad altre categorie; accesso a borse di studio; assistenza psicologica; speciale elargizione di 200.000€ oltre rivalutazione monetaria, dall’80% di invalidità o inidoneità al servizio; oppure 2.000€ per punto percentuale, oltre rivalutazione monetaria.
Percorso amministrativo per mesotelioma pleurico
Il percorso amministrativo per il riconoscimento della malattia professionale consiste in diversi step, per i quali è bene affidarsi a professionisti del settore specializzati.
- Denuncia malattia professionale: serve per ottenere la certificazione in modo da avviare il riconoscimento della natura professionale del mesotelioma pleurico; con questa certificazione si possono chiedere ed ottenere l’indennizzo, la rendita o la reversibilità Inail
- Accertamento del danno biologico permanente: serve per il riconoscimento del cancro come malattia professionale e per quantificare il grado invalidante; tale accertamento è utile al fine di ottenere il risarcimento del danno a carico del datore di lavoro
- Revisione danno permanente: è possibile chiedere (può farlo lo stesso Inail) il riesame del danno biologico per procedere ad una nuova quantificazione
- Ricorso amministrativo e giudiziario: se il danno riconosciuto è inferiore a quello reale o se la rendita viene negata, la vittima può ricorrere in via amministrativa e chiedere che sia fissata una visita collegiale Inail
- Prestazioni Inail: la vittima può far valere i propri diritti con l’Inail, che terrà conto del danno biologico quantificato
Consulenza gratuita per mesotelioma pleurico
L’Osservatorio Vittime del Dovere è una guida per chi ha subìto danni da asbesto e dalle altre sostanze cancerogene e/o mutagene sul luogo di lavoro. Fornisce assistenza alle vittime ed alle loro famiglie durante tutto il percorso per il riconoscimento dei diritti, offrendo consulenza gratuita ed assistenza legale quando sia necessario e vi siano i presupposti.
Contattando il numero verde 800.034.294, scrivendo su whatsapp o compilando il formulario di seguito, è possibile ottenere la consulenza gratuita e personalizzata, in base alla propria situazione.