Aggressioni

«Non ci sono altre parole per raccontare quanto accaduto tra Natale e Capodanno negli ospedali italiani da Nord a Sud». A parlare è Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, il sindacato degli infermieri, che continua: «Un vero e proprio bollettino di guerra. Una escalation di violenze senza fine. Escalation che vede gli infermieri italiani trasformarsi ancora una volta nelle vittime sacrificali della inspiegabile rabbia di una parte della collettività in profonda crisi. Alla base c’è una pericolosa mala cultura, subdola come un cancro, che nulla ha a che vedere con un paese civile come il nostro».

Il presidente De Palma interviene sulle pesanti giornate “festive” vissute dai sanitari in tutta la penisola, ove ormai la situazione è degenerata. I disservizi della sanità, la carenza di personale, l’impazienza di tanti cittadini di fronte al carico di lavoro dei sanitari hanno causato aggressioni negli ospedali.

Aggressioni in ospedale, un bilancio drammatico

Tra Natale e Capodanno, in particolare i pronto soccorso, a causa dell’afflusso di troppi pazienti, sono diventati nella maggior parte dei casi ingestibile. E si sono trasformati in una vera e propria polveriera. 

«Sei le aggressioni fisiche ufficiali – continua De Palma – denunciate nell’arco dei pochissimi giorni che hanno caratterizzato queste feste di fine anno. Numeri che portano alla luce una situazione gravissima, giunta più che mai ad un punto critico. Calci, pugni, schiaffi, minacce. Scenari che facciamo sempre fatica a descrivere, tale è lo sdegno, quanto l’assurdità di quello che accade ogni giorno. E che si è drammaticamente ripetuto, negli ultimi giorni, nelle corsie dei nostri ospedali».

I dati sono allarmanti. Le aggressioni sul posto di lavoro colpiscono in media, in un anno, un terzo degli infermieri, la categoria professionale più numerosa del Servizio sanitario nazionale. Il 75% delle aggressioni riguarda donne.

Le vittime della violenza negli ospedali durante le feste

Il presidente di Nursing Up elenca le persone aggredite nelle strutture sanitarie durante le feste:

  • Infermiere preso a calci al CTO di Napoli.
  • Infermiere aggredito e minacciato al pronto soccorso del Pediatrico di Bari. L’uomo è addirittura svenuto in seguito allo stress dell’aggressione.
  • Dottoressa e infermiere presi a schiaffi dai parenti di un paziente appena deceduto che danno in escandescenza. Accade al pronto soccorso del San Paolo di Napoli.
  • Infermiere e altri operatori sanitari aggrediti nel pronto soccorso dell’ospedale di Livorno.
  • Cassino, infermiere aggredito da paziente con disturbi mentali. L’uomo gli lancia addirittura contro un monitor.
  • Vicenza: infermiere del 118 preso a pugni.

«Pensate davvero sia finita qui? Tutto questo – prosegue De Palma – è quanto si sa ufficialmente del periodo che va da Natale a Capodanno».

Infatti, chissà quanti sono gli episodi di violenza che finiscono nel sommerso, che non vengono denunciati per paura oppure per assuefazione.

Urge un intervento della politica per arginare la violenza

Sono inaccettabili gli atti di violenza susseguitisi negli ultimi giorni a danno dei sanitari.

«Nel caso dei nostri professionisti della salute, poi, è palese che siamo di fronte ad una escalation di aggressioni. Solo la politica – conclude De Palma – può contribuire ad arginarli con interventi ad hoc. Interventi strutturali atti anche a far comprendere, a tutti i livelli, che gli infermieri non sono i nemici contro cui combattere. O contro cui sfogare rabbia e angoscia, ma rappresentano quei professionisti che nell’esercizio delle loro conoscenze, competenze e responsabilità, si prendono cura della collettività. E che sempre più spesso il loro apporto caratterizza fortemente la riuscita degli interventi sanitari ed assistenziali ai vari livelli».